Oggi intervistiamo il Dott. Luca Gatteschi, medico della Nazionale di calcio italiana.
Quanto conta una sana alimentazione per uno sportivo professionista, uno sportivo amatoriale e una persona sedentaria?
Molto per tutti e tre: le conseguenze, in positivo e negativo, ma sono più evidenti e immediate nello sportivo professionista in quanto richiede “il massimo” al suo potenziale psicofisico.
L’attività fisica: quanto tempo dovremmo dedicare al giorno al movimento?
Almeno 30 minuti di attività a intensità medio bassa, e 2-3 volte alla settimana 20 minuti di attività a maggior intensità.
Quali conseguenze hanno una cattiva alimentazione e una vita inattiva sulla nostra salute psicofisica?
Sono i due fattori che portano a un maggior rischio di patologie cardiovascolari, malattie dismetaboliche e aumento dei fenomeni di microinfiammazione. Se sono presenti sia cattiva alimentazione che vita sedentaria, il rischio non si limita a sommarsi ma si amplifica notevolmente.
Cosa si intende per alimentazione sana?
Un'alimentazione varia, caratterizzata da cibi di buona qualità, che apporti non solo l’energia necessaria (nel mondo occidentale il rischio di una carenza energetica è minimo), ma soprattutto i microelementi e tutte le sostanze (antiossidanti, ecc.) importanti per proteggere lo stato di salute.
La birra è nemica della nostra salute? E in generale gli alcolici?
L’apporto di una moderata quantità di alcool, nel soggetto sano, non è nemico della salute. In particolare la birra, dato il tenore alcolico minore e la presenza di sostanze quali vitamine del gruppo B, selenio, luppolo, può essere facilmente inserita nella corretta quantità e lontano dalle attività ginniche, anche nell’alimentazione dello sportivo.
La corsa fa davvero consumare tanti grassi? E' consigliata a tutti oppure per certe persone sarebbe meglio dedicarsi a un altro tipo di attività?
Il consumo di grassi dipende dalla distanza percorsa e dall'intensità sostenuta, relativa alle proprie capacità. A parità di tempo, in linea di massima la corsa permette di consumare più energia rispetto al nuoto o al ciclismo, che potrebbero però essere più indicati in caso di presenza di problemi a livello articolare o tendineo. Proprio per evitare tali problemi la corsa non è consigliabile nel soggetto in forte sovrappeso o obeso. In ogni caso, è consigliabile alternarla durante la settimana con un'attività di maggior impegno muscolare.
Lo sport in acqua. Cosa ne pensa?
Nel soggetto sano l’attività svolta in acqua, esattamente come tutte le altre attività, presenta dei vantaggi (minor carico sulla schiena e sulle articolazioni degli arti inferiori) e degli svantaggi (scarsa attivazione dei muscoli posturali, mancanza dello stimolo propriocettivo dovuto all’appoggio a terra).
E’ vero che in realtà basterebbe anche solo fare lunghe camminate per sentirsi in forma?
Lunghe camminate effettuate in maniera frequente e costante possono contribuire, insieme a una corretta alimentazione, a mantenere una condizione di buona forma. Per ottenere un risultato globale, è però indispensabile associare un'attività che stimoli in maniera equilibrata sia i muscoli stabilizzatori del corpo e che quelli degli arti superiori e inferiori.
Gli integratori. In questa stagione ci sentiamo tutti più stanchi e spossati. Può essere giusto ricorrere ad essi?
Gli integratori vanno a completare l’apporto fornito da una corretta alimentazione, e non possono in nessun momento sostituirla. In alcuni periodi sono indispensabili se l’alimentazione non riesce ad apportare alcune sostanze nella giusta quantità o nel momento necessario. Vanno in ogni caso analizzate le reali cause di una generica “stanchezza o spossatezza”, in quanto nessuna sostanza o integratore agisce in modo totale su questi sintomi.
Di cosa si è parlato nello specifico alla recente conferenza stampa organizzata dall’Università degli Studi di Roma Tre a cui lei ha preso parte?
La questione del rapporto tra sport e alimentazione è stata affrontata da diversi punti di vista: sportivo, alimentare e di stile di vita.
Che vita fanno i calciatori, è davvero così piena di restrizioni?
La vita di qualsiasi sportivo professionista è fatta di attenzioni e di alcune restrizioni, indispensabili per avere una condizione psicofisica ottimale.
Alimentarsi in modo corretto può davvero combattere le malattie, soprattutto quelle psicosomatiche e legate allo stress?
Alimentarsi in modo corretto è fondamentale per mantenere un buon stato di salute, e quindi prevenire l’insorgenza di malattie. Lo stress cronico rappresenta un danno non solo “psichico” ma con precise e reali ripercussioni anche sulla componente fisica (maggior suscettibilità verso malattie infettive, ipertensione, ecc.); un'alimentazione adeguata può aiutare a ridurre i rischi e contrastare i danni, ma da sola non risolve la situazione.
Le intolleranze alimentari. Come scoprirle e curarle?
Le intolleranze alimentari rappresentano un campo vasto e spesso affrontato con test non affidabili o non sufficientemente specifici. La diagnosi non può prescindere dall'esame clinico, e quindi richiede sempre un'accurata valutazione dei sintomi, effettuata da un medico specialista in materia, con test mirati e validati.
La giornata tipo del medico della Nazionale di calcio?
Il medico è a disposizione del “paziente” giocatore per 24 ore, quindi la giornata può essere molto variabile. In linea generale, ci si sveglia abbastanza presto per poter effettuare un minimo di attività fisica, poi alternanza tra spogliatoio, sala medica e campo in base al programma. Si pranza con un occhio attento alle eventuali necessità dei giocatori, e poi si riparte fino a cena. In alternativa al normale allenamento, si effettuano test specifici per le condizioni fisiche, e piccole riunioni con lo staff tecnico per il necessario scambio di informazioni. Dopo cena finalmente un attimo di relax, ma sempre con un occhio e un orecchio attenti a qualsiasi evenienza.