Come nasce la sua passione per i gioielli?
La mia passione nasce fin da piccola, osservando mio padre a lavoro. Il suo laboratorio era molto vicino alla nostra abitazione e ogni volta che potevo, sgattaiolavo lì e rimanevo incantata guardando le sue mani all’opera.
Tre aggettivi per descrivere il suo brand?
Descriverei il mio brand come dinamico, trasversale e tradizionale. Tre aggettivi che rappresentano la mia personalità che si rispecchiano in esso sono perseveranza, precisione e leggerezza.
Si definisce un’art maker, ci può spiegare meglio in cosa consiste questo ruolo e che tipo di responsabilità richiede?
Art maker perché cerco continuamente di tramutare la bellezza che mi trasmette la natura, l’arte, un viaggio o un buon libro, in quello che faccio ogni giorno, cioè realizzare gioielli che trasmettano questa energia.
La sua famiglia, Fraleoni, è impegnata nell’arte della gioielleria italiana da due generazioni: quali valori cercate di tramandare con il vostro brand e quali invece le novità della sua giovane generazione?
I valori che mi impegno a portare avanti sono la tradizione artigianale, senza la quale non riuscirei a proporre dei prodotti con alti standard qualitativi e l’attenzione per il cliente. Cerco sempre di soddisfare le richieste dei clienti e di rendere il nostro lavoro il più sartoriale possibile.
Il marchio di fabbrica del brand Fraleoni è l’utilizzo di smalti, avete ben 80 colorazioni diverse, come avviene la produzione e come riuscite ad assicurare una così varietà di colorazioni?
Il nostro marchio di fabbrica è il colore, che realizziamo con l’utilizzo di smalti per le collezioni in argento, e tramite la ricerca di pietre preziose di colore per le collezioni di alta gioielleria. Con gli smalti cerchiamo sempre di creare nuove nuances da proporre al nostro pubblico, che siano in linea con le tendenze della moda. Per questo due volte l’anno, proponiamo delle edizioni limitate ispirate alle sfilate della SS e della FW, che completano la nostra cartella colore tradizionale.
Il Made in Italy nel vostro brand per cosa si riconosce?
Per noi il Made in Italy è un valore imprescindibile. Tutti i nostri gioielli sono realizzati in Italia, così come il packaging e tutti i prodotti che ruotano intorno alle nostre collezioni. Crediamo fortemente che la manifattura italiana sia una delle migliori al mondo e ci piace essere riconosciuti per questo.
Il main office dell’azienda si trova a Roma ed è qui che nascono i suoi progetti; ma per le sue collezioni da dove prende ispirazione?
Per le nostre collezioni prendo ispirazione dalle donne che incontro tutti i giorni. Sono un’attenta osservatrice e mi piace cogliere i dettagli delle persone, cerco di capire cosa le fa sentire valorizzate e felici.
Con la sua collezione Rainbow ha inserito una novità nella tradizione orafa italiana: il potere dei colori. L’artista Kandinskij asseriva che vi è una stretta relazione tra emozioni e colori e che quest’ultimo esprime le proprie potenzialità anche in relazione alla forma in cui si trova nella composizione. Le forme delle vostre collezioni sono morbide e voluminose, con tagli molto particolari. Che tipo di correlazione esiste tra colore, forma ed emozione?
Penso che ogni colore abbinato ad una certa forma esprima un’emozione diversa. Il potere dei colori nel suscitare emozioni è un tema molto articolato e soggettivo. Lo stesso colore, abbinato ad una forma spigolosa o rotonda, viene recepito in maniera totalmente differente. Noi abbiamo sempre cercato di realizzare forme morbide e voluttuose, che ben rappresentano il nostro brand.
Per il vostro brand l’artigianalità è il vero lusso. In Italia dove avete i laboratori e che tipo di tempistiche richiede la produzione di un vostro gioiello?
I laboratori si trovano tra la Toscana e la Campania. Le tempistiche per avere un nostro gioiello sono abbastanza brevi, solitamente in una decina di giorni riusciamo a soddisfare anche delle richieste personalizzate. Questo perché lavoriamo costantemente sull’organizzazione del magazzino tra il main office e le fabbriche.
Quali tipi di materiali utilizzate e quale quello che lei predilige?
Noi utilizziamo diversi materiali, come l’argento, l’oro o il platino. Quello che mi piace è riuscire a creare il mix perfetto coniugandoli con le giuste pietre, i colori di smalto più adatti e la scelta della manifattura perfetta.
Uno dei gioielli più celebri della storia è l’anello di fidanzamento che Richard Burton donò ad Elizabeth Taylor. “The Elizabeth Taylor Diamond” ha un diamante taglio smeraldo di 33 carati ritenuto uno dei più puri al mondo. Burton lo acquistò nel 1968 per 300.000 dollari, ma il gioiello fu in seguito rivenduto all’asta da Christie’s, nel 2011, per ben 8,8 milioni di dollari. Secondo lei in questo mercato, quanto effettivamente incide il prezzo sul valore non solo del gioiello ma anche della creazione in sè?
Diciamo che la digitalizzazione e la globalizzazione hanno avuto un’impatto enorme sulla determinazione del prezzo di un prodotto. Basti pensare alla miriade di proposte che si possono trovare sul web e alla confusione che si può creare nell’utente finale. Io ritengo che ci debba essere sempre un giusto rapporto tra prodotto e costo. Questo è determinato da tantissimi fattori, come la qualità delle materie con cui è realizzato, il tipo di manifattura, la scelta del packaging e il marketing utilizzato.
A che età ha ricevuto il suo primo gioiello e che valore ha?
Il mio primo gioiello me lo ha regalato mio padre, ad otto anni circa. Un anello con una corniola romana antica incisa raffigurante Athena, la dea della guerra. In famiglia ne abbiamo tutti uno, ognuno con un’immagine diversa. Per me rappresenta le mie radici, la mia forza.
“E’ molto più difficile saper indossare gioielli che abiti”. Condivide quest’affermazione? Quali sono i gioielli più richiesti?
Ritengo che il gioiello definisca il carattere di un outfit. Si può indossare un paio di jeans, una T-shirt bianca, e scegliendo la giusta combinazione di gioielli, si può creare qualcosa di assolutamente personale e innovativo. I gioielli più indossati in assoluto sono gli orecchini, dai più minimal ai più voluminosi, rimangono l’accessorio preferito dalle donne.
Le nostre collezioni vengono vendute in Europa e negli Stati Uniti. Siamo molto orgogliosi di avere tra le nostre clienti anche la Queen Maxima d’Olanda, che ha sfoggiato in diverse occasioni i nostri gioielli.
Come avete affrontato la pandemia?
Il 2020 è stato un anno difficile per tutti, e gli strascichi si sono avvertiti anche negli anni successivi. Abbiamo cercato di implementare il nostro e-commerce, di studiare nuove strategie di vendita e di non fermarci. Siamo andati avanti creando collezioni nuove e proponendoci sul mercato con un nuovo entusiasmo.
Progetti futuri?
Investire ancora di più sulla digitalizzazione della nostra azienda, aprire nuovi canali di vendita e puntare sullo sviluppo di prodotti sempre più al passo con le nuove tendenze. Rimanendo però sempre colourful!