Abbiamo già definito la litoterapia come una terapia vibrazionale dove è importante la comprensione dello scambio energetico e di informazioni che si crea tra le pietre ed esseri viventi, luoghi ecc. ricordando che i cristalli, gemme, minerali, che noi definiamo oggetti (nel senso di corpi inanimati e insensibili) hanno, invece, in sé un intenso campo di energia, capacità reattiva anche a degli stimoli sottili. Usare cristalli, gemme, pietre richiede una certa sensibilità non rivolta solo bellezza e all’armonia delle forme e colori. A proposito della acquisizione di una percezione ricettiva leggiamo ora il punto di vista (nel senso dell’etimo sanscrito dove vedere e conoscere possono essere la stessa esperienza) di una donna, nata come Mirra Alfassa, ma nota come Mère (la Madre). Così la chiamò Sri Aurobindo, il grande Yogi, filosofo, mistico, poeta vissuto in India fino al 1950, anno in cui lasciò il corpo. Mère visse 30 anni accanto ad Aurobindo divenendo la continuazione dello splendido esperimento di espansione della coscienza spirituale che tuttora ha una presenza nel ashram di Auroville, nel sud dell’India, nonostante la sua dipartita nel 1973 a 93 anni, interrompendo quello “yoga delle cellule” che fu anche un’esplorazione degli stati più profondi della materia.
Il brano qui esposto è tratto da Domani trimestrale pubblicato da Sri Aurobindo Ashram (Pondicherry – India) intitolato Sulla natura, ci espone come un campo di coscienza espanso e percettibile, direi illuminato, sa cogliere dappertutto la presenza creatrice.
-Tu dici: L’Amore è ovunque. Il suo movimento si trova nelle piante, forse nelle stesse pietre”. Se c’è amore in una pietra, come si può vederlo?
-Forse i diversi elementi che costituiscono la pietra sono coordinati dalla scintilla d’amore. Sono certa che, quando l’Amore Divino scese nella Materia, questa era proprio incosciente, non aveva alcuna forma; si potrebbe anche dire che le forme, in generale, sono il risultato dello sforzo dell’Amore per portare la coscienza nella Materia. Se qualcuno di voi (io ho i miei dubbi, comunque…) fosse sceso nell’Incosciente, capireste di cosa si tratta. Al confronto una pietra vi sembrerà un oggetto meravigliosamente cosciente. Voi parlate con disprezzo di una pietra poiché avete un minuscolo pezzettino di coscienza più di essa, ma la differenza tra la coscienza della pietra e l’Incosciente totale è forse più grande che quella tra la pietra e voi. E l’emersione dall’Incosciente è dovuta esclusivamente al sacrificio del divino, a questa discesa di amore divino nell’Incosciente. Di conseguenza, quando ho detto “forse nella pietra” avrei potuto togliere il “forse”. Posso affermare che persino nella pietra c’è l’amore. Non ci sarebbe nulla, né la pietra, né il metallo, né qualsiasi organizzazione di atomi, senza questa presenza dell’amore divino. La maggior parte delle persone dice che c’è “coscienza” quando si inizia a pensare – quando non si pensa non si è coscienti. Ma le piante sono perfettamente coscienti e tuttavia non pensano. Gli animali cominciano a pensare e le loro reazioni sono molto più complesse. Ma sia le piante che gli animali sono coscienti. Si può essere coscienti di una sensazione senza avere il più piccolo pensiero.
-Dici forse che anche le pietre sentono l’amore?
-Può darsi.
-Lo si può capire?
-Lo si può sentire. C’è uno stato di coscienza in cui si vede l’amore divino ovunque lo si trova, e non si sente molta differenza tra le varie creature, così come esse appaiono fisicamente. C’è molta aspirazione di quanto non si pensi nelle cose che chiamiamo inanimate, molta di più. Anche nelle pietre si ha una specie di senso spontaneo di ciò che è più elevato, nobile e puro, e anche se esse non lo possono esprimere in nessun modo, lo sentono, e ciò le influenza in diversi modi. Anche nelle cose, negli oggetti, anche nella pietra, c’è una singolare ricettività che viene da questa Presenza. Ci sono pietre che possono accumulare determinate forze, se si sa come fare. Esse possono così accumularle, mantenerle e trasmetterle. Si possono prendere delle pietre (le cosiddette pietre preziose) e concentrare in esse delle forze che vi saranno mantenute. E queste energie vengono irradiate molto lentamente, molto gradualmente. Se si conosce il metodo, vi si possono raccogliere forze in tale quantità, che esse possono durare, per così dire, indefinitamente.
-Sono di qualche utilità queste forze quando emanano dalla pietra?
-Certamente sì! La pietra può conservare la sua forza quasi indefinitamente. Vi sono pietre che possono servire da tramite, altre da accumulatore. Vi sono pietre che possono mantenere una forza protettiva. È una cosa notevole. Si può caricare una pietra (in particolare l’Ametista) con una forza protettiva, e questa proteggerà effettivamente colui che la detiene. È molto interessante. Vi sono pietre che vengono usate per predire gli eventi. Certe persone sanno leggere nelle pietre fatti che stanno per accadere. Le pietre possono portare anche messaggi. Naturalmente ciò richiede una doppia capacità: da un lato un potere di concentrazione sufficientemente forte; dall’altro un potere di lettura e visione diretta, senza ricorrere a parole precise ed esatte. Quindi, poiché possono essere usate come accumulatori, vuol dire che portano in sé la vera origine della Forza stessa, altrimenti non sarebbero ricettive. È una forza di questo tipo che è all’origine della cristallizzazione, come avviene ad esempio nel caso dei cristalli materiali che creano forme magnifiche, così totalmente armoniose che non può che derivare da questa Presenza al loro centro. Voi non la vedete, perché non avete la necessaria sensibilità interiore, ma una volta che riuscite a percepire direttamente le forze dell’amore dietro le cose, vedrete che è la stessa forza ovunque. Anche nei manufatti: si può arrivare a comprendere ciò che essi comunicano.
Sull’esperienze di Mère abbiamo anche l’eccezionale testimonianza raccolta da Satprem (Bernard Enginger, scrittore francese 1923-2007) nei 13 volumi noti come L’agenda di Mère. (ed. Mediterranee).