Una famosa articolista di un celebre blog d’oltreoceano, ora accreditato anche in Europa e in Italia, pone questa domanda: “A quanto ci dicono, nulla funziona meglio dell’eccesso. Se una certa dose di qualcosa ci sta bene, una dose maggiore deve andare ancora meglio. Dunque lavorare ottanta ore alla settimana dev’essere meglio che lavorarne quaranta... E si dà per scontato che essere reperibili 24 ore al giorno per sette giorni alla settimana sia un requisito standard di qualunque lavoro serio; il che significa che dormire meno e fare costantemente più cose assieme è il modo più rapido per fare carriera. Siete d’accordo?”
Affascinante quesito che nasce da un’ ipotesi, a mio avviso, controproducente se non addirittura nociva. Il prezzo che si paga per un approccio volto all’eccesso è decisamente troppo alto e insostenibile. Occorre un nuovo criterio per fondare la nostra vita e riconciliare la persona con la professione, la vera essenza dell’uomo con il lavoro. Se è vero che l’impegno professionale e l’affermazione lavorativa e sociale sono importanti, appare altrettanto evidente che conquistare una vita appagante in termini di relazioni e benessere personale sta affermando una nuova idea di successo.
Che sia vero e durevole e che, finalmente, armonizzi la professione con la vita che viviamo o che vorremmo vivere. Il quesito che sorge spontaneo è dunque un altro. L’eccellenza nella professione può coniugarsi armoniosamente con la vita personale? Un manager, un professionista serio e competente può essere allo stesso tempo una persona realizzata a livello personale e spirituale? Sono convinta che, quando decidiamo di puntare alla semplificazione e alla chiarezza, all’approfondimento, alla riflessione unita all’azione, comprendiamo che i pilastri della nostra vita devono essere reinventati e occorre un nuovo progetto che armonizzi mondo lavorativo e vita vissuta, competenze e benessere. Come fare in concreto?
Fare spazio fra gli impegni
Un uomo schiavo della propria agenda è una dichiarazione di sconfitta. A volte usiamo l’agenda zeppa d’impegni per dimenticare le cose a cui vogliamo sfuggire ed evitare di affrontare la nostra vita nella sua totalità. C’è una soluzione? "Tutto sarà a tua disposizione quando imparerai a vivere l’attimo nella sua totalità. Piani e programmi si faranno naturalmente quando smetterai di crederci" afferma il Sognatore (the Dreamer) nel libro di S. D’Anna.
Ispirazione e tempo per le vere passioni
"L’ispirazione crea l’azione" sostiene Kevin Roberts, CEO di una famosissima agenzia di comunicazione. Una giusta ispirazione può spingerci all’azione anche se è la passione il carburante che ti dà la giusta energia per andare avanti e non perderti d’animo di fronte agli ostacoli. Quando fai chiarezza dentro e fuori di te ricevi una forte spinta a entrare in contatto con le vere passioni. Dedicare tempo a ciò che ti appassiona, apre le porte alla manifestazione del tuo potenziale creativo illimitato.
Curare il nostro corpo
Le ricerche mediche dimostrano quanto siamo danneggiati, impoveriti, talvolta uccisi dal deficit di sonno, dallo stress, dalla cattiva alimentazione, dal non saperci prendere cura di noi stessi. Le donne stanno conquistando le peggiori parità con gli uomini: negli infarti e negli ictus da stress lavorativo, ad esempio. Ha senso avere successo e perdere la propria salute? E’ possibile conciliare la vita professionale con il rispetto e la cura del corpo? Quando il corpo è forte e la mente chiara si possono ottenere risultati straordinari in ogni campo.
Nutrire le relazioni con chi amiamo veramente
Quando si comprende l’importanza di saper eliminare l’inutile in ogni campo, la vita stessa si ispira alla semplicità e alla ricerca dell’essenziale. Anziché perdere qualcosa, abbiamo di più: Less is more è il motto di questa tendenza. Più chiarezza, più spazio, più tempo da dedicare alle persone veramente importanti per noi e che rappresentano il fulcro del nostro benessere, della nostra crescita, e sono fonte di un profondo appagamento interiore.