Sono passati 40 anni da quando le femministe italiane gridavano in piazza il leggendario slogan “Tremate, tremate, le streghe son tornate!”, con cui si rivendicavano i diritti della donna per avere le pari opportunità nella vita sociale, lavorativa e politica. E le “streghe” continuano a vivere in particolare oggi, 8 marzo, Giornata Internazionale della Donna, una “festa” che, come noto, prende spunto, anche se questa sembra essere una versione fantasiosa, dal rogo di una fabbrica di camicie Cotton o Cottons nel 1908 a New York in cui morirono molte giovani operaie. In effetti, c’è una certa confusione: ci fu un incendio che realmente si sviluppò in una fabbrica, la Triangle di New York, ma il 25 marzo 1911, e vi morirono 146 persone, la maggior parte giovani operaie immigrate italiane e dell’est europeo.
Questo evento ebbe un forte impatto sociale e politico, tanto che vennero successivamente varate nuove leggi sulla sicurezza sul lavoro e aumentarono le adesioni all’International Ladies’ Garment Workers Union, oggi uno dei più importanti sindacati degli Stati Uniti. La parità tra uomo e donna è un argomento sempre vivo e attento, specialmente da quando sono state istituite le quote rosa, per far sì che a livello lavorativo e di carriera ma anche nell’ambito politico si possano avere la stessa quantità di donne e di uomini, sono state varate leggi sui congedi parentali; in via sperimentale lo scorso anno è stata approvata la legge sui congedi di paternità, e tanti datori di lavoro hanno cominciato ad avere più a cuore il wellness dei propri dipendenti creando per esempio i nidi aziendali per facilitare il rientro delle donne dalla maternità.
Il 2014 in Europa sarà anche l’Anno per la Conciliazione tra la Vita Familiare e Lavorativa, in quanto gli Stati membri, promuovendo politiche family friendly, vogliono diffondere un nuovo e concreto impegno per venire incontro alla crisi economica e sociale. La conciliazione è proprio questa: fornire strumenti che rendano più compatibili la sfera lavorativa con quella familiare, affinché ciascun cittadino possa svolgere al meglio il ruolo che ricopre all’interno della società. E quale personaggio più consono del Pinguino poteva essere scelto per la campagna di sensibilizzazione? In particolare si parla del Pinguino Imperiale, che dopo che è stato deposto l’uovo, mentre la mamma va alla ricerca del cibo, il papà rimane per almeno due mesi a proteggere e tenere al caldo l’uovo, senza mangiare, indifferente ai venti gelidi che lo colpiscono, e quando torna la mamma, insieme lo aiutano a crescere, finché non diventa adulto.
Ma la donna, che dovrebbe essere festeggiata ogni giorno e non solo ricordarsene l’8 marzo, è sempre stata il fulcro della famiglia, la donna che dai tempi lontani era l’“angelo del focolare”, colei che accudiva la famiglia, provvedeva a curare i propri cari secondo le antiche tradizioni…Alle donne, con il loro sapere medico ed erboristico, spettava la cura dei malati, con le loro ricette fatte con erbe e piante tramandate da madre a figlia. E qui torniamo a noi, alle streghe di oggi…
“… Vi sono donne che hanno un sudore che puzza oltre maniera. Per costoro prepariamo un panno intinto nel vino nel quale siano state fatte bollire delle foglie di mirtillo, sia l’erba sia i mirtilli stessi… ”: no, non è il consiglio della rubrica della mattina, ma una ricetta di Trotula de Ruggiero, una Medichessa salernitana dell’XI secolo.E facciamo un altro tuffo nel passato… subito ci vengono in mente i Tribunali d’Inquisizione, i roghi su cui venivano mandate a bruciare le streghe…
Ma chi erano le streghe? Solitamente si distinguevano in due categorie, streghe nere e streghe bianche. Secondo la tradizione, le prime erano donne sospettate di compiere sortilegi, malefici, fatture o accusate di essere in combutta con le forze oscure e infernali dalle quali ricevere poteri magici per danneggiare l'uomo, specialmente nella virilità, o nello sciogliere o stringere legami amorosi; le seconde erano le donne a cui venivano attribuiti dei poteri di guarigione.
