Una delle prime indicazioni che do, in ogni incontro con i clienti che mi chiedono di aiutarli a migliorare il proprio stato mentale, è quella di iniziare una qualsiasi attività fisica.
Per quanto mi riguarda, se il cliente è un sedentario, le possibilità di miglioramento sono decisamente inferiori. Sia chiaro che non sto parlando affatto di un’attività fisica agonistica, bensì di una normale attività aerobica blanda e non necessariamente giornaliera.
La cosa che mi capita più spesso è di ricevere una serie di risposte più o meno simili alle seguenti: sono troppo impegnato, ho troppo lavoro, non sono tagliato per lo sport, mi fa male, non ho tempo, devo lavorare.
Queste, diciamocela tutta, sono solo alcune delle storie che ci raccontiamo.
Qui non si parla di diventare atleti agonisti, lo ribadisco, si parla semplicemente di trovare al massimo una mezz’ora al giorno, non tutti i giorni, magari anche 3 volte la settimana o solo due, nelle quali ritagliarsi la possibilità di aumentare la frequenza cardiaca e portarla da un livello base ad un livello superiore, appunto, di tipo aerobico blando.
Detto questo, la domanda che sorge spontanea è: è mai possibile che non si riesca a trovare mezz’ora, solo mezz’ora nell’arco di un’intera giornata (mediamente siamo svegli 16/18 ore al giorno) per fare qualcosa che sia diverso dallo stare seduti sul divano, o davanti al cellulare, o altrove? Possibile che non ci sia spazio per un’attività blanda, 1 ora e mezza a settimana su 80/90 ore disponibili? Tutto questo, tra l’altro, al solo scopo di creare una base iniziale che ti aiuti a migliorare il tuo stato di salute e dunque il tuo stato psicofisico.
Dunque, a meno che tu non voglia diventare maratoneta, culturista, nuotatore agonista, basta semplicemente spostare l’ago della bilancia dallo stato di “sedentario” a “moderatamente attivo”.
Perché è necessario tutto ciò? È molto semplice: perché è il modo più naturale per fare il pieno di endorfine e di accelerare il metabolismo basale, il modo più economico e semplice per produrre quel neurotrasmettitore che ti consente di aiutare l’organismo (e dunque il cervello) a migliorare l’umore e di conseguenza la predisposizione a lavorare, divertirsi, migliorare, vivere.
Non avere mezz’ora di tempo per fare una passeggiata, una nuotata, un po’ di yoga o pilates, una partita di tennis, di calcio, paddle, marcia, insomma qualsiasi attività aerobica che ti porti il battito cardiaco a 120 bpm è, dunque, assolutamente inverosimile, ergo, una scusa che troviamo con noi stessi per non lasciare la nostra routine, per non cambiare abitudini, per non uscire dalla nostra comfort zone.
Faccio mea culpa e ammetto di averlo fatto anche io, più volte in passato, ovvero cadere nello stesso errore (e a volte di ripeterlo) di raccontarmi storie per non riprendere a nuotare, camminare o semplicemente fare qualche piegamento sulle gambe e/o sulle braccia.
A parziale (molto parziale) discolpa c’è che, avendo nuotato per oltre 20 anni a livello agonistico, un po’ di voglia di riposare e di nausea verso l’attività fisica mi era inizialmente anche venuta (anche se ci sono atleti che non hanno mai smesso). Col passare del tempo però non mi rendevo conto di quanto il mio fisico ne avesse bisogno e di quanto mi chiedesse di fare qualcosa. Me lo diceva in tutti i modi, richiamando l’attenzione su micro infortuni, dolori alle articolazioni, alla schiena, al colon, tanti piccoli allarmi che mi avvisavano che mi stavo trascurando.
Avrei potuto correre, avrei potuto fare un altro sport, avrei potuto semplicemente trovare un’alternativa che mi consentisse di aiutare il mio organismo a produrre le mie endorfine, invece negli anni ho acquistato peso e perso entusiasmo. Mi raccontavo che i dolori sarebbero peggiorati, che dovevo lavorare, ma dentro di me sapevo esattamente che fossero solo delle scuse.
Così, nel giro di qualche anno, mi sono ritrovato a pesare 90 chili, contro i 72 del mio peso forma (visto che sono alto circa 1 metro e 78).
No, non era solo una questione estetica (cosa da non sottovalutare nel nostro equilibrio psicofisico) ma anche e soprattutto una questione, semplicemente, di equilibrio chimico: le endorfine sono il nostro olio motore, rendono tutto più fluido, semplice, e sono anche un carburante naturale che ci dona una spinta notevole e a cui non diamo sufficiente attenzione. Infine, ma non per minore importanza, miglioriamo il metabolismo.
