Ecosostenibile, rivoluzionario e universale: Quoise Eyewear è il primo brand che progetta occhiali, tutti disegnati e prodotti in Italia con Econyl, nylon rigenerato dagli scarti di plastica provenienti dal mare e dai rifiuti industriali. Una vera e propria sfida che, in un’ottica di economia circolare, evita di danneggiare ulteriormente un habitat già a rischio con una filiera produttiva a basso impatto ambientale. Leggeri, resilienti, adatti a qualsiasi circostanza, gli occhiali Quoise non sono solo realizzati con un materiale riciclato, ma sono anche riciclabili, nati dalla passione e dall’impegno dei suoi cinque soci fondatori per la salvaguardia dei mari. Abbiamo incontrato Alice Mentasti, Stefano Lanzi, Nicolò Barbuio, Isa Gatti e Pierpaolo Frattini.
Come nasce il vostro progetto e come nasce questo nome?
Il progetto Quoise nasce dalla profonda intesa di noi fondatori, che siamo legati dalla voglia di rendere il mondo migliore attraverso una nuova visione di prodotto e imprenditoriale. La passione per il mare è l'elemento primario che accomuna noi tutti ed il turchese, "turquoise", è il colore che più rimanda agli angoli di incomparabile bellezza di certi angoli del mondo marino. "Quoise", il nome che abbiamo scelto per il nostro brand, ne è l'abbreviazione, e quindi rappresenta anche, in sintesi, la bellezza di tutti i mari.
Il nostro progetto è nato nel 2020 e inizialmente abbiamo scelto di concentrarci sull'occhiale da sole, questo perché è un accessorio che tutti noi amiamo indossare in prima persona e che meglio si può abbinare alla quotidianità di chiunque, all’attività all’aria aperta e alla vita in spiaggia. Due anni fa questi erano tutti “magnifici miraggi”. Forse è stata proprio questa la spinta ottimistica che ci ha indirizzato e motivato nel progetto.
Avete presentato al Mido, eyewear show internazionale, la vostra prima collezione da vista in bio acetato, dove ogni modello prende il nome da una delle aree marittime protette: feedback ricevuti?
Alice Mentasti, CEO di Quoise Eyewear. Mido rappresenta la vetrina più internazionalmente riconosciuta per l'eyewear, pertanto per una start up come noi è stato bellissimo potersi presentare a tutti gli operatori e alla stampa di settore. Coadiuvati da un team di collaboratori con pluridecennale esperienza nell'occhialeria, abbiamo creato splendidi prodotti, coniugando bellezza, comfort e leggerezza con la tutela e la salvaguardia ambientale. Da un punto di vista strettamente commerciale il primo obiettivo è rappresentato dal mercato italiano, ma, con la speranza che ci sia una presenza interessante di operatori internazionali, siamo altresì convinti che il nostro prodotto per qualità, prezzo e mission possa conquistare anche molti mercati europei, soprattutto del Nord, dove le tematiche di sostenibilità sono ancora più sentite.
Quest’anno, al Mido nell’ambito dell’iniziativa “Stand up for Green” è stato premiato lo stand con una maggiore attenzione alla sostenibilità: come vi siete preparati?
Fabio Avarello, product and marketing manager di Quoise Eyewear. Più che al “contenitore” abbiamo pensato al “contenuto”. Spiego meglio. Come start up non avevamo grossi margini di personalizzazione dello stand, dove ci sarebbe piaciuto, ad esempio, esporre le reti da pesca che, riciclate, contribuiscono a creare Econyl®, il materiale plastico con cui sono realizzate le montature dei nostri occhiali da sole. Così abbiamo personalizzato il “contenuto”, invitando come ospite Marevivo onlus, che è un nostro partner e con cui stiamo realizzando la campagna “Adotta una spiaggia”, che promuove attività di pulizia ed educazione ambientale, nonché il monitoraggio e la valorizzazione di decine di spiagge in tutta Italia, riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente.
Dove avviene la vostra produzione?
Stefano Lanzi, socio fondatore di Quoise Eyewear. La produzione è realmente e totalmente Made in Italy, anche per quanto concerne la materia prima. Tutti i processi produttivi sono inoltre a filiera corta poiché noi operiamo anche come consulenti finanziari d’impresa nel nostro distretto, tra Como, Gallarate e Varese. È stato proprio grazie all’attività svolta nel territorio della nostra società di consulenza LG & Partners che abbiamo potuto conoscere e mettere insieme diverse realtà produttive che potessero agire nel massimo accordo, valorizzando così l’eccellenza locale e limitando le attività di trasporto.
Cinque sono i fondatori di Quoise: quali sono le vostre personalità che si riflettono come caratteristiche nel brand?
Siamo imprenditori, consulenti in differenti settori della finanza, dello sport e della farmaceutica. Il nostro è un know-how poliedrico, ma la nostra comunione è data dallo spirito pragmatico e dal "pensare-cliente", la cui totale soddisfazione è imprescindibile se si vuole avere un successo con un prodotto potenzialmente e realmente per tutti, "universale" appunto. La comune volontà di cambiare un po' questo mondo, ha fatto sì che la società costituita tra noi soci fondatori fosse da statuto una società "benefit", quindi con l'obbligo di restituire parte dei ricavi in attività a tutela ambientale, prevalentemente verso l'ambiente marino.
Ogni vostro prodotto è registrato con il marchio Econyl, prodotto dall’azienda Aquafil: cosa ha significato per voi questo processo di produzione di nylon rigenerato?
Pierpaolo Frattini, socio di Quoise e direttore generale di Società Canottieri Varese. L'individuazione di Econyl®, il materiale con cui sono realizzate le montature da sole, è alla base di tutto l'aspetto fondativo di Quoise e ci ha permesso di realizzare un prodotto che non solo rientra nella cosiddetta "economia circolare", ma che aiuta tangibilmente l'ambiente, rendendolo un posto migliore di come lo si è trovato. Perché? Semplice... Econyl® viene principalmente realizzato con il recupero e il riciclo del nylon proveniente dalle reti da pesca.
Oggi si sta puntando sempre più al benessere degli individui attraverso l’economia circolare: come il vostro progetto contribuisce a riguardo? Quali difficoltà avete riscontrato nella creazione della vostra startup?
Sostenibilità è per noi "conditio sine qua non" e permea Quoise in tutte le sue sfaccettature. Il mare rappresenta l'origine della stessa vita e la sua protezione ha quindi un alto valore simbolico. Per questo motivo, Quoise devolve cinque euro per ogni occhiale venduto a Marevivo Onlus, che da quasi 40 anni è in prima linea per salvare il mare ed il pianeta e collabora a svariate iniziative sul territorio nazionale affinché l'ambiente marino sia ripulito e sempre più salvaguardato. Tra le attività di supporto che metterà in pratica Quoise, oltre ad “Adotta una spiaggia” di Marevivo, ci sarà anche "Spazzapnea", iniziativa che, in sei diverse città portuali d'Italia, vedrà diverse squadre di attivisti in gara per una particolare “pesca subacquea” volta a ripulire dai rifiuti i fondali marini.
Inoltre, stiamo sviluppando progetti di recupero di reti marine dismesse da marinerie dove purtroppo la pesca è in crisi contribuendo così ad innescare ed alimentare il meccanismo virtuoso dell’economia circolare, oggi di grande attualità.
Le difficoltà per farsi conoscere sono proprie di un qualsiasi nuovo marchio, ma, consapevoli di ciò, abbiamo riscontrato talmente tanto entusiasmo nei nostri primi interlocutori che le affrontiamo con enorme positività ed ottimismo. Stiamo puntando contemporaneamente sul mercato italiano ed Europeo e Mido ci darà sicuramente visibilità anche verso interlocutori d'oltreoceano.
Progetti futuri? Per ora ci concentriamo sul presente che già ci vede impegnati al massimo. Sicuramente possiamo dire che lo sviluppo della collezione vista sarà determinante per fare in modo che il mondo dell’eyewear possa essere sempre più concretamente permeato dai valori dell’eco sostenibilità.