Nella letteratura la figura della strega e quella della maga sono spesso intrecciate: si pensi a Medea, che è al tempo stesso una sacerdotessa di Ecate e una guaritrice o avvelenatrice, a Circe, ad Alcina dell’Orlando Furioso e alle streghe e maghe della saga fantasy del Ciclo di Avalon, tra cui spiccano le figure di Viviana e di Morgana. Nel IX millennio a.C. si parlava di streghe quando avvenivano fenomeni incomprensibili, gli astri erano divinità e a ogni membro del gruppo veniva affidato il culto di un dio.
Ma chi guidava il clan era la donna saggia, che dalla divinità aveva ricevuto il dono di poter curare i malati utilizzando le erbe. Ovidio, il poeta romano, parlando di un grosso uccello notturno che assomigliava a un gufo o a un barbagianni, con la testa grande, gli occhi fissi, il becco e gli artigli da rapace e le penne chiare, capace, secondo certe leggende, di afferrare i bambini nelle culle con gli artigli e di succhiarne il sangue, accennava allo strix, nome latino ma in realtà di origine greca, da cui deriva il vocabolo medievale stria. Dal plurale di strix nasce, probabilmente, il nome di strega, donna malefica che si trasforma nell’uccello che succhia il sangue degli umani sorpresi nel sonno, ma più che altro esperta di magia e incantesimi, tanto da trasformarsi addirittura in animale.
Alle donne che si riunivano per praticare la magia venivano assegnate le stesse caratteristiche delle “Dominae Nocturnae”, le Signore della Notte, perché si incontravano di notte nei boschi per celebrare i loro riti “magici”. Erano chiamate anche “Bonae Foeminae” perché erano guaritrici esperte nell’arte della magia bianca. C’è un'antica leggenda di ceppo celtico che parla di un gruppo di donne con a capo Morrigan, la Grande Madre, sostituita da Diana nell'antico mondo romano, che oltre ad essere la dea della caccia era anche la dea della fertilità e da questo il nome dato agli incontri notturni di “Gioco di Diana”.
Quando la Chiesa dichiarò la stregoneria un culto reale e pericoloso nel quale era tangibile la presenza di Satana, le donne dedite alla magia vennero identificate in una società, orchestrata da una figura femminile detta "Diana", "Erodiade" o "Signora del Buon Gioco". Pur di distruggere questi gruppi di donne, la Chiesa sostituì Diana con Salomè, legando questa figura al racconto di quando, presentata su una piatto la testa di Giovanni Battista, la figlia di Erode fu sollevata per aria da un vento fortissimo uscito dalla bocca del decapitato e motivo per cui da allora Salomè tutte le notti è costretta a volare…
Se tanti animali come il furetto o il coniglio o il gufo erano alleati delle streghe, complice ideale dei loro sortilegi era il gatto, già animale sacro nell’antico Egitto (in realtà proteggeva i granai dai roditori) e addirittura chi uccideva un gatto poteva rischiare la morte. E anche qui intervenne la Chiesa, considerando demoni minori tutti gli animali che erano fino ad allora considerati sacri. Chi amava i gatti era particolarmente esposto al sospetto di stregoneria e in Gran Bretagna i gatti e altri presunti demoni al servizio delle streghe vennero esibiti come prove nei processi del XVII secolo e, talvolta, arsi vivi sui roghi assieme alle loro sventurate padrone.
E ora veniamo al periodo della caccia alle streghe, quando, alla fine del XV secolo e fino all’inizio del XVIII, le streghe, e a volte anche i loro figli, specie se femmine, ritenute sospette e pericolose dalle autorità civili e religiose, furono oggetto di persecuzioni che sovente terminavano con la morte. Anche se innocenti, la maggior parte delle incriminate erano donne di ogni età e condizione, anzi appartenevano alle classi sociali inferiori (poche furono delle nobildonne); erano di solito vedove, levatrici o herbarie, curatrici che guarivano le malattie con le erbe con cui facevano infusi e decotti e il cui risultato era certamente valido e sicuro come le medicine e le cure dei medici, cure che la popolazione rurale, essenzialmente povera, non poteva permettersi. Veniva addirittura considerata “strega” anche chi solo possedeva gatti neri, aveva i capelli rossi o un neo nell'iride dell'occhio (il cosiddetto “segno del diavolo”).
