Correva l’anno 2010, quando il team Brawn GP si trasformò in Mercedes GP Petronas Formula One Team. Il 2012 vide la loro prima vittoria di gara e lo scalino più alto del podio. Il 2014 divenne l’anno decisivo: il bagliore del loro primo trofeo costruttori illuminò Brackley, il benvenuto caloroso a casa, e non lo lasciò per i successivi anni.
La Mercedes, da quel momento, ha costruito e rinsaldato il proprio dominio sullo sport motoristico gara dopo gara, anno dopo anno. Sono sembrati imbattibili per così a lungo, i loro nemici ridotti all’osso da vetture che riuscivano ad andare oltre il limite pensabile. Ma, prima o poi, ogni gloria giunge al capolinea — e per la Mercedes questo momento è arrivato dopo otto lunghi anni, vittoriosi.
Il nome di Michael Schumacher brilla nei ricordi di questa scuderia; colui che ha tenuto saldo tra le proprie mani il volante di questa stella a tre punte, senza poter mai provare il brivido del freddo metallo di un trofeo marchiato Mercedes, sommario di una lunga stagione di vittorie (che per lui, in questo team, non divenne mai realtà). Questo onore è toccato ad altri dopo di lui, quando ormai il pilota aveva deciso di ritirarsi da questo rapido mondo di vetture spericolate; furono Lewis Hamilton e Nico Rosberg ad ottenere i sacri allori, senza mai dimenticare chi è passato prima di loro su quello stesso asfalto.
L’ultimo trofeo del Campionato Costruttori visto dalla scuderia di Brackley porta su di esso l’incisione dei numeri 2021; undici anni dopo il loro ritorno in Formula Uno, il team torna alle proprie origini, ottenendo per l’ultima volta il primo posto con grande scalpore. Quell’anno ha segnato un momento di svolta per il mondo formulistico, una lotta all’ultimo sangue che ha visto cadere vittima proprio il loro campione; quando Lewis Hamilton perdette la propria ottava, di stella. La personale vittoria mutilata della Mercedes, che non poté dare i giusti onori al proprio nume tutelare.
Questa storia sembra, però, ormai una favola lontana per la Brackley di Toto Wolff. I nuovi regolamenti timbrati 2022 hanno fatto calare il buio sulla gloria eterna di questo team. Una macabra notte che sembra non attendere altro se non il sole; sembrano esser rimasti in una fredda ombra da ormai tre lunghi anni, mentre altre scuderie prendono il loro posto, e le loro glorie.
A partire dalla prima vettura del 2022, la Mercedes ha dimostrato di non aver compreso al meglio ciò che era stato loro richiesto. Da quel momento, il team si è mosso facendo un passo avanti ed otto indietro: una vittoria del britannico Russell che sembrava aver portato il barlume di speranza in quel 13 novembre 2022, all’Autodromo di Interlagos, è stata cancellata rapidamente dal primo giro della W14 sul tracciato arabo; un podio finale ad Abu Dhabi, l’anno seguente, una seconda posizione in campionato costruttori a fine stagione, sono stati smentiti entrambi, ancora una volta, durante un semplice Grand Prix di Bahrain del 2024, con una W15 che è sembrata essere stata una scoperta continua per gli stessi ingegneri durante le prime gare (ma non in positivo).
La stagione del 2024 è stata aperta dalla Mercedes con una grande speranza: un concetto nuovo, un inizio dal basso verso l’alto per raggiungere ancora una volta la gloria del torreggiante scalino del podio. Ma sono i risultati dei Gran Premi e le affermazioni dello stesso Wolff ad aver spesso buttato giù ogni mattone di questo castello di ipotesi e sogni.
Il Gran Premio d’Australia ha presentato un weekend senza punti per il team: non accadeva da Baku 2021, ben 63 gare di differenza tra questi due Gran Premi. Le prime quattro gare hanno segnato l’inizio di stagione peggiore degli ultimi anni per la Mercedes. Sembrava che non solo il Campionato Costruttori, ma anche il podio, risultassero essere una semplice illusione per questa stagione. Un podio irrealizzabile all’inizio della stagione appare con ogni nuovo upgrade, man mano più fattibile; le qualifiche del Canada hanno visto il britannico George Russell a pari tempo con la Red Bull di Verstappen. Due pole positions e tre vittorie sotto il nome della stella a tre punte sono apparse come brevi barlumi di successo — come una stella cadente, il cui bagliore è spettacolare, ma temporaneo.
È una fortuna, per loro, che quella del 2024 si caratterizzi come la stagione formulistica più lunga nella storia: il tempo per migliorarsi non manca, ma come loro, anche gli altri faranno passi avanti. La McLaren vede una vettura sempre più rapida, con sempre più alte probabilità di una lotta per il primo posto, quando nemmeno 12 mesi prima si trovava in fondo alla griglia; sembra il sogno di ogni scuderia, poter cambiare le proprie carte in gioco così rapidamente.
Non dovrebbe sorprendere. I cicli, per quanto lunghi, prima o poi si chiudono, e se ne aprono di nuovi, e i protagonisti, purtroppo, mutano con lo scorrere del tempo. Prima di loro, ne sono stati affetti altri: Williams Racing, Scuderia Ferrari, Red Bull Racing; hanno tutti condiviso il sapore della gloria, e hanno anche dovuto dirgli addio. Era chiaro ormai da tempo che il sogno della Mercedes non sarebbe potuto durare per sempre. Ma la speranza è sempre l’ultima a morire.
Sotto la guida di James Allison, direttore tecnico della squadra – colui che ha costruito la W11, una tra le monoposto più dominanti dello sport – il successo può tornare ancora una volta tra le loro mani. Se non in questi ultimi due anni di regolamenti, allora quello dopo. Il 2026 segna un nuovo inizio: nuovi regolamenti, nuove vetture ed un ritorno con forza del valore del motore (su cui si vocifera la possibilità di un passo dominante della Mercedes) possono fornire a Brackley una mano d’aiuto per rimettersi sulla retta via. Per certo, non è nemmeno assurdo pensare che da una gara all’altra la vettura dalle tinte argento e nere possa riprendere a brillare di luce propria. La fabbrica di Brackley è costantemente al lavoro per migliorare le prestazioni della W15.
Ed è forse proprio questa la bellezza della Formula Uno, tanto sono veloci le macchine quanto più si trasforma facilmente il mondo in cui esse sfrecciano. L’incertezza del futuro è sempre dietro l’angolo, in questo spazio–tempo motoristico, e questo può essere tanto negativo quanto di buon auspicio. Il fallimento di un altro non può che significare il proprio successo. Tutti in attesa di un passo falso. Quando le luci si spengono, rimangono solo le proprie monoposto ed il desiderio ardente della conquista, che lascia i segni sul tracciato. Un giorno, è lecito sperare, i segni delle Frecce d’Argento le porteranno nuovamente alla gloria.