Situato nella parte occidentale della penisola indocinese, il Myanmar è uno stato di cultura e tradizioni millenarie. A queste è stato irrevocabilmente legato a causa dell'isolamento voluto dal governo, il quale, se non altro, ha contribuito al mantenimento della civiltà, dei costumi e di ciò che rappresenta lo spirito della Birmania. L'essenza del credo buddista – che ha contribuito alla realizzazione di un grandissimo numero di luoghi adibiti al culto, templi e pagode dalle estremità dorate – lo rende noto anche col nome di "Terra dalle mille Pagode" o "Terra dorata", per via dello sfolgorio di luci che questi monumenti offrono quando vengono colpiti ai raggi del sole.

Fra il popolo birmano il tè rappresenta un protagonista indiscusso sia della vita quotidiana sia delle occasioni speciali. Inoltre, il Myanmar è uno tra i pochi paesi dove le foglie di tè non vengono soltanto infuse ma anche mangiate. Con esse, insieme ad altri ingredienti, si usa preparare infatti una sorta di insalata detta “lahpet”.

In questo stato l'albero del tè è nativo, come lo è in Cina o negli altri stati del Triangolo d'Oro di cui fa parte, diffuso nella varietà Sinensis e Assamica. Le piantagioni sono situate principalmente nella regione Shan, a est del paese, ma è possibile trovare altre coltivazioni nelle regioni montuose settentrionali, dove il clima più fresco favorisce questo tipo di agricoltura. Il raccolto viene effettuato per lo più nei mesi di aprile e maggio, prima dell'arrivo della stagione monsonica delle piogge che inizia a giugno. Tuttavia, è possibile compierlo anche fino al mese di ottobre.

In Birmania vengono prodotti tre tipi di tè: verde, molto diffuso e servito di solito gratuitamente non appena ci si ritrova seduti in un ristorante; nero, dal gusto ricco e con una leggerissima nota di affumicato; oolong, conosciuto dagli abitanti del luogo come “Hot Water” o “Coarse Tea” (talvolta chiamato erroneamente anche “Green tea” o “Chinese tea”, soprattutto quando si intende parlare in inglese con i turisti). Quest'ultimo può essere servito anche con l’aggiunta di un'altra pianta aromatica che gli conferisce un sapore che ricorda lontanamente quello del pop-corn.

Le case da tè sono tantissime, concentrate in particolare nel centro delle città più importanti, e situate spesso una vicino all'altra, così da contribuire alla prospettiva di un'unica grande sala da tè. In ogni caso, è possibile trovarle in ogni angolo del paese, anche nei villaggi più piccoli, aperte dall'alba fino a tarda sera. Alcune rimangono addirittura aperte 24 ore su 24 per accogliere i viaggiatori di lunga percorrenza e qualche turista. Ed è proprio in questi locali che la gente del luogo è solita ritrovarsi con gli amici a chiacchierare, leggere il giornale, scambiarsi le novità ma soprattutto bere il tè accompagnato da diversi tipi di spuntini.

Tra i tè più buoni c'è il “Ko Kant”, tè verde originario dello Shan, raccolto in parte da alberi nativi e preparato, o meglio di dire processato, sia per il raccolto che per l' essiccamento, secondo i metodi antichi, e cioè usando solamente come strumenti le mani e un wok. La temperatura ottimale per apprezzare questo autentico tè è di 85° C con un’infusione di tre minuti. Il gusto che le lunghe foglie attorcigliate rilasciano è sia erboso che fiorito, in grado di evocare, non a caso, la fragranza dei fiori di montagna. Il colore dorato di questo dolce tè fa sì che ci si soffermi ancora una volta sui bagliori delle “stupa” birmane.

Mingalabar e… buon tè a tutti!