Prendersi per mano e correre verso l’infinito dove l’amore è il fine ultimo è il sogno di ogni uomo e di ogni donna che vogliono trovare nell’altro chi li completa.

Eppure perdiamo di vista che siamo già completi e che l’uomo giusto o la donna giusta non servono per completarci ma per rafforzare ogni nostro esistere in una dimensione umana che serve per proseguire verso un’esperienza divina. Ma nel nostro cervello è presente un modello che abbiamo ereditato e che quando siamo nati ci hanno rafforzato.

Per essere completi crediamo di aver bisogno di trovare l’anima gemella, il compagno o compagna della nostra vita. Ed è proprio questo modello che ci auto-boicotta nel trovare non l’anima gemella come energia che ci rafforza ma ci fa attirare chi con noi non è compatibile per correre verso l’amore. Quanti si sono ritrovati o si ritrovano a ricercare l’amore in un altro pensano che sia la persona giusta per una vita insieme e dopo che è iniziata la relazione si scopre di aver scelto esattamente l’opposto di ciò che si era immaginato o addirittura idealizzato? Molti, moltissimi e ne sono a testimonianza i sempre più divorzi o separazioni di unioni che sembravano essere indissolubili.

Entra in gioco il nostro cervello con i suoi modelli ereditati e con quelli che dopo la nascita ha vissuto e fatti propri. Il cervello è l’ultimo organo che si definisce dopo la nascita perché continua a immagazzinare, soprattutto nei primi anni di vita, un numero grandissimo di informazioni attraverso tutte le vie sensoriali. È una struttura così complessa che nel registrare tutto, alla fine, lavora per semplificazione, per analogia. Nel suo hard disk i modelli memorizzati nei circuiti elettrici sono i gli esempi che inconsciamente fanno attirare proprio quelle realtà che troppo spesso sono esattamente l’opposto di quanto razionalmente pensiamo e crediamo di volere.

Siamo difronte a quella che in kinesiologia chiamiamo inversione psicologica per l’uomo giusto o la donna giusta.

Ovvero, andiamo alla ricerca di chi vogliamo che ci prenda per mano per fare un’esperienza divina su questa frequenza terrena e invece ci si ritrova esattamente con qualcuno che è assolutamente incompatibile con la nostra anima. Con l’aggravante che magari si cambia partner ma il risultato è sempre quello di avere scelto, anche se con sembianze diverse, lo stesso modello del precedente.

Innamorarsi della persona sbagliata credendo di essere quella giusta potrebbe sembrare un tema complesso da risolvere. Si può però invertire questa direttrice energetica semplicemente cambiando il profondo modello inconscio che si è installato nel nostro sistema inconscio.

Esistono varie tecniche sia psicologiche che squisitamente bioenergetiche che possono contribuire a trasformare le dinamiche che portano ad innamorarsi sempre della persona sbagliata e chiudere il circolo vizioso del cane che si morde la coda per trasferirsi verso la dimensione dove l’inconscio diventa conscio e non gestirà più la nostra vita facendoci immaginare che sia il destino. Il cambiare lo schema auto-boicottante farà attrarre chi possiamo prendere per mano e farci prendere per mano ed andare verso quella dimensione di gioia fatta di complicità, serenità, condivisione ed esaltazione l’uno dell’altro dove l’unico ingrediente principale è l’amore.

Con la kinesiologia, ad esempio, è possibile investigare su quali sono le cause e quali sono i modelli auto-boicottanti installati che spesso vanno dalla necessità della dipendenza emotiva, paura della solitudine, poca autostima o ferite dell’anima legate all’infanzia. Ma anche oltre ed addirittura a ciò che nel grembo materno abbiamo ricevuto come informazione dalla mamma con la quale per quei nove mesi si vive in simbiosi e qualsiasi cosa ella vive il nascituro la vive identica nello stesso istante.

Se, per esempio, quando si viene concepiti uno dei due genitori non era pronto ad essere tale che è cosa diversa dal non volerlo perché in questo caso sarebbe ancora più profonda la ferita emotiva, l’informazione che arriva è quella di non essere voluti e chi potrebbe veramente volerci nel corso della vita per una vita fatta di felicità se a monte non si è stati voluti? E se nel corso del post nascita non si sono ricevute abbastanza attenzioni d’amore si va alla ricerca delle attenzioni mancate. Basta una sola attenzione in più da parte di qualcuno per credere che quella sia la persona giusta e ci si butta a capofitto per poi scoprire che è esattamente l’opposto di cui si ha bisogno e si finisce o per accontentarsi o per ritrovarsi dentro un girone infernale che diventa la quotidianità.

Ma non è finita perché ad intervenire nelle scelte sbagliate possono esserci numerose dinamiche inconsce che appartengono al nucleo familiare d’origine fino a informazioni che provengono dall’albero genealogico. Non è mai troppo tardi per incontrare l’amore ed essere amore. Sovente dico dell’altro che incontro “Sei Amore” ma anche uno dei capitoli del mio libro ho chiamato Sei Amore perché pensiamo che “essere amore” sia un qualcosa di veramente difficile semplicemente perché nel proprio vissuto sono presenti alcune cicatrici dell’anima ricevute o vissute direttamente che proiettano sempre dentro le esperienze consciamente o inconsciamente presenti.

Non è mai troppo tardi per sperimentare l’amore tenendosi per mano con chi con noi amplifica l’amore che siamo perché anch’egli è amore.

Come ha scritto la scrittrice americana Gloria Jean Watkins “Un giorno qualcuno entrerà nella tua vita e ti farà capire perché non ha mai funzionato con nessun altro.”

Quel qualcuno sei tu stesso. Quel qualcuno che si è liberato dalle paure inconsce, dagli auto-boicottaggi, che sa amare sé stesso per poter amare l’altro senza la paura di farsi male ancora una volta e rinunciare, per questo, a vivere in simbiosi con l’altro l’amore dell’oltre.

È vero, l’amore fa paura perché è l’unica cosa che l’uomo non può controllare ma è proprio nell’abbandono del controllo che si può far emergere il Sei Amore perché è qualcosa di indicibile che appartiene al nostro essere e trascende dalla relazione così come siamo stati abituati a vedere, percepire, volere.