Le Parole che vengono dal mare camminano nel vento e conservano la voce delle onde. Hanno in sé una forza misteriosa: felice chi le riceve e sa ascoltarle.

Nella casa sull’isola due donne stanno sedute l’una accanto all’altra di fronte alla grande vetrata. Conversano dolcemente, si percepiscono i loro sospiri, talora sussurrano con complicità; seguono lunghi silenzi mentre lo sguardo che vede lontano osserva le increspature sulla mutevole distesa del mare. Come in attesa di un innamorato stanno aspettando il ritorno del cercatore di parole.
I suoi viaggi hanno avuto inizio quando le parole hanno deciso di abbandonare il mondo degli uomini.

Marinaio, pescatore, antico eroe salvatore dei mondi che le parole contengono, egli ne va alla ricerca. A volte le trova ferite, fatte a pezzi, spesso morte.
Tutte vengono raccolte amorevolmente e portate nella casa sul mare costruita per loro. Le donne se ne occuperanno, ne avranno cura, cercheranno di allungare loro la vita.
Qui, nella casa delle parole, esse possono rinascere, prendere nuovo vigore, muoversi liberamente, comunicare e suscitare emozioni.
Se qualcuno vuole tornare ad incontrarle può tentare di raggiungere l'isola o, almeno, provare a mettersi in contatto con le custodi della casa.
Non sappiamo se ci siano altri abitanti.
Le parole, una volta ristabilite, sono libere di fermarsi qui o di tornare nel mondo.
Ad ogni approdo il verbonauta sosta per riposare prima di ripartire per un nuovo viaggio.
I nomi delle due donne sono Alma e Olga.

Alma: Quando pensi che approderà sulla spiaggia di Lemno? A che ora, intendo! Sarà di giorno o di notte?
Olga: Se le sue reti sono colme preferirà non farsi vedere. Non vorrà svelare il suo mare segreto.
Alma: Credi che lo troveremo intento a fissare Cassiopea oppure Berenice? E se il suo sguardo fosse puntato su Orione?
Olga: Sarà solo anche questa volta e giocherà con una stella marina. E' difficile tornare...
Alma: Chissà se avrà trovato il labirinto. Il viaggio era lungo
Olga: La magia ha ripreso le forze. L'avrà aiutato. Non dubitare del suo ingegno
Alma: L'inno è di nuovo salito in alto e l'ingenuità è rinata per onorare la Signora del mare.
Olga: Leggi ancora la sua lettera
Alma: E' stato gentile Alessandro a recapitarcela nonostante il temporale.

(Alma legge la lettera ad alta voce)

Mia adorata Esperia,

mi è tornato alla mente il nostro magnifico giardino e l'albero dalle mele color dell'oro. Quanti draghi dovrò ancora uccidere per poterti stringere tra le braccia?
Il pane d'orzo impastato dalle tue mani esperte sta cuocendo nel forno.
Un giorno passato insieme sul mare.
I pini ondeggiano come danzatrici.
Un pomeriggio d'estate nella vecchia casa.
Una grande ombra e il canto dell'acqua.
Il suonatore di flauto. La melodia aveva cinquecento anni, forse mille. Là dove fioriscono i ciliegi a primavera e nelle notti estive brillano le lucciole.
Una fanciulla accanto all'obelisco. Somigliavi a quelle farfalle d'argento avvolte nelle pieghe delle proprie ali. La rima mi sembra più dolce ogni volta che l'ascolto. Il piacere è davvero figlio del dolore.

A volte l'ascesa comincia con un viale fiancheggiato da alberi giganti, con mostri di pietra che guardano la via a regolari intervalli. D'un tratto si erge davanti a me una scalinata che, addentrata nel cupo verde, conduce ad una terrazza ombreggiata da più antichi e più vasti alberi. Poi altri gradini conducono ad altre terrazze, tutte nell'ombra. Ho dovuto salire, salire, salire ancora finché, quando la speranza era perduta, il mausoleo è apparso come in un sogno.
Così era allora. Tutto ciò che cresceva aveva bisogno di tanto tempo per crescere e tutto ciò che finiva aveva bisogno di lungo tempo per essere dimenticato.

Olga: E' là che l'enigma ha trovato il suo rifugio
Alma: Dodici paia di scarpe ho consumato
Olga: Dodici fiaschi di lacrime ho versato. Ti ricordi quanto ci piaceva quella favola?
Alma: Non mi riesce di ricordarne il titolo
Olga: Quando tornerà potremo ancora giocare agli indovinelli
Alma: Per ogni soluzione trovata tre biscotti al miele
Olga: E alla terza vittoria due al cioccolato, non dimenticarlo!
Alma: Non credi che l'illusione possa essere lì?
Olga: Come ti viene in mente?
Alma: Gli idoli di pietra stanno sempre accanto a chi gioca con gli specchi. Forse per impedire che vadano in frantumi
Olga: Quella volta guardavamo nel caleidoscopio e scherzavamo sulla macchina per costruire i sogni.
Che paura quando comparve davvero il grande illusionista del circo.
Alma: Non ce l'aspettavamo
Olga: L'abbiamo guardato come fosse uscito dalla bocca della Chimera
Alma: Già. E lui disse: "non volete i biglietti per lo spettacolo? Sono in omaggio"
Olga: Ci venne da ridere per il suo accento buffo
Alma: E disse ancora: "non arrivate in ritardo, eh signorine! Io sono il mattatore e non aspetto nessuno"
Olga: Mi chiedo perché Maira continui ad abbaiare stasera. Temo sempre che annunci brutte notizie
Alma: Ma no! Sai quanto le piacciano le notti stellate!
Olga: Sì, a volte lo dimentico. E questa sera il cielo è davvero pieno di Stelle
Alma: Piuttosto guardiamo anche noi lo spettacolo
Olga: Mi è parso di udire la voce
Alma: Potrei ascoltarla mille volte e ancora le chiederei di raccontare. E' davvero straordinaria. Con lei puoi attraversare città e paesi, giungere fino alle lontane Indie. Al suo passaggio altre voci risuonano e da ogni bocca del gigante escono parole diverse.
Olga: Quanto avrei desiderato tenermi i piccoli animali del grande cerchio dello Zodiaco! Chissà se il Sagittario sarà di nuovo riuscito a lanciare le sue frecce. All'eroe sono giunti gli schizzi delle acque in cui si bagna la Vergine. Il suo sguardo si è posato su di lei e sono comparsi insieme il Sole e la Luna. Gli occhi erano accecati dalla luce troppo intensa.
Alma: All'Amore non serve vedere il mondo. Basta sentire il ritmo delle onde. Lasciare che tutto scorra come il suono del flauto di canna.
Olga: Ecco, i tamburi annunciano che un altro viaggio ha avuto inizio. Dove andrà questa volta lo sciamano? Dove cercherà gli spiriti maligni?
Alma: In quale porto credi che si sarà fermato per stanotte?
Olga: Vieni, guardiamo la carta. Ci farà bene. Qui c'è l'isola galleggiante
Alma: Il suo nome è molto bello. Significa "Il giardino della Grazia e della Pace." Dicono che lì si trovi un acquario dove nuotano pesci a forma di cervi volanti, coloratissimi.
Olga: E se fosse giunto fino alla Terra Australe? Tutti i suoi abitanti sono ermafroditi
Alma: Un particolare davvero curioso!
Olga: La loro bocca è piccola e hanno labbra più rosse del corallo
Alma: Ti ricordi quando abbiamo provato a baciare lo specchio?
Olga: Già, è stato prima di quella festa in campagna. Fosti tu a dire: "non si sa mai. Meglio essere preparate"
Alma: Dovunque sia speriamo che il suo sonno sia dolce e ristoratore. Che non senta freddo. Che i suoi sogni siano degni della sua fantasia. E vorrei che si svegliasse al suono della parola che fluisce, dolce come il miele Olga: Presto assaporeremo ancora l'odore acre del the di Ranchipur
Alma: A dire il vero l'ho sempre trovato un po' troppo amaro
Olga: Sì, hai ragione, ma è così intenso il piacere di sorseggiarlo ascoltando il suo racconto che il nettare non potrebbe essere più delizioso
Alma: Mi à venuta una gran voglia di rileggere qualche pagina del suo diario di viaggio
Olga: Ho paura che la nostalgia approfitti di noi. Riuscirà come sempre a farmi piangere
Alma: E perché mai dovremmo temere le lacrime? Non sono altro che le parole che il cuore non riesce a pronunciare. E noi siamo amiche delle parole. Lo sai che la melanconia ha bisogno delle nostre piccole tristezze per non morire.
Olga: Vai tu a prendere il diario. Io finisco di ricopiare la ricetta del gelato di more

(Alma comincia a leggere)

Oggi è il 7 di Gennaio

Mi è tornata alla mente la frase di un vecchio film: "il dolore che non parla sussurra al cuore oppresso e lo spezza". E io ho il cuore gonfio.
A volte penso di essermi assunto un compito troppo arduo. Sono stato temerario, incosciente o folle? Se chiudo gli occhi sento i passeri che si rincorrono fra i rami e vedo i fiori della grande magnolia. Il loro profumo è così intenso ed inebriante! La loro bellezza dura soltanto un giorno. E perché mai dovrebbe durare più a lungo?
Una corda nella mia mente ha vibrato. Fatico a percepire la voce del tuo pensiero: sei lontana, troppo lontana. Quando potrò sentirti e guardare il tuo silenzio?
Le stelle promettono un buon domani. Che la notte scenda lieve sui tuoi occhi!

(Olga riprende la lettura)

A volte quando fatico a trovare le parole o mi sfuggono quelle che credevo di aver già raggiunto mi siedo nella grande cucina, cerco di ricordarne l'odore, di sentire il caldo del grande camino e aspetto. Aspetto che tornino le immagini di un pomeriggio attraversato da vecchie canzoni. Le loro parole sembravano così prevedibili eppure non potevamo evitare la commozione. I nostri sensi sono sempre più coraggiosi della presuntuosa macchina dell'intelligenza.

Ti sono sempre piaciute le storie di grandi ed infelici amori.
Adesso ti sarai già seduta sulla tua poltrona preferita e avrai infilato sotto il cuscino i tuoi piedini che sentono sempre troppo freddo.
Ecco, adesso sei pronta e la mia voce non tarderà a toccare il tuo orecchio curioso.
Di tanto in tanto sarai costretta a fermarti perché i tuoi occhi si riempiranno di lacrime. Dapprima cercherai di capire perché continui a comportarti come una vecchia bambina che crede nelle fiabe. Poi non ti importerà più nulla. Nulla dovrà essere spiegato e la tua storia si mescolerà a quella della protagonista e il tuo cuore andrà lontano, camminerà per quei sentieri dove nessuno può seguirti poiché solo tu conosci la via per tornare e gli altri hanno paura.
Mai come ora capisco quanto mi piace aspettare che tu ritorni dai tuoi viaggi misteriosi! A volte ho creduto di non riconoscerti, mi sei sembrata diversa, ma sempre ti ho trovata più bella di quando sei partita.

Non sarai diventata troppo triste, cuoricino mio!

Sai che i poeti come l’amore cercano la felicità in luoghi sconosciuti dove i saggi non possono entrare e i pazzi raccolgono conchiglie ai piedi di una collina fiorita di oleandri.
Non credi che un giorno troveremo anche noi uno di questi luoghi? E io leggerò per te questi versi:

Dimora d'amore
Del figlio dell'acqua
Luna estiva

Pioggia primaverile
Proprio ora le cose
Diventano splendide

Luna piena autunnale
La marea spumeggiante
Scivola dalla porta

Luna piena
Oggi anche tu
Vai di fretta

Pescatori d'acqua dolce
Una voce dice
Tornate a casa

(pausa)

Olga: Da tanto non passeggiamo fino alla grotta del melograno
Alma: L'aria non è ancora abbastanza tiepida
Olga: Guarda, sta uscendo il sole. Oggi potremmo tentare di arrivarci
Alma: Ricordati di mettere le scarpe giuste. la roccia trasuda e fa freddo lungo le pareti decorate a mosaico
Olga: Il vecchio pescatore mi ha raccontato che una volta entrò per ripararsi dalla pioggia e trovò due roselline gialle nella piccola nicchia. Pensava che fossimo state noi a metterle
Alma: Quando lo incontrai al faro lo chiese anche a me. Non voleva credere che non fosse così. "Sei proprio sicura che non sia stata una di voi?" Ha insistito parecchio. "Chi le avrà portate?" si chiese alla fine quasi parlando con se stesso. E poi di nuovo il suo sguardo si posò sul mare. Riprese a guardare lontano, sempre al di là delle onde.
Olga: Non l'ho più sentito parlare di quell'episodio. Solo una volta disse: "finché qualcuno onorerà le Muse avremo una speranza"
Alma: Vorrei che anche questa volta la sua saggezza fosse portatrice di verità
Olga: Dobbiamo ricordarci di staccare i frutti del melograno quando saranno maturi
Alma: Quando apriremo la prima mela conteremo i chicchi e li divideremo per tre. Sette li getteremo in acqua, altri sette li affonderemo nella terra e sette saranno per il primo quarto di luna.
Olga: Ho incontrato Sibilla che raccoglieva conchiglie sulla spiaggia
Alma: La sua casa sarà ormai terminata
Olga: No, credo che non terminerà mai. Il mare le porterà sempre nuove conchiglie e lei continuerà ad aggiungerle alle altre mille e mille e ancora mille.
Alma: E quando le pareti non basteranno più?
Olga: Sibilla chiederà alla sorte un'altra vita per costruire un'altra casa di conchiglie
Alma: Credi che abbia già vissuto in un altro mondo?
Olga: Ne sono certa. Per questo il suo dire è così misterioso ed ammaliante

( Silenzio)

Alma: Quando credi che tornerà?
Olga: Sono davvero strane le leggi che governano il tempo
Alma: Lo sono ancora di più quelle che governano la fantasia!
Olga: Come puoi pensare che la fantasia abbia una qualche legge?
Alma: Perché ogni cosa ha una legge, persino la libertà
Olga: A volte le parole danno voce ai pensieri senza che la mente se ne accorga. Mi piace molto riuscire ad ingannare la mente: è sempre così sicura di sé. Vuoi aiutarmi a cercare il ventaglio di pizzo? Non vorrei che l'estate arrivasse in fretta. Forse non lo userò ma ritrovarlo mi farebbe stare più tranquilla.
Alma: Che cos'altro mi chiederai per non rispondere alla mia domanda?
Olga: Non so quando tornerà. Non voglio pensarci, non voglio essere triste, non voglio guardare il mare e non voglio nemmeno ascoltare il vento. Possiamo solo aspettare
Alma: Ma sarà riuscito a raggiungere la casa costruita sull'albero? Soltanto da lì può vedere l'orizzonte e interrogare il profeta.
Olga: Non temere! Il suo piccolo amico gli avrà fatto da guida anche questa volta. I bambini sanno viaggiare sugli aquiloni, attraversare le foreste sugli elefanti di porcellana e dormire nel nido di un passerotto. Angelo gli avrà dato il messaggio scritto sulle foglie di palma. I suoi desideri avranno raggiunto la stella del mattino. Il genio sarà entrato nel suo sogno e tutti i prodigi si saranno compiuti.
Alma: Allora tu credi che sarà felice?
Olga: No, sarà orgoglioso di aver obbedito al suo destino ma non può essere felice lontano da qui
Alma: Forse si sarà bagnato nelle acque del grande fiume e l'eco gli avrà portato il canto delle donne che guardano le ombre della sera e il debole sole del mattino. Anche lui avrà fissato l'orizzonte e avrà cercato di vedere il suo piccolo sole, di udire le gocce di pioggia sui vetri, d'autunno.
Olga: Sull'isola c'è stata tempesta. Nella notte il vento ha gridato dall'alto del faro e l'antica superstizione ha assunto ancora una volta l'immagine della donna del mistero. Dicono che parli un idioma sconosciuto. Seduta sul grande sasso ha guardato scorrere le nuvole. Ha cercato forme sconosciute, ma erano troppo veloci.
Ha ascoltato gli alberi per trovare suoni rassicuranti. Non si udiva altro che silenzio.
Alma: Attenderò che il viaggio si compia
Olga: Non aspetto nessuno e non c'è nessuno che mi aspetta. Ma bisogna pur pensare che prima o poi qualcuno arriverà e si siederà con te sul grande sasso a guardare le nuvole.
Alma: Allora si muoveranno piano piano e potremo vedere navi che salpano per terre lontane e cavalieri che sconfiggono mostri. E poi quando il vento si sarà placato entreremo nel giardino segreto attraverso il cancello nascosto sotto la pianta di alloro. Cammineremo lungo il sentiero protetto dai rami dei gelsi e forse potremo raccontarci qualcuna di quelle belle storie che il calare del sole interrompeva ma che non potevano finire
Olga: Ma ci sarà sempre la casa con le pareti di vetro?
Alma: Certo che ci sarà, altrimenti non potremmo narrarci la fiaba del principe felice.
Olga: Già, avevo dimenticato il sortilegio. Non dovrete mai raccontarla ad alta voce e dovrete stare nella stanza di vetro, e sedervi vicine. Non provate a trasgredire. Il principe tornerebbe ad essere un pettirosso e non potrebbe più incontrare il suo amore. Non abbiamo mai avuto il coraggio di tentare la verità.
Alma: E' proprio per questo che la casa di vetro resiste agli uragani e il principe può essere felice! Sediamoci. Adesso tutto è pronto.

Questo verbodramma salva la vita alle parole di seguito riportate, in ordine di apparizione: labirinto, magia, inno, ingenuità, melodia, obelisco, rima, mausoleo, enigma, illusione, idoli, caleidoscopio, chimera, mattatore, zodiaco, sagittario, eroe, sciamano, nostalgia, melanconia, Muse, Sibilla, orizzonte, profeta, angelo, genio, prodigio, eco, sortilegio.