Soltanto una piccola minoranza di loro poteva essere realmente annoverata tra i veri e propri criminali: un caso fu quello della cosiddetta “Voisin”, per esempio, prestatrice di servizi satanici per le messe nere della marchesa di Montespan, anch’essa criminale, che essendo la favorita di Luigi XIV di Francia, per ottenere i suoi favori fu rea di compiere omicidi e altri reati gravi, legati spesso alle scienze occulte. Molte “streghe” vennero torturate e bruciate vive, con le motivazioni ufficiali più varie, ma spesso in base a delazioni anonime mosse da futili ragioni e in molti casi, in cambio della riduzione dei tormenti, venivano costrette a fare il nome di persone possibilmente benestanti, ree di complicità, in modo da poter istruire il processo successivo, considerato fortemente remunerativo, dato che il condannato subiva anche la confisca dei beni che venivano divisi tra la Chiesa e il potere temporale.
Di fatto però, le condanne a morte erano avallate dalla credenza religiosa popolare che si rifaceva al versetto del Vangelo di Giovanni nel quale si dice che “chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi viene raccolto per essere gettato via e bruciato”. È su questo passo che si giustifica il rogo, con l'appoggio della Bibbia dove si cita “non lascerai vivere mago”. Sebbene alla Chiesa si debba un numero esiguo di condanne per propria mano, certamente alcuni uomini di Chiesa ne sono stati i mandanti cercando di giustificarle attraverso bolle e altri scritti, o giustificazioni di teologi, portando così il potere temporale a intervenire. Infatti, l'autorità civile, basandosi su una sentenza dell'autorità ecclesiastica competente in materia, emetteva una propria condanna e provvedeva all'esecuzione; i giudizi inquisitoriali per stregoneria erano relativi ai contenuti eretici contestati ai “colpevoli” e non avevano titolo a decretare la morte dell'imputato, ma poiché l’eresia era considerata un reato civile, chi risultava colpevole per il Tribunale ecclesiastico anche se avesse abiurato (anzi, paradossalmente, proprio perché attraverso l'abiura riconosceva la sua “mancanza”), vedeva tradursi la sentenza ecclesiastica in condanna penale. Hanno calcolato che nel periodo 1575-1700 un milione di persone sia stato accusato e giustiziato per stregoneria.
… ma, per fortuna, i tempi son cambiati, le streghe di oggi come me convivono con la realtà di tutti i giorni, abbandonandosi, di tanto in tanto, al benessere che ci viene dato dal leggere una fiaba o un bel racconto o annusare, nel mezzo di un giardino, quei profumi che solo la natura, così ricca di bellezza, può donarci. E per tornare ad oggi, per noi e per tutte le donne l’8 marzo rimane una ricorrenza da non dimenticare mai, perché purtroppo ci sono ancora donne vittime di violenza, non solo materiale ma anche e soprattutto psicologica, ci sono paesi in cui le donne non hanno ancora una loro identità, ma sono “oggetto” di padri o fratelli o mariti, paesi in cui possono essere lapidate o uccise se non rispettano le tradizioni e le leggi tramandate nei secoli, o possono essere ancora violentate senza che la legge le difenda in nessun modo, anzi, difende i violentatori.
E se ci sono ancora paesi come la Cina con la politica del figlio unico e l’India con un alto indice di aborto selettivo, apprendiamo con gioia che in America è stata approvata la Lilly Ledbetter Fair Pay Act contro la discriminazione sul lavoro, e che la Francia ha approvato un progetto di legge sulle pari opportunità che potrebbe poi essere “esportato” in altri paesi perché sarà la normativa più completa sui diritti delle donne con parità di trattamento per migliorare i salari, rafforzare le leggi contro la violenza domestica e garantire pari rappresentanza nella vita politica.
Oggi noi donne non vogliamo far tremare i maschi come le nostre mamme o sorelle urlavano in piazza: quello che chiediamo è ancora e sempre un giusto rispetto per ogni essere umano, uomo o donna che sia, senza prevaricazioni o soprusi o violenze… Anche perché accanto a ogni strega… c’è sempre un mago!