Le luci si spengono e sedici piloti scendono in pista. Sedici pilote, con i loro caschi e le loro tute, accompagnate dal rumore dei motori ed il peso dei loro sogni. Sedici pilote disposte a tutto per il loro futuro. Così la F1 Academy raccoglie dentro di sé le loro speranze e le porta avanti, dandogli adito e un supporto che per molto tempo è mancato.
In un mondo che ha sempre messo da parte le figure femminili, ponendole in un angolo perché “non adatte”, il loro ruolo ben diverso, finalmente le luci dei proiettori si rivolgono verso di loro. Un progetto nato da solamente un anno riesce ad aprire la strada per il futuro a tutte quelle bambine che sognano una carriera nello sport motoristico; scardina le porte, si fa sentire e urla un deciso “ci siamo anche noi, e valiamo tanto quanto i ragazzi”.
Il progetto F1 Academy fiorisce nel 2023, sotto la direzione dell’ex-pilota Susie Wolff, e si pone come scalino di partenza. Il suo obiettivo? Quello di permettere a queste giovani pilote d’inserirsi all’interno di competizioni minori solitamente “riservate” alle figure maschili. Proprio per questo, la campionessa riceverebbe il totale supporto dell’F1A per ottenere un sedile nella Formula Regionale d’Alpine (meglio nota come FRECA).
La competizione non è molto differente dalle usuali corse di Formula 4: le sedici monoposto hanno tutte un telaio Tatus F4-T421, indifferenziato per ognuna di loro, una collaborazione con Pirelli per le gomme ed un motore con una potenza di 174 cavalli e 5500 giri al minuto; le monoposto sfrecciano sul tracciato per le due gare di week-end per un totale di trenta minuti, proprio come tutte le altre gare minori di Formula. Il calendario, per questo 2024, è stato affiancato a quello della Formula Uno — stessa pratica che avviene per F2 & F3 — e si conta un totale di 6 round, con due gare ciascuno. Si parte a Jeddah e si conclude ad Abu Dhabi, attraversando sia i circuiti di strada dell’Arabia Saudita, Miami e Singapore, che le permanenti piste da corsa di Zandvoort, Barcelona–Catalunya, Lusail e Yas Marina.
Questo è solo un piccolo step, il primo tassello di un grande puzzle che il mondo dello sport a ruote scoperte deve assicurarsi di preservare con cura. Le parole e le buone intenzioni non sono sufficienti, sono le azioni a dare rilevanza a questo progetto. Il sereno interesse rivolto verso queste giovani ragazze non può che essere l’inizio di un lungo percorso: lo vediamo con Marta Garcia, campionessa della F1 Academy, in FRECA al fianco di Doriane Pin – junior dell’accademia Mercedes e attuale pilota in F1A.
È una semplice speranza, quella di poter vedere una (anche più di una, a dire il vero!) di queste pilote di successo finalmente scendere in pista per un futuro Grand Prix, al fianco dei suoi colleghi uomini e competitori; è una semplice speranza, ma è importante per tutte le donne, giovani ragazze e bambine appassionate allo sport. La rappresentazione conta, e la F1 Academy lo dimostra ogni giorno di più con il proprio successo.
“Questo. Questo è enorme,” scrive Susie Wolff sui social. “Hanno detto, andate e provate ad ottenere un po’ di screentime su Drive to Survive. Noi abbiamo detto... avremo la nostra serie!” e così annuncia la produzione della docu-serie che lancerà Netflix nel 2025 sulla propria piattaforma. Le donne, quelle al posto di guida ma anche tutte coloro che le supportano dall’interno delle squadre e dell’organizzazione, sono finalmente il fulcro ed il vero cuore di un progetto.
Per la prima volta, in pista e sullo schermo, si mostrano i loro volti ed i loro nomi vengono pronunciati con orgoglio, occupando lo spazio che si meritano. Per la prima volta tutte coloro sedute a guardare dalle tribune possono sentirsi incluse in qualcosa di più grande. Grazie a questo progetto, i sogni di tantissime bambine riescono a fiorire senza preoccupazioni.
La F1 Academy rappresenta tutte le donne in questo importante angolo di motori e si batterà in lungo e largo per la propria riuscita, nonostante le difficoltà e le critiche possano ferire e colpire. Il cambiamento non accadrà durante la notte, ma il progresso è già in azione. Se il mondo del motorsport non ha intenzione di fare spazio alle donne, allora saranno loro stesse ad assicurarsi il posto di cui ognuna di loro sa di essere degna.