Bianco è il colore della neve e della nostra pulizia interiore, bianchi i gigli e le margherite, alcune stelle di Natale e i bucaneve, l’energia brillante, evanescente e fortificante dell’inverno e in noi stessi.
Fa ancora freddo: di ghiaccio certe giornate, si rimane rintanati, come fanno gli animali ancora in letargo e le piante ancora addormentate in un sonno ristoratore.
Quei mesi dedicati all’inizio del viaggio interiore da fine ottobre ad ora continuano, siamo ancora rivolti verso l’interno. Iniziamo quindi a pulirci interiormente per poi dirigere l’attenzione all’esterno di noi quando inizieremo a percepire i profumi della primavera.
Durante questi mesi di studio e sperimentazione, mi sono trovata più volte a chiedere aiuto alla Natura, per stimolare la creatività. Per rimanere sveglia ma soprattutto per comunicare stimolando uno dei sensi più immediati che il nostro perfetto sistema mente-corpo ci ha regalato.
Parlo dell’olfatto. L’inverno è pressoché la stagione della mia creatività e, oltre alle note dell’arancio, mi lascio spesso ammaestrare i sensi dalla lavanda: nella fontana del mio studio, spesso amo unire il suono dell’acqua con quello olfattivo di questa magica fragranza.
Rilassa, distende, aiuta la comunicazione con sé stessi e con gli altri: connette il cuore, incoraggia a liberarsi dalle prigioni interiori per accettare le proprie esperienze; viene usata per armonizzare i tre piani fisico-mentale-spirituale calmando l’isteria, l’ansia agendo così come sedativo del sistema nervoso.
Lo utilizzo per chi ha un blocco della comunicazione: se non si è in grado di comunicare con sé stessi e con gli altri, anche la creatività, la progettazione, l’ascolto verranno meno. A volte si ha necessità di essere presi in considerazione, essere notati e ascoltati: la lavanda stimola a livello emozionale la messa in atto di tutti quei comportamenti che favoriscono la risposta da sé stessi, prima di tutto, e dagli altri di conseguenza.
Non possiamo pretendere di essere ascoltati, per esempio, se non ci ascoltiamo o ascoltiamo gli altri: sarebbe come chiudere la porta prima di aprirla aspettandosi comunque di oltrepassarla.
Mi piace utilizzare quest’olio anche per rilassare i muscoli, o una goccia in aggiunta ai suoi semi per aiutare i bambini piccoli a dormire meglio mettendoli sotto il cuscino come dono magico.
Questo mese è inoltre dedicato alla gioia e voglia di vivere, purezza e biancore, infanzia e gioco. Anche il carnevale arriva in questo periodo, e l’energia, rimasta sotterranea durante gennaio, adesso si sposta verso la superficie: è il momento della purificazione, alla quale seguirà la crescita.
La purificazione non è una caccia alla negatività ma dirigere l’attenzione verso un punto di vista diverso con modi nuovi e più leggeri di approcciarsi a ciò che ci circonda.
Il periodo ci invita a tornare ad amare noi stessi come ci amavamo nella fanciullezza, ad accettare le responsabilità delle scelte che ci hanno portato fin qui, perdonarci per gli errori che abbiamo commesso. È il momento di aprire una pagina bianca dentro noi stessi, da colmare nelle prossime stagioni. Little Flannel Flower è il fiore della gioia di vivere i piccoli momenti e tornare bambini. È un piccolo fiore bianco, grande come il fiore della camomilla: il rimedio si rivolge al bambino che c’è in noi, consigliato sia per adulti, sia per bambini cresciuti troppo in fretta che non hanno apprezzato la spensieratezza. Permette di esprimere la giocosità e la libertà di pensiero: aiuta a recuperare l’innocenza, a stupirsi per le piccole cose che apparentemente ci sembrano banali.
È ottimo per bambini che si assumono troppe responsabilità e per i genitori per giocare più istintivamente con i propri figli; aiuta a dissipare quel senso che “la vita è una battaglia” cosa che appesantisce sia la mente sia spirito. Un adulto con mente rigida avrà un corpo rigido, dolorante, ricurvo, artritico.
Sushine Wattle è uno dei fiori australiani che preferisco. Un fiore formato da piccoli soli gialli, rappresenta l’ottimismo, la speranza e l’accettazione della gioia e bellezza per il momento presente.
Sviluppare fiducia nel futuro è importante per depurarci dalle vecchie esperienze che ci tengono attanagliati ad esperienze negative passate: la depurazione è anche e soprattutto emotiva perché il legame energetico con le esperienze di sofferenza rilascia vibrazioni continue e infestanti nel corpo, spesso riacutizzando vecchi malori fisici.
Questo rimedio è indicato a chi è ancora invischiato nel passato e per chi intende la vita come un’esperienza durissima: i piccoli soli ci invitano ad assaporare la gioia, e prendere la vita da un’altra angolatura, semplicemente… sorridere.
Iniziai la mia professione terapeutica cercando di trattare al meglio il malessere verso il benessere: gli anni di pratica ed esperienza sulla mia pelle mi hanno portato alla consapevolezza che è meglio dirigere l’attenzione verso le abilità di ogni persona, riuscire a riprogrammare le parti più nascoste, a volte minuscole come cellule che lasciano tracce ed ombre. Con questo non significa evitare un trattamento medico, integrativo, nutrizionale o emozionale ma rivolgere l’attenzione verso la fiamma che pulsa in ognuno di noi.
Tutti hanno facoltà e abilità ma si è troppo abituati a vedere ciò che non gira, con tutti i “ma” e “però” del caso piuttosto di rendersi consapevoli di quante ed infinite possibilità di riuscita conteniamo dalla nascita: ci sono state donate e poi lasciate addormentare. Da chi? Da noi.
Ci hanno abituato che solo gli altri possono, gli altri hanno, del fare senza pensare, del tacere per non deludere, del nascondersi per non essere: ogni cellula del nostro corpo contiene energeticamente tutte queste informazioni che entrano in contrasto con il vero Sé. E il nostro vero Sé cerca ogni giorno di comunicare con la parte conscia: fiori e olii aiutano questo processo come altre forme terapeutiche sviluppando l’ascolto interiore, senza la razionalità che ci serve per altri compiti.
È febbraio, fa ancora freddo, il colore è il bianco, bianco purezza, purificazione. Inizia a voltare lo sguardo altrove per creare la tua realtà, lascia scorrere ciò che non serve, ciò che non sei e chiediti: “Ho mai conosciuto la gioia?”.