Un articolo pubblicato sulla rivista Nature riporta la scoperta di un composto antibiotico naturale che potrebbe funzionare anche contro batteri che hanno sviluppato una resistenza agli antibiotici attualmente in uso. Un team dell'Università Rockefeller di New York ha tentato un nuovo approccio alla ricerca in questo campo con un'analisi genetica di oltre 10.000 genomi di batteri alla ricerca di specie che producono molecole simili alla colistina, considerata oggi l'ultima scelta come antibiotico quando gli altri non danno risultati. Il risultato è la scoperta di un nuovo potenziale antibiotico naturale che comunque può essere prodotto per sintesi chimica.
La resistenza agli antibiotici è un problema crescente che potrebbe aumentare notevolmente i pericoli causati da batteri per molto tempo tenuti sotto controllo. La causa è nell'abuso degli antibiotici, usati comunemente in molti allevamenti di animali e troppo spesso usati nel fai-da-te da persone che li assumono in modo sbagliato senza consultare il medico, a volte in casi in cui sono inutili come le malattie causate da virus come l'influenza. Tutto ciò sta generando da molti anni una pressione evolutiva su diverse specie di batteri che non fa altro che favorire le mutazioni che danno loro una resistenza agli antibiotici.
Ormai gli appelli a un uso corretto degli antibiotici arrivano regolarmente anche dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Antibiotici che sono stati usati per anni sono sempre meno efficaci e ciò aumenta i pericoli per la salute di molte persone. In particolare, persone che hanno altri problemi di salute o una limitata resistenza, ad esempio, perché vivono in aree molto povere dove si può anche soffrire di fame, nei prossimi decenni potrebbero diventare ancor più vulnerabili a malattie causate da batteri resistenti agli antibiotici.
La colistina è un antibiotico conosciuto da lungo tempo ma oggi viene usato come ultima risorsa, quando gli altri non hanno dato gli effetti sperati, perché ha effetti collaterali più seri rispetto agli altri. Tuttavia, sempre più batteri stanno acquisendo una resistenza anche alla colistina lasciando indifese le persone che vengono infettate da quelle varietà di patogeni.
Esami genetici mostrano che i batteri resistenti hanno un gene chiamato mcr-1 che permette di evitare la tossicità della colistina. Questo gene è in un'area del genoma batterico che rende facile trasmetterlo ad altri batteri durante gli scambi genetici che possono avvenire anche tra diverse varietà di questi microrganismi.
Il crescente problema della resistenza agli antibiotici ha stimolato anche ricerche di nuove molecole in grado di colpire i batteri patogeni. Anche queste ricerche sono concentrate sui batteri perché ci sono specie che producono sostanze tossiche per i loro "concorrenti" favorendoli nell'accesso alle risorse presenti nel loro ambiente. Un team dell'Università Rockefeller di New York ha deciso di esaminare i genomi di batteri potenzialmente interessanti invece di farli crescere in laboratorio alla ricerca di geni che producono sostanze simili alla colistina ma abbastanza diverse da aggirare la resistenza di specie patogene.
Il risultato dell'analisi di oltre 10.000 genomi di batteri è stato la scoperta di 35 gruppi di geni che producono molecole simili alle colistina dei quali uno è abbastanza diverso da aggirare la resistenza dei batteri patogeni. Questo nuovo potenziale antibiotico naturale è stato chiamato macolacina.
I test compiuti per questo studio sono stati condotti su topi. I roditori sono stati infettati con batteri patogeni resistenti alla colistina come l'Acinetobacter baumannii e la Neisseria gonorrhoeae. Successivamente, i topi sono stati divisi in tre gruppi: a un gruppo è stata somministrata colistina, a un altro gruppo è stato somministrato un placebo e al terzo gruppo è stata somministrata la nuova macolacina. Dopo 24 ore, solo i topi a cui è stata somministrata macolacina sono guariti dall'infezione.
Questo nuovo approccio alla ricerca di nuovi antibiotici può essere utile anche per cercare varianti di altre molecole di questo tipo esistenti in natura. Trovare nuovi antibiotici con minori effetti collaterali costituirebbe un risultato davvero positivo. In attesa che i test passino attraverso la trafila necessaria per l'approvazione di nuovi antibiotici per l'uso sugli esseri umani, è importante che la guerra contro i batteri patogeni vada combattuta anche con la giusta strategia, cioè evitando l'abuso di antibiotici per evitare di trovarsi in continuazione con specie resistenti a questi medicinali.