Fare attività fisica è come prendere una pillola naturale, senza alcuna controindicazione, per stare bene, per sentirsi vivi, per sentirsi più attivi, operativi, felici.
“Ok Giuliano, ma io ho un ginocchio che non posso muovere” mi dirà qualcuno. Sciocchezze! Ho visto gente nuotare senza gambe, correre senza braccia, ho visto atleti fare cose inimmaginabili superando ostacoli che nemmeno potrei raccontare. Zanardi lo conosci no?
Poi magari qualcuno si ferma per un menisco rotto (eccomi) o perché troppo preso dagli impegni (di nuovo presente) o per il raffreddore (sempre io) o perché piove o perché il cane non sta bene.
Dobbiamo farlo, ma dobbiamo farlo nel rispetto di ciò che ci piace, dobbiamo farlo perché, strada facendo, diventiamo già persone diverse per il solo fatto di aver cambiato abitudine, per il solo fatto di essersi ritagliati uno spazio per sé, per il solo fatto di essersi alzati dal divano (o sedia o auto).
Fare attività fisica, ritagliarsi quel tempo per noi stessi, attivare una serie di meccanismi metabolici ci rende già persone diverse.
Si dice che siamo le nostre abitudini, mai frase è stata così vera, ma dico anche che non bisogna esagerare o andare contro sé stessi. Io, ad esempio, per un periodo mi ero quasi imposto di andare a correre al mattino presto, perché vedevo le persone farlo, perché mi dicevano che fosse meraviglioso, perché leggevo sui libri che era stata la soluzione per una rinascita di tanti coach, tante persone che avevano trovato il modo di cambiare vita così. Mi alzavo alle 6, col buio, tutti i giorni. L’ho fatto per un mese circa, poi semplicemente ho mollato e l’ho fatto perché non mi piaceva, non faceva per me, il sacrificio era molto superiore al beneficio che comunque, indubbiamente, ne traevo. Stavo bene, stavo meglio, mi sentivo più attivo, ma proprio non mi piaceva. Eppure c’è gente che ama farlo e tu potresti essere uno di quelli.
Così col tempo, nel rispetto dei miei tempi, dei miei valori e di ciò che mi piace, ho ritrovato il mio equilibrio solo quando ho capito cosa fosse meglio per me e sono tornato a nuotare, con tutte le difficoltà del caso perché le piscine hanno orari, correre puoi farlo quando vuoi, ginnastica, yoga, pilates puoi svolgerli anche a casa davanti a videocorsi, ma il nuoto no ma io amo nuotare e devo rispettarmi.
Col tempo il mio fisico ha ricominciato a funzionare, mi è tornata la voglia di nuotare, semplicemente nuotando, trovando pian piano una nuova abitudine a cui ora non riesco più a rinunciare. Quando posso nuoto al mattino, oppure ad ora di pranzo, ma senza stress, senza l’ansia di doverlo fare per forza, anche se a volte mi impongo di farlo quando non ne ho voglia. Se ho la possibilità me lo impongo, se non c’è non me ne faccio un cruccio, perché ormai il piacere è tale che so già troverò uno spazio l’indomani o un altro giorno.
Solo così, solo con la disciplina possiamo migliorarci.
Disciplina è una parola importante, perché “con la disciplina impariamo ad essere disciplinati”. Non è uno scherzo, non è un errore: per prendere un’abitudine è necessaria la disciplina, lo sforzo, la ripetizione, finché non diventa parte di noi. Noi siamo una conseguenza delle nostre abitudini, l’ho detto, la nostra vita lo è.
È una questione di rispetto amico mio, di rispetto del sé.
Come non puoi chiedere ad un’auto di viaggiare senza che i filtri siano puliti, senza che le gomme siano a pressione e l’olio motore sia pulito così non puoi chiedere a te stesso di vivere bene senza che il tuo corpo, la tua auto, il tuo organismo (l’unico che abbiamo) non venga meno.
Se non te ne prendi cura, ti lascia a piedi all’improvviso nel bel mezzo del viaggio o, se ti va bene, consuma di più, viaggia meno bene, rischi di farti male e ci mette più tempo per arrivare a destinazione.
Prescindere da qualsiasi attività fisica dunque, non è ammissibile e non puoi permetterlo se vuoi intraprendere una crescita personale, se vuoi migliorare, se vuoi che la tua vita cambi.
JFK diceva che i perdenti cercano scuse e i vincenti cercano soluzioni, pertanto se vuoi che la tua vita prenda una piega diversa, inizia da te, inizia dal tuo corpo e vedrai che il resto arriverà di conseguenza.