La crisi globale rivelata dalla pandemia COVID-19 e dalle guerre nello scenario della crisi climatica ha aumentato le disuguaglianze e riaffermato i limiti e i fallimenti dell'attuale modello neoliberale per rispondere alle crisi e garantire una vita dignitosa per tutti. In tutto il mondo stanno crescendo le mobilitazioni per difendere i servizi pubblici e impedirne la vendita al settore privato locale e internazionale.
La Conferenza internazionale Il nostro futuro è pubblico ha riunito a Santiago del Cile, di persona e online, dal 29 novembre al 2 dicembre, un migliaio di associazioni e reti con l'obiettivo di sviluppare strategie per rafforzare i servizi pubblici, essenziali al fine di affrontare queste crisi e realizzare i diritti economici, sociali e culturali. Il manifesto emerso dalla Conferenza ha riunito tutte le forze per impegnarsi in mobilitazioni convergenti dal micro al macro livello per raggiungere questi obiettivi.
La Conferenza di Amsterdam, l'attacco al fiasco del PPP e il Manifesto globale
La prima conferenza globale Il futuro è pubblico. Verso la proprietà democratica dei servizi pubblici, Amsterdam, dicembre 2019, convocata da organizzazioni sociali e reti sindacali di tutti i continenti, è stata quasi profetica nel suo tempismo. Alla vigilia dello scoppio della pandemia COVID-19 ha denunciato ciò che sarebbe diventato evidente a tutti nel giro di pochi mesi: l'impossibilità del settore pubblico, falcidiato da riduzioni di bilancio e privatizzazioni mascherate da partenariati pubblico-privati, a far fronte alla pandemia e alle crisi connesse. L'obiettivo era discutere le strategie per riportare il "pubblico" nei servizi pubblici.
Perché i partenariati pubblico-privato (PPP) non funzionano mai?
Innanzitutto, era necessario smontare le false verità alla moda sul partenariato pubblico-privato (PPP), secondo cui il settore privato sarebbe più efficiente e capace di fornire servizi pubblici. È proprio vero?
Il rapporto realizzato da Eurodad (la rete della società civile che difende sistemi finanziari ed economici controllati democraticamente, equi e basati sui diritti umani) e da EPSU (la Federazione Europea dei Sindacati dei Servizi Pubblici), individua otto ragioni principali che condannano senza appello i PPP: non apportano nuovo denaro, anzi, creano un debito nascosto, il finanziamento privato è più costoso del prestito pubblico, le autorità pubbliche si assumono sempre il rischio ultimo del fallimento del progetto, i PPP non garantiscono un miglior rapporto qualità-prezzo, i guadagni di efficienza e l'innovazione progettuale possono portare a tagli degli stessi servizi, i PPP non garantiscono i tempi di fornitura o il budget, i contratti di PPP sono opachi e possono contribuire alla corruzione, i PPP distorcono le priorità delle politiche pubbliche e costringono i servizi pubblici a tagliare i costi.
In conclusione, che dire del tanto agognato e promosso partenariato pubblico-privato? Si è rivelato un fiasco. Da questa consapevolezza condivisa nasce una forte richiesta di coordinamento delle mobilitazioni, sottolineata dal lancio del Manifesto globale della società civile per i servizi pubblici nell'ottobre 2021, firmato da oltre 200 organizzazioni, per riconquistare e ricostruire i servizi pubblici come fondamento di un'economia giusta ed equa che funzioni per tutti.
La dinamica si rafforza ed alza l'asticella della sfida: la conferenza internazionale "Il nostro futuro è pubblico", Santiago del Cile dal 29/11 al 2/12/2022.
Rispondendo all'appello di un'ampia rete di organizzazioni sociali e sindacali, Iniziativa Globale per i Diritti Economici, Sociali e Culturali (GI-ESCR), Public Services International (PSI), Istituto Transnazionale, Rete per la Giustizia Fiscale, Alleanza Internazionale degli Abitanti (IAI), Action Aid e Oxfam, tra gli altri, più di 1.000 rappresentanti di movimenti sociali e organizzazioni della società civile di tutto il mondo, sia presenzialmente che online, hanno partecipato alla conferenza internazionale "Il nostro futuro è pubblico" (OFIP), tenutasi a Santiago del Cile dal 29 novembre al 2 dicembre.
Chi sono? Sono coloro che negli ultimi anni, con ruoli diversi, hanno resistito alle politiche basate sul pensiero unico del neoliberismo, hanno analizzato le conseguenze dell'estrazione del profitto sulla carne viva delle persone e del pianeta e si sono mobilitati contro il furto dei beni comuni naturali, come l'acqua, e sociali, come la salute e la casa. Sono loro che hanno contribuito a mantenere viva l'alternativa.
Santiago del Cile è stata scelta perché l'esperienza della Convenzione costituzionale cilena, guardata con grande attenzione e speranza come simbolo di un nuovo approccio all'organizzazione delle società, ha reso il Cile un contesto ideale per un incontro globale di movimenti sociali, attori della società civile e leader accademici e politici per costruire e rafforzare alleanze, scambiare idee e sviluppare strategie per recuperare i servizi pubblici e democratizzare l'economia. La sconfitta della nuova Costituzione nel test referendario dello scorso settembre è motivo di riflessione, ma non di scoraggiamento.
La conferenza è stata aperta da Rosa Pavanelli, segretaria generale di PSI, e da Magdalena Sepúlveda, direttrice di GI-ESCR. Hanno sottolineato l'importanza della centralità dei servizi pubblici nel rendere possibili i diritti umani e la democrazia e il ruolo dei lavoratori in prima linea.
I primi due giorni sono stati dedicati a incontri settoriali su salute, istruzione, agricoltura, giustizia economica e protezione sociale, energia, sistemi alimentari, diritto alla casa, trasporti, rifiuti e acqua; mentre gli ultimi due giorni sono stati dedicati a riunire i movimenti e le organizzazioni partecipanti in una discussione collettiva su temi trasversali, tra cui la crisi climatica, l'uguaglianza di genere, la giustizia economica e fiscale e la proprietà democratica.
La globalizzazione ha dato vita a multinazionali straordinariamente potenti che hanno penetrato i servizi pubblici commercializzandoli, tra questi l'energia, l'acqua, le fognature, la sanità, la raccolta e il trattamento dei rifiuti. Si tratta di nuova forma di colonialismo.
Le regole che governano un mondo globalizzato dovrebbero essere stabilite democraticamente e nell'interesse dei lavoratori e delle persone. Eppure, alcune delle regole più importanti che governano la globalizzazione sono scritte in segreto, nell'interesse delle persone più potenti del pianeta.
Per questi motivi, è fondamentale proteggere gli informatori che svolgono un ruolo essenziale nel denunciare la corruzione e le attività illegali come l'evasione fiscale e i flussi finanziari illeciti. Il whistleblowing può salvare vite umane, proteggere l'ambiente e contribuire a fermare i flussi finanziari illeciti, promuovendo la responsabilità dei governi e delle aziende.
Porre fine alle evasioni fiscali delle imprese per poter finanziare i servizi pubblici
Il dibattito su questo tema, alimentato in particolare da Tax Justice Network, ha sottolineato che un sistema fiscale equo è il fondamento di servizi pubblici di qualità. Eppure, in tutto il mondo, le aziende e i mega-ricchi evitano di pagare la loro giusta quota. Sottraggono denaro che dovrebbe essere destinato a scuole e ospedali e lo inviano nei paradisi fiscali offshore. Le risorse sarebbero più che sufficienti per fornire servizi pubblici di qualità a tutti, se le aziende e i ricchi pagassero la loro giusta quota e se i governi investissero e spendessero saggiamente invece di privatizzare a vantaggio delle aziende e dei ricchi. Senza queste risorse, con una media di otto Paesi all'anno che, dal 1970, hanno affrontato una crisi del debito, è probabile che i problemi del debito sovrano colpiscano la maggior parte dei lavoratori del mondo a un certo punto della loro vita. Le ricette per far fronte al debito sono utilizzate per deregolamentare, privatizzare, abbassare i salari e attaccare i diritti sindacali, tagliare le pensioni e la protezione sociale, ridurre i servizi pubblici e imporre l'austerità.
Uscire dal mercato per conquistare alloggi belli, adeguati, sicuri e sostenibili per le persone e la natura
Un'articolazione innovativa rispetto alle altre reti, è stata introdotta ed evidenziata dall'Alleanza Internazionale degli Abitanti, basata sulla constatazione che lo slogan "tutti proprietari" è stato utilizzato per attaccare il servizio di edilizia residenziale pubblica, favorendo l'estrazione parassitaria della rendita immobiliare, la finanziarizzazione del settore e la crisi degli sfratti. Mentre l'essenza dell'abitazione si basa invece sul suo valore d'uso, quindi su un diritto inalienabile protetto anche dalle leggi internazionali sui diritti umani ratificate da quasi tutti i Paesi. Ne consegue la rivendicazione: l'alloggio come diritto può esistere solo se esiste un servizio pubblico, un concetto evidenziato dal workshop internazionale "Le nostre Carta Magna e il diritto alla casa" Perché le costituzioni moderne includono il diritto a un alloggio dignitoso? e dall'ottava sessione dell'Assemblea mondiale degli abitanti. Per il diritto a un habitat dignitoso "Il nostro futuro è pubblico e la pace è essenziale". Forti ragioni per costruire e rafforzare le alleanze con altri settori sociali organizzati, in particolare con Public Services International, Tax Justice Network, e per il diritto all'energia, all'acqua e alla salute.
Lotta per un futuro migliore: il movimento contro la commercializzazione della salute, per una sanità pubblica di qualità per tutti
Le attività organizzate da GI-ESCR hanno denunciato come la commercializzazione e la finanziarizzazione siano sempre più presenti nel settore sanitario a beneficio e profitto dei privati. La società civile, i sindacati e i ricercatori si stanno mobilitando a livello globale per invertire queste tendenze, in difesa della realizzazione del diritto alla salute attraverso solidi servizi sanitari pubblici. La relatrice speciale delle Nazioni Unite sul diritto alla salute, Tlaleng Mofokeng, ha dichiarato che "intende esaminare il ruolo svolto dalla privatizzazione dei servizi sanitari - compresi i partenariati pubblico-privati, gli aiuti finanziari e la filantropia - nel raggiungimento della copertura sanitaria universale" come priorità di lavoro strategica del suo mandato.
La lotta contro la crisi climatica è una lotta per il cambiamento del sistema, a partire dai lavoratori
La crisi ambientale colpisce i servizi pubblici e i loro lavoratori, che devono essere parte della soluzione e quindi beneficiare di programmi di transizione giusti ed equi.
Nella giornata conclusiva della conferenza, David Boys, vicesegretario generale di PSI, ha dichiarato: "Dobbiamo proteggerci dai cambiamenti climatici e definire, in quanto sindacati, come negoziare per noi stessi in questo contesto e investire nei servizi pubblici per essere in grado di rispondere alle crisi climatiche". Ha moderato la tavola rotonda sulla giustizia climatica, con la partecipazione di Ericka Ñanco, la prima deputata nazionale Mapuche della regione dell'Araucania in Cile, che ha dichiarato: "I Mapuche sono un popolo della terra, e per questo abbiamo sempre protetto la terra. L'acqua è un diritto umano universale. Com'è possibile che in Cile l'acqua non sia un diritto umano universale?"; Sebastian Berger, direttore esecutivo del Global Student Forum; Ndivile Mokoena, attivista per il clima e il genere che lavora con Gender CC Southern Africa in Sudafrica, ha sottolineato che la crisi climatica sta portando a una grave crisi alimentare in Africa; e Rodrigo Uprimny,, ricercatore presso il Centre for the Study of Law, Justice and Society.
Servizi pubblici di qualità per tutti sono la misura più importante dello sviluppo e possono essere raggiunti solo aumentando gli investimenti pubblici, migliorando i livelli di personale e le condizioni di lavoro e rafforzando la partecipazione pubblica nei nostri sistemi. In particolare, poiché le lavoratrici sono la forza trainante dei nostri servizi pubblici e della lotta per l'uguaglianza, il loro lavoro deve essere riconosciuto e valorizzato in modo equo, e occorre porre fine a discriminazioni, abusi e violenze sul posto di lavoro.
Avete detto servizi pubblici?
È importante capire cos’è un servizio pubblico. Nei Paesi sviluppati, è o è stato definito come una missione di interesse generale svolta da un soggetto pubblico dotato, se necessario, di prerogative di potere pubblico, soggetta a un regime giuridico adattato alle esigenze di questo servizio, contraddistinto da 1) continuità nello spazio e nel tempo in ragione dell'unità nazionale; 2) uguaglianza di accesso su tutto il territorio nazionale ai servizi garantiti dallo Stato; 3) costante adattabilità alle esigenze sia dello Stato sia dei cittadini. Altri due criteri, spesso trascurati, sono stati affermati in seguito nella maggior parte dei Paesi: 4) laicità del servizio pubblico, perché la Repubblica garantisce la libertà di coscienza e l'uguaglianza di trattamento di tutti i cittadini indipendentemente dalle loro differenze di opinione; 5) la proprietà pubblica, o almeno il controllo pubblico del capitale, è una condizione essenziale per il rispetto dell'interesse generale. In conclusione, i tre principi principali tra quelli citati sono la parità di accesso ai servizi pubblici, in particolare i principi di neutralità, laicità, divieto di discriminazione e il principio di continuità, che richiedono che i servizi pubblici funzionino regolarmente e che siano accessibili alle persone, cioè che siano in grado di soddisfare i bisogni imperativi delle persone, non dei "clienti". Il principio di continuità sarà applicato in base alla natura del bisogno. L'idea è escludere la "sparizione dello Stato".
Ed è fondamentale non confondere il "servizio pubblico" con il "settore pubblico". Il termine "settore pubblico" si riferisce alle organizzazioni, mentre "servizio pubblico" è usato più per definire un'attività (istruzione, polizia, giustizia, ecc.).
Questo significa che il servizio pubblico serve l'interesse generale? Per Rousseau, ne Il contratto sociale, il servizio pubblico è l'insieme dei doveri che i cittadini devono alla comunità attraverso il loro lavoro e la loro dedizione al Paese, il servizio reciproco dei membri della nazione per l'interesse di tutti garantito da tutti, in contrapposizione agli interessi particolari. Pertanto, solo la nozione di servizio pubblico si sovrappone a quella di interesse generale. Infatti, tutto dipende da come viene definito questo interesse generale.
La Dichiarazione di Santiago, la mobilitazione per un futuro pubblico, l'unico che potrà sostenere il buen vivir
La Conferenza di Santiago è andata oltre. In effetti, la bozza della Dichiarazione di Santiago, scritta a più mani sulla base delle centinaia di voci di diverso colore e tonalità ascoltate, è stata un'opportunità per aggiornare questi concetti alla luce dei contributi dei partecipanti del Sud globale. Un futuro pubblico significa garantire che tutto ciò che è essenziale per una vita dignitosa sia sottratto al controllo privato e posto sotto forme decoloniali di controllo collettivo, trasparente e democratico. In alcuni contesti, ciò significa interventi decisivi a livello locale, regionale e/o nazionale da parte dello Stato. In altri contesti, significa rafforzare le organizzazioni popolari, compresi i sindacati, e ampliare gli spazi di autonomia, i beni comuni e il controllo collettivo e comunitario sulle risorse. Perciò sono apprezzati i partenariati pubblico-pubblico o pubblico-comunitario, ma, allo stesso tempo c'è una forte resistenza ai partenariati pubblico-privato che servono solo a estrarre risorse dal pubblico per interessi privati.
L'incontro è diventato un'occasione per vedere e ascoltare chi non condivide le stesse realtà, per trovare le affinità che permettono di camminare insieme verso un futuro pubblico. Insieme, contro l'emarginazione e la stigmatizzazione, in difesa di tutti, compresi i lavoratori con disabilità, tutti gli orientamenti sessuali e l'identità di genere.
Certamente c'è ancora del lavoro da fare, ciò che è stato consolidato non deve essere mollato e ciò che è stato promosso non può essere riportato indietro perché, come hanno affermato i partecipanti, è chiaro che "quando ci uniamo e combattiamo insieme, vinciamo".