Nicola Antonio Porpora nacque a Napoli il 17 agosto 1686. Studiò al Conservatorio dei Poveri di Gesù Cristo e fece parte dell'alta società della città, che dal 1707 al 1734 fu sotto la dominazione austriaca. Il primo incarico pubblico che occupò fu quello di Maestro di Cappella del principe Filippo d'Assia-Darmstadt.
Al pari di molti altri compositori del suo tempo formati nei conservatori di Napoli, Porpora, viaggiò molto in Europa, tra Vienna, Venezia, Londra (dove fu chiamato per essere contrapposto a Händel) e Dresda. Dopo la prima tappa a Venezia, che era una potente concorrente musicale di Napoli, fu chiamato a Londra dai finanziatori dell’Opera della Nobiltà una compagnia teatrale, che cercarono di contrastare con il suo apporto la potente Royal Academy of Music di Händel. Il piano fallì, ma la fama di Porpora non ne risentì molto. Fu subito chiamato a Dresda, un vivace centro musicale, dove rimase per diversi anni come direttore della musica di corte. Poi fu a Vienna, la capitale imperiale, dove diede lezioni di canto a nobili dame; anche il giovane Joseph Haydn, che all'epoca si ingegnava a fare l’insegnante di musica, il violinista e l’organista, divenne allievo di Porpora, e addirittura gli fece da valletto in cambio delle sue lezioni.
Porpora fu uno dei principali rappresentanti della scuola operistica napoletana, un compositore all'avanguardia che contribuì allo sviluppo del dramma per musica negli anni tra il 1720 e il 1730. Fu anche insegnante presso i conservatori napoletani di Loreto e di Sant'Onofrio. Morì nella sua città natale il 3 marzo 1768.
Al centro della produzione di Porpora vi sono opere, oratori e cantate, mentre la musica strumentale vi occupa uno spazio minore: da ricordare in particolare un incantevole concerto per flauto e un concerto per violoncello che richiede grande virtuosismo. Stilisticamente, Porpora si lascia il tardo barocco alle spalle e apre al primo periodo classico.
Oltre ad essere un compositore d'opera molto prolifico, Porpora fu anche il più apprezzato insegnante di canto del suo tempo, e i suoi metodi didattici furono famosi fino al XIX secolo. Come autore di musica vocale e come insegnante di canto, Porpora coltivò uno stile elegante, che richiede un'articolazione chiara e distinta e il più alto livello di precisione e fluidità. Tra gli studenti di Porpora ci furono cantanti la cui fama è giunta fino a noi: primo tra tutti il re degli “evirati cantori”, Carlo Broschi, detto Farinelli che debuttò a quindici anni nella serenata di Porpora, Angelica: Farinelli ebbe poi per rivale un altro famoso castrato allievo del suo maestro, Gaetano Majorano, detto Caffarelli.
Farinelli probabilmente conosceva Porpora fin dalla prima infanzia, e si suppone che abbia contribuito alla decisione di far castrare il bambino per farne un cantante, come usava all’epoca. Poi Porpora insegnò al suo allievo il gusto musicale e la tecnica di canto e lo prese sotto la sua ala protettrice per molti anni.
Lo stretto legame tra i due è testimoniato anche dal fatto che Porpora riuscì a persuadere Farinelli ad andare a Londra nel 1733 mentre lavorava all’Opera of the Nobility. Farinelli, ora lui stesso una star di livello europeo, si sentiva così fortemente legato al suo mentore che non poté declinare il suo invito. e debuttò a Londra con Polifemo. Ma, nonostante avessero a disposizione anche altri straordinari cantanti, tra cui il Senesino (Francesco Bernardi) e Francesca Cuzzoni, Porpora e l’Opera of the Nobility non intaccarono il predominio di Händel.
Le composizioni di Porpora sono nel classico stile napoletano, caratterizzate da un fascino che ammaliava immediatamente il pubblico. Le sue melodie tenevano sempre conto delle possibilità vocali del cantante, soprattutto quelle del suo campione, Farinelli. Il maestro sapeva come costruire arie che mettessero il virtuoso nelle migliori condizioni per ottenere il massimo. Al tempo stesso, però, era lui a dipendere dal successo del suo pupillo; alla fine dei conti, e nonostante i grandi meriti di Porpora come autore, è stato Farinelli a dar fama alle arie di Porpora più di quanto queste ne abbiano dato al cantante.
Il rapporto tra il compositore e il castrato fu creativamente molto stretto e produsse una serie di opere rappresentate a Firenze, Venezia, Napoli e diverse a Londra che rivaleggiavano con quelle di Händel. L’aria più emblematica è senza dubbio la magnifica “Alto Giove”, dal Polifemo, in cui Porpora mostra grandissima eloquenza e finezza musicale.
Ma l'opera seria come la concepiva Porpora ad un certo punto cominciò a passare di moda, e compositori più giovani e con nuove idee entrarono in campo. A Napoli le sue nuove composizioni non venivano più applaudite. Pietro Metastasio, in una lettera a Farinelli, scrisse che il suo maestro Porpora era morto povero e solo. Un compositore della sua grandezza, che aveva goduto di un successo europeo, non meritava, né merita, il relativo oblio in cui sono cadute le sue opere, mentre Farinelli, la sua creatura più gloriosa, è diventato un mito senza tempo.