Stiamo attraversando un’epoca particolarmente difficile per la salute del corpo e della mente ed è molto importante aiutare la nostra guarigione integrando le scienze mediche occidentali con un approccio olistico alla vita. L’origine della malattia, infatti, è spesso di natura psicosomatica, perciò riconoscere le cause più profonde del proprio malessere rappresenta parte della cura stessa. Il raggiungimento di una consapevolezza interiore, l’equilibrio e l’armonia del corpo, consentono di ristabilire quello stato di benessere perduto per le ferite del passato, per i traumi del tempo presente, per le angosce di un futuro incerto.

Si è diffuso anche nel nostro Paese e in tutto il mondo occidentale, lo studio delle filosofie orientali e delle pratiche degli Antichi Maestri che vengono applicate in modo sempre più capillare per far fronte allo stress dei tempi moderni. Esploriamo una antica disciplina marziale psico-fisico-spirituale, il Tai Chi Chuan, attraverso l’intervista a Enrico Passeri, diplomato presso l’Università dello Sport di Pechino, Maestro V Duan presso la Chinese Wushu Association, la più importante e prestigiosa istituzione al livello mondiale per lo studio e la diffusione delle arti marziali cinesi nel globo, titolo riconosciuto dal CONI in Italia.

Possiamo dire che il Tai Chi Chuan consiste in una serie di esercizi statici e dinamici per imparare a controllare il flusso dell’energia all’interno del proprio corpo? E cosa significano letteralmente questi tre termini?

Per poter rispondere a questa domanda, in primo luogo occorre comprendere che in cinese molto spesso un ideogramma può avere molteplici significati. Il termine “Qi Gong”, conosciuto in occidente come Chi kung, può essere tradotto letteralmente come “lavoro sull’energia”, quello Taiji Quan (noto in occidente come Tai Chi Chuan) nel suo significato più letterario è traducibile come “Arte del Pugilato Estremo”, ma viene soventemente identificato come “Arte della Divina Salute”. In realtà di tratta di traduzioni che pongono l’accento l’una sull’aspetto marziale, l’altra su quello relativo al benessere, che sono le principali sfaccettature di questa bellissima arte del movimento lento e fluido. Nel Tai Chi e nel Chi Kung ci sono esercizi statici, in cui si rimane immobili in una determinata posizione, semi-dinamici, durante l’esecuzione dei quali muovo il tronco e le braccia ma senza fare passi, e dinamici, in cui abbino il movimento della parte superiore del corpo con quello della parte inferiore, spostandomi nello spazio circostante.

Noi occidentali siamo abituati a praticare quest’arte marziale come fosse una ginnastica, cosa la differenzia, invece, da un mero esercizio fisico?

I cinesi dicono 太极拳的特点是意念与动作相结合 (tàijí quán de tèdiǎn shì yìniàn yǔ dòngzuò xiāng jiéhé), che significa “La particolarità del Tai Chi Chuan è che mente e movimento sono collegati in maniera imprescindibile”. Sicuramente è molto di più di un mero esercizio fisico, in primo luogo perché attraverso la lentezza si ottiene la consapevolezza del movimento, e poi perché nulla è affidato al caso: ogni posizione, se effettuata correttamente, risponde a determinati principi interni e di biomeccanica del corpo. È un discorso molto complesso che non può di certo essere esaurito in poche righe, ma da un punto di vista basilare si può affermare che il Tai Chi è studio e arte del movimento, ampliamento della mente e dei suoi orizzonti, ricerca del rilassamento profondo, da cui deriva efficacia e potenza di un corpo umano, unione di mente, respiro ed esercizio fisico.

Per poter apprendere i segreti di questa disciplina hai trascorso lunghi anni in Cina, che tipo di esperienza è stata?

Sicuramente è stata un’esperienza non facile, probabilmente la più significativa della mia vita. Vivere all’estero per parecchio tempo è molto difficile, soprattutto in un paese distante dal nostro come la Cina, in cui se non sei disposto ad imparare la lingua locale sei praticamente tagliato fuori da tutto. Quando andai per la prima volta, nel 2005, le condizioni igieniche erano veramente pietose, e forse una persona su cento parlava qualche parola d’inglese. Ho vissuto giorni meravigliosi con i miei maestri, che mi hanno accolto come una sorta di fratello minore o figlio adottivo, commossi dalla mia dedizione verso quell’arte che mia aveva portato a raggiungere l’altro capo del mondo. Ma ci sono anche stati momenti molto difficili, periodi di grande solitudine e sofferenza che non avrei mai potuto sostenere se non fossi stato così motivato a comprendere l’essenza del Tai Chi, approfondendo la mia conoscenza di quelle filosofie orientali che mi avevano affascinato già da quando ero un ragazzo che frequentava il liceo classico.

C’è stato un Maestro che ti ha fatto comprendere l’essenza di quest’arte svelandoti in qualche modo i suoi misteri?

Ciascuno dei miei tre maestri ha lasciato un’impronta indelebile in me e nella mia comprensione del Tai Chi. Ho scelto di approfondire più di uno stile proprio per poterli comparare ed integrare, perché reputo che osservare una materia di studio da differenti sfaccettature sia sicuramente il metodo migliore per apprendere scavando in profondità. Un episodio in particolare mi ha fatto assistere a qualcosa che reputo miracoloso, ma temo che le parole non potrebbero mai descrivere ciò che ho provato e sentito con ogni cellula del mio corpo, di fronte al mio maestro che si muoveva potente e maestoso come un cielo che tutto comprende e nulla esclude. Lo osservavo rapito dall’intensità dei suoi movimenti e percepivo qualcosa di unico e irripetibile: era come se il cielo, la terra, il vento, ed ogni singolo ente della natura fosse parte della sconfinata danza che quel giorno mi ha dedicato per farmi comprendere l’essenza della sua arte.

Cosa significa sfruttare l’energia interiore che accompagna ogni singolo movimento come un’ombra che segue il corpo?

Questa purtroppo è un’altra di quelle domande a cui è impossibile rispondere solo con le parole e sono sicuro che molti rimarranno increduli di fronte a ciò che sto per dire. Posso assicurarvi che ci sono maestri talmente potenti da essere in grado di farti schizzare via con un piccolo movimento impercettibile di un solo braccio, apparentemente. Ma occorre anche sfatare un luogo comune ridicolo e molto pericoloso, tramandato da molti film di arti marziali. Se veramente pensate che sia sufficiente respirare in qualche modo bizzarro o focalizzare tutta la vostra attenzione per sprigionare una tale potenza, siete totalmente fuori strada. Il movimento interno è estremamente complesso: consiste in micromovimenti invisibili ad occhio nudo del Dan Tian, (centro energetico situato tre dita sotto l’ombelico), della schiena e dei visceri. Per poterlo apprendere sono necessari sacrifici inimmaginabili, un allenamento costante di almeno due ore al giorno per molto, molto tempo, e soprattutto la capacità di arrivare a un rilassamento totale e profondo del corpo dalla punta dei piedi fino all’ultimo capello, cosa già di per sé per niente scontata. Molto spesso crediamo di essere rilassati ma non lo siamo davvero, quasi tutti abbiamo contratture croniche soprattutto al livello delle spalle o della schiena, e soprattutto la nostra mente non riesce a fermarsi un istante nella frenesia delle vite caotiche che conduciamo. Ciò riguarda l’aspetto marziale. Per quanto concerne quello salutistico invece vale il principio che ho già menzionato in una risposta precedente, secondo il quale mente e movimento sono collegati in maniera imprescindibile. Praticando in questa maniera, sicuramente otterrete innumerevoli benefici per la vostra salute pisco-fisico-spirituale.

Si tratta di un sistema di studio del movimento, di meditazione dinamica e di difesa personale che deriva dal Kung Fu e dall’antica cultura cinese, ma in che cosa consiste?

Consiste di una sequenza di posture, che privilegiano un’esecuzione lenta, armoniosa e ininterrotta, durante le quali è possibile prendere coscienza del proprio corpo e dell’energia che lo attraversa quando vengono rimossi i blocchi fisici ed emotivi che ne impediscono il libero flusso. Come ho già accennato, il rilassamento è la base da cui partire per rimuoverli.

Quali sono i benefici di una corretta pratica?

Riguardano molteplici livelli del nostro essere ed è per questo motivo che in Cina il Tai Ji Quan è anche conosciuto come: “Arte della Divina Salute”. A livello fisico ed energetico costituisce un valido sistema di prevenzione e aiuto in varie patologie:
1-Circolatorie (del sangue e dell’energia);
2-Respiratorie;
3-Biomeccaniche;
4-Posturali;
5-Osteoarticolari (in particolare cervico – dorso lombagie);
6-Nervose (stress, tensioni, affaticamento, depressione);
7-Per riequilibrare lo Yin e lo Yang;
8-Per raggiungere la longevità.

Cosa si intende per visione “circolare” nella cultura cinese?

Secondo gli antichi Maestri lo studio dei fenomeni della vita e della natura non è settoriale, ma ogni singolo aspetto del sapere è parte di una totalità. La filosofia, la letteratura, la calligrafia, la medicina, le arti marziali, sono in un modo o nell’altro sempre connessi, hanno alcuni o molti aspetti in comune. Il Tai Ji Quan è stato molto influenzato, ed ha a sua volta influenzato con il suo sviluppo, sia la filosofia taoista, che la Medicina Tradizionale cinese.

Quali sono i concetti di base del Tai Chi?

Quello di Qi (traducibile come “soffio vitale”, “respiro”, “energia”) e quello della continua alternanza dello Yin (principio femminile, passivo, recettivo, morbido, accogliente, oscuro, negativo) e dello Yang (principio maschile, attivo, duro, luminoso, splendente, positivo) nella vita e nel movimento. Sono elementi di derivazione taoista e costituiscono i cardini della Medicina Tradizionale Cinese. Secondo questi due principi (del Qi e dello Yin-Yang) l’esistenza e la salute di ogni essere vivente deriva dallo stato del suo “Qi”, dal modo in cui la sua energia fluisce, che a sua volta dipende da un giusto equilibrio e dall’integrazione delle due polarità energetiche dello Yin e dello Yang all’interno del suo organismo.

Quali stili della pratica sono oggi riconosciuti ufficialmente?

Sono cinque: 1) Il Tai Ji Chen, caratterizzato dai movimenti a spirale; da una esecuzione non costante, in quanto alterna fasi lente e morbide a improvvise esplosioni di potenza con movimenti velocissimi e scattanti. 2) Il Tai Ji Yang, che si basa su ampi cerchi delle braccia e delle gambe, movimenti fluidi e armonici eseguiti sempre alla stessa velocità, con grande leggerezza e aprendo il più possibile il corpo senza subire contratture. 3) Il Tai Ji Wu (di Wu Yuxiang), caratterizzato da un movimento delle mani con piccole spirali e piccoli cerchi, da passi brevi e per lo più rettilinei. 4) Il Tai Ji Wu, (di Wu Quanyou), molto simile allo yang, dal quale peraltro deriva, ma caratterizzato da posizioni del corpo più inclinate rispetto allo Yang. 5) Il Tai Ji Sun, pur essendo in parte simile al Wu (di Wu Yuxiang), contiene al suo interno innumerevoli elementi di Pa Kua Zhang (Boxe degli Otto Trigrammi) e Shing Yi Quan (Pugilato della Forma della Mente), in quanto il suo fondatore, Sun Lu Tang, era un grande esperto di questi stili. Unendoli creò uno stile di lotta che combina i movimenti rettilinei e diretti dello Shing Yi con alcuni passi evasivi del Pa Kua e con il movimento fluido e morbido delle mani caratteristico del Tai Ji Quan.

Sei anche insegnante di Qi Gong, letteralmente "lavoro sull'energia e sul respiro", in che cosa consiste?

Si tratta di una pratica di derivazione taoista, che comprende vari esercizi statici e dinamici per imparare a controllare il flusso dell’energia all'interno del corpo umano e ad equilibrarlo con quello del cielo e della terra.

Quali sono i suoi benefici per la salute?

Sono di natura psico-fisica e motoria dell'individuo, ma c’è anche una graduale elevazione della coscienza e dello stato energetico del praticante.

Esistono varie forme di Qi Gong?

Le tipologie principali sono quello terapeutico, e quello marziale, che a loro volta comprendono: 1. Esercizi Statici: dove gambe e braccia sono ferme in una posizione statica; 2. Esercizi Semi-Dinamici: in cui braccia e gambe si muovono, ma non si eseguono passi; 3. Esercizi Dinamici: in cui si eseguono passi, ci sono rotazioni del busto e cambi di direzione.

Che differenze ci sono tra le due discipline, Tai Chi e Qi Gong? Che cosa hanno in comune?

Il Tai Chi Chuan è sicuramente molto più dinamico rispetto al Qi Gong, da cui peraltro presumibilmente e in accordo con quanto afferma la storia del monaco Bodhidharma, deriva: se ne differenzia soprattutto per un aspetto marziale che nel Qi Gong non esiste. Sono discipline eccellenti per la salute, entrambe lavorano sull’energia con principi molto similari, ma solo nel Tai Chi troviamo lunghe forme che includono sequenze di movimenti marziali.

Che cosa suggerisci a chi vuole conoscere queste discipline?

Suggerisco a tutti i neofiti che approcciano queste discipline per la prima volta di interfacciarsi con maestri qualificati che conoscano in primo luogo la biomeccanica del corpo, onde evitare infortuni indesiderati. Consiglio caldamente di non limitarsi a uno studio superficiale dei movimenti fine a se stesso, dedicando del tempo anche agli importanti aspetti filosofici ed energetici che possono condurre al cambiamento di uno stile di vita malsano, indirizzando l’individuo verso una maggiore cura della propria salute a 360 gradi.

A quali categorie di persone giovano?

A persone di tutte le età. Se praticati correttamente e adattati alle esigenze e possibilità fisiche di una persona, il Tai Chi e il Qi Gong non possono avere effetti collaterali, ma solo portare benefici in termini di salute e flessibilità.

Nel tuo sito parli di Taiji olistico. Che cosa intendi esattamente?

Sono sempre stato affascinato da quelle discipline che possono condurre ad una prevenzione della malattia, nonché ad un ampliamento degli orizzonti di una persona, comportando una crescita spirituale ed un miglioramento nello stile di vita. Prendendo spunto dalla visione di sintesi della cultura cinese, che ho sempre condiviso, ritengo che sia di vitale importanza saper fare i collegamenti fra le varie materie oggetto dei nostri studi, integrandole per arrivare ad una conoscenza più ampia possibile. Pertanto ho affiancato lo studio del Tai Chi e del Qi Gong con quello di molte altre medicine alternative, quello delle filosofie orientali con la sapienza che deriva dalle recenti scoperte della fisica quantistica. Oltre ad essere un maestro di Tai Chi e Qi Gong sono anche un naturopata esperto nella terapia con i fiori di Bach, perché reputo che nel novanta per cento dei casi l’origine della malattia sia di natura psico-somatica o dovuta a stili di vita errati. Collaboro con la Yoga Darshana University a Roma, dove insegno e offro le mie consulenze. Inoltre sono un maestro associato ed affiliato ad HAP, (Holistic Alliance Professionals), un’associazione internazionale che rappresenta professionisti del mondo olistico e organizza corsi di formazione in accordo con le linee guida stabilite dall’WHO (World Health Organization).