Doi Mae Salong è una zona montana situata nella provincia di Chiang Rai, a nord della Thailandia, in passato tristemente famosa per le sue coltivazioni di oppio, e rinomata oggi per le sue risorse naturali, le tribù Akha, Lahu e Karen che vivono in piccoli villaggi, gli spettacolari alberi di ciliegio e infine le coltivazioni di tè.
La passione per questa bevanda e tutto ciò che vi ruota intorno venne diffusa dai discendenti dei soldati cinesi che fuggirono in seguito alla rivoluzione del 1949. La zona adibita alla coltivazione di Camellia Sinensis si trova a 1.500 metri d’altezza e copre poco meno di 30.000 ettari. Il clima, simile a quello di Taiwan, si mantiene fresco durante buona parte dell'anno, rendendosi ideale per lo sviluppo di questa pianta. Molti arbusti e ibridi della pianta del tè provengono anche da Taiwan. Da qui, infatti, negli anni Ottanta furono inviati in Thailandia esperti nella coltivazione e tecniche di produzione del tè per collaborare al miglioramento di queste coltivazioni di alta montagna. Per quanto riguarda il sapore, questi oolong sono molto vicini ai tè verdi, ma con un aroma più ricco e complesso.
Tra i tè più quotati della Thailandia ci sono appunto gli oolong - con un gusto e un aroma esclusivi rispetto a quelli taiwanesi o cinesi - sebbene vengano prodotti anche tè verdi e tè neri, profumati e non, di cui il 70 % viene consumato localmente e il rimanente esportato in tutto il mondo. Tipiche sono inoltre le bevande a base di tè che nei ristoranti e nelle bancarelle vengono servite con ghiaccio.
Attorno al villaggio di Santikhiri - letteralmente "Collina della Pace", nome attribuitogli dal governo thailandese per cercare di cancellare il ricordo legato al commercio di oppio – dalle piantagioni di tè viene ricavata una varietà di oolong particolarmente pregiata: il Gan Nen.
Gan Nen, che significa "gambo molle", è un tè con particolari foglie rese simili a piccole palline, prodotto con il tradizionale processo taiwanese degli oolong. Dopo essere state appassite al sole, le foglie vengono agitate in delle ceste in modo tale da frantumarne i bordi, che assumeranno poi un colore rossastro grazie alle sostanze rilasciate durante la fase di ossidazione. Questa, raggiunta una gradazione del 30 %, sarà bloccata mediante il calore in appositi macchinari. Dopo la lunga fase di rollatura che conferirà alle foglie la conformazione di palline più o meno della stessa grandezza, queste subiranno un'ulteriore processo di essiccazione.
Le foglie asciutte hanno un colore verde scuro e uno spiccato odore erbaceo. Una volta versata l'acqua a una temperatura di 95 %, le foglie si aprono rivelando il proprio aspetto naturale. Infuse per la durata di 5-7 minuti, sprigionano un profumo che tra le note tostate richiama ora la frutta cotta ora la vaniglia, mentre il gusto del liquore conferma le fragranze percepite e racchiuse in un aroma leggermente dolce, il cui retrogusto erbaceo persiste a lungo nel palato. Il colore brillante che avrete nelle tazze sarà di un giallo intenso, un po’ aranciato.
E con questo tè vorrei richiamarmi anche alle differenze culturali di quest'area, omaggiate ogni anno nel "Cherry Blossom Festival" il quale ha inizio oggi e termina il 2 Gennaio con parate di tribù locali e un mercato artigianale, sull’incantevole sfondo dei fiori di ciliegio che fioriscono proprio in questo periodo.
Buon Oolong a tutti.