Negli ultimi anni il discorso pubblico sulla salute ha assunto una crescente centralità nella società connessa, caratterizzata da profonde trasformazioni che riguardano, in generale, i processi di costruzione, diffusione e fruizione di informazioni.

La ricerca di informazioni online su salute e benessere è diventata una pratica molto diffusa a livello mondiale, con ricadute significative sul modo di intendere e di gestire la propria salute da parte delle persone. Attualmente, i pazienti sono più esigenti e informati grazie alle nozioni elargite da giornali, TV e Internet: arrivano agli ambulatori con un bagaglio di conoscenze, dati e numeri. Portano con loro plichi di pagine da internet, ritagli di giornale e fanno domande specifiche e pertinenti.

Per indicare questo tipo di paziente che, con sempre maggiore frequenza, ricerca e genera informazioni online, arrivando addirittura a praticare il “self-help”, è stato coniato il termine “e-patient”. Tutto questo, ovviamente, porta sia delle opportunità, che dei rischi. Da una parte, si sviluppa un maggiore empowerment del cittadino che, avendo a disposizione più informazioni ed essendo sempre più abile nell’uso della rete, vede accrescere le proprie competenze sulle tematiche che riguardano la salute.

D’altro lato, il cittadino rischia di imbattersi in informazioni scientifiche scorrette, di attingere a fonti poco affidabili (fake news) e può manifestare difficoltà di orientamento e selezione nella mole di informazioni circolanti. Disinformation e misinformation, assieme al fenomeno crescente dell’infodemia, ovvero della sovrabbondanza di informazioni, rappresentano questioni attualmente molto dibattute in ambito scientifico a cui si cerca di far fronte anche in ambito istituzionale, con l’adozione di politiche pubbliche ad hoc, specie in situazione di emergenza sanitaria, come è avvenuto durante la pandemia da Covid-19.

Secondo il monitoraggio annuale su come si informano gli italiani svolto dall’Osservatorio News Italia dell’Università di Urbino Carlo Bo, dopo una costante crescita, l’uso di internet si sta stabilizzando negli ultimi anni e si attesta attorno all’80% Per ciò che concerne la ricerca di informazioni su salute e benessere, lo stesso Osservatorio ha rilevato che salute e medicina sono tra i temi più ricercati online.

Tutto ciò ha delle forti ripercussioni anche per le organizzazioni sanitarie e per i professionisti della salute: per loro, è diventato infatti sempre più importante conoscere e sapere abitare il web con competenza, in modo da conquistare reputazione online e diventare il principale punto di riferimento per i cittadini, la fonte maggiormente credibile e utilizzata. Oggi, un grande vantaggio per loro è sicuramente quello di poter disporre di strumenti di comunicazione diretta, così da potenziare la comunicazione auto-prodotta, cosa che mai sarebbe potuta accadere in passato, quando a prevalere era il processo di mediazione messo in atto dal sistema di informazione tradizionale.

Questo complesso fenomeno ha di fatto portato a una riduzione delle distanze tra cittadini e professionisti, operatori della sanità e strutture, che sono sempre più collegati tra di loro.

Basti pensare come, soprattutto durante la pandemia da Covid-19, molte cliniche e ospedali abbiano implementato o ampliato i servizi di telemedicina, permettendo ai pazienti di consultare i medici via videochiamata o telefono: in questo modo, gli strumenti digitali sono diventati sempre più una parte essenziale della cura sanitaria.

La recente adozione di piattaforme citizen-centred come il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) e il Dossier Sanitario, pur tra mille difficoltà, resistenze e difformità, ha indubbiamente favorito il collegamento digitale tra vari operatori sanitari, strutture e cittadini che sono diventati così protagonisti del sistema salute. Attraverso l’Internet of Things (IoT) applicato alla salute e all’uso di devices tecnologici per l’auto-monitoraggio di parametri vitali e così via, l’empowerment dei cittadini connessi è indubbiamente aumentato.

Essi possono infatti accedere alle informazioni riguarda alla loro salute in qualsiasi momento e da qualsiasi luogo, semplicemente usando un dispositivo connesso a Internet. Infine, l’open data ha aperto nuove e più ampie prospettive legate alle possibilità inedite di circolazione e condivisione di dati per strutture, centri di ricerca, singoli professionisti (ricercatori, medici, ecc.), imprese, cittadini.

In conclusione, si può senz’altro affermare che l'evoluzione del cittadino in e-patient è un fenomeno che continuerà a crescere, in particolare grazie alla digitalizzazione dei servizi sanitari e all'accesso sempre più facile alle informazioni online. Proprio per questo, diventa sempre più importante educare i cittadini su come distinguere le fonti affidabili e su come utilizzare correttamente le informazioni trovate online, al fine di prendere decisioni informate sulla propria salute.