Una rosa è una rosa, è una rosa.
(Gertrude Stein)
Luminosa e aristocratica, come nei cartelloni per la promozione turistica che le dedicò Franz Joseph Lenhart negli anni Cinquanta. Così si presenta Merano, nonostante il trascorrere del tempo. Le sue montagne, le passeggiate lungo il torrente Passirio, gli scorci panoramici dal sentiero Tappeiner, il centro storico con il castello tardo gotico, la teoria di botteghe tipiche e di negozi alla moda sotto le arcate dei portici, lo splendore del neoclassicismo e del liberty nelle sue architetture, le atmosfere belle époque dei teatri…
E poi il verde, la sorpresa del mare di verde che abbraccia e inonda la città come in altri pochi, fortunati luoghi.
“Qui vivo molto bene”, scriveva cento anni fa Franz Kafka, ancora solo un anonimo assicuratore praghese, alla giornalista ceca Milena Jesenská dalla piccola pensione Ottoburg di Maia Bassa: “… il balcone della mia camera è affondato in un giardino, circondato, ricoperto da cespugli in fiore (strana è questa vegetazione, con un tempo che a Praga fa quasi gelare le pozzanghere…)”.
La ragione di tanta “stranezza” è nel clima del versante meridionale delle Alpi, sufficientemente mite da favorire la crescita di piante esotiche e mediterranee, come palme, pini, agavi, lecci, magnolie, limoni e meli.
Per ritrovare il fascino sfavillante dei paesaggi delle cartoline d’epoca, la primavera è il momento ideale.
Nei Giardini di Castel Trauttmansdorff la bella stagione accende di colori la rigogliosa vegetazione.
Narcisi, tulipani, frillarie imperiali, ranuncoli, papaveri d'Islanda, rododendri, camelie, peonie, clematidi e myosotis, insieme a una grande quantità di specie diverse di rose, che fioriscono proprio in questo periodo.
Nel solo roseto dei Giardini Acquatici e Terrazzati, tra scenografiche architetture botaniche, sbocciano oltre cinquanta specie selvatiche e trenta varietà storiche.
Nel Giardino dei Sensi, tra gigli e gelsomini, dominano le rose inglesi dalle fragranze di frutta e di spezie. Ma la rosa più resistente e duratura prende il nome proprio dal luogo, si chiama “Trauttmansdorff”, è a fioritura continua ed è capace di resistere ad acqua, gelo e parassiti.
Tra le più effimere, invece, c’è la storica Banksiae Lutea, una rosa rampicante molto diffusa in tutto il territorio di Merano. Ha fusti lunghi e flessuosi, senza spine e, nel periodo della fioritura, che dura solo tre settimane, si ricopre di una moltitudine di fiorellini dal colore giallo chiaro o bianco e dal profumo delicato. Può raggiungere anche diversi metri di altezza per arrampicarsi a ricoprire pergolati o a cercare il fresco nella chioma di un albero.
E tra le rose antiche c’è anche la Fortune’s Double Yellow. Ha grandi cespugli dal bel fogliame e dai fiori con corolle semidoppie e petali ambrati dalle venature rosso porpora. Fu scoperta nel 1844 