Sai respirare? Se ti viene da rispondere certo che sì, pensaci bene. Fermati un secondo e osserva il tuo respiro. Quanto profondo è? Quanto libero? Quanto invece è contratto e superficiale? Stai usando tutta la tua capacità respiratoria? Durante la giornata quanto spesso respiri veramente?

Dal punto di vista fisico, il respiro è il nostro filo di collegamento con la vita. Possiamo rimanere senza cibo per 30 giorni, senz’acqua per tre giorni, ma se non respiriamo per tre minuti moriamo. È dimostrato, inoltre, che fino al 75% delle tossine vengono espulse dal corpo attraverso la respirazione.

Studi medici dicono che il 90% della popolazione utilizza solo il 30% delle proprie capacità respiratorie, sovraccaricando così gli organi interni, che si trovano a dover lavorare molto di più.

Dal punto di vista emotivo anni di stress, di paura, e di vita moderna sono le cause di un modo di respirare contratto.

Studi clinici hanno dimostrato che le emozioni sono direttamente collegate al respiro e quando esso si apre diventa il veicolo per trasformare le negatività soppresse e immagazzinate nel subconscio.

Imparando a respirare in modo diverso, avremo dei cambiamenti significativi nella nostra vita.

Il respiro è inoltre studiato e praticato consapevolmente da sempre in tutte le discipline spirituali, la parola stessa in-spirare significa portare lo spirito dentro di noi, come importante forma di connessione con il Divino con la propria Anima ed è la base della maggior parte delle pratiche meditative.

7 consigli per allenare il tuo respiro

  1. Ogni tanto, durante la giornata, porta l’attenzione al tuo respiro: ascoltalo, renditene conto. Puoi farlo in qualsiasi momento, anche se sei occupato in altre cose.

  2. Ogni tanto, durante la giornata, approfondisci la tua inspirazione: fai almeno 5 respiri profondi (meglio 10).

  3. Quando respiri più profondamente, fallo in modo rilassato: non occorre che tu ti sforzi.

  4. Quando respiri più profondamente, espira in modo rilassato: non buttare fuori l’aria, lascia che esca naturalmente.

  5. Respira immaginando che la tua gabbia toracica sia una fisarmonica: si apre quando inspiri, si chiude quando espiri.

  6. Respira con un ritmo lento se ti vuoi rilassare; usa un ritmo più veloce se ti vuoi ricaricare.

  7. Se ti trovi in uno stato d’animo poco piacevole (tristezza, disagio, ansia, nervosismo, preoccupazione), espira immaginando che quello che provi esca e inspira immaginando che, insieme all’aria, entrino gioia, tranquillità, pace, relax.

7+1 l'esercizio

Trova almeno 5 minuti al giorno da dedicare a te stesso e al tuo respiro in completa tranquillità: per 5 minuti, stando disteso, respira pienamente e permetti che tutto il tuo corpo respiri, riposandosi e rigenerandosi.

Ecco come fare questo esercizio: fai dei respiri profondi e non fare pause/apnee tra inspirazione, espirazione, inspirazione eccetera: crea un flusso costante e rilassato di entrata e uscita dell’aria.

Mentre fai questo esercizio, se inspiri dal naso, espira dal naso; se inspiri dalla bocca, espira dalla bocca: è diverso da quello che ti hanno insegnato, ma ha effetti più salutari.

Il respiro per ricongiungerci alla parte divina che è in noi.

Esiste un modo di respirare
Che è inibito e restrittivo
Ma ne esiste un altro:
un respiro d’amore
che ti conduce fino all’infinito.

(Rumi)

Con queste parole Rumi ci invita a guardare il respiro nella sua pienezza, nella sua natura vitale, che coinvolge il corpo e si espande alle emozioni e allo spirito, fino a ricongiungerci con la parte divina che è in noi.

Per i Greci lo spirito era pneuma, il soffio vitale. Per i Romani era Spiritus, per gli Hindu atman, ovvero «Dio nel corpo». Con le parole nafas e ruh, «il respiro e l’anima di Allah», nel Corano il respiro viene indicato come un’energia divina che regola le emozioni e l’equilibrio del corpo umano. Nell’ebraismo il nome di Dio è YHWH. Non viene mai pronunciato, ma se ci si provasse, il suono che ne uscirebbe sarebbe simile a quello di un respiro. Nel secondo capitolo della Genesi, Dio creò il primo essere umano e «soffiò nelle sue narici il respiro della vita» e l’uomo divenne un’anima vivente.

In uno dei libri più antichi dello yoga Kashmiri, il praticante è istruito su come respirare profondamente così che lo spirito sia nutrito, e si dice che i miracoli degli yogi siano principalmente dovuti al controllo del respiro. Mito? Verità?

Vero è che alterando il tipo di respirazione variamo la composizione chimica del nostro sangue e modifichiamo emozioni e stato d’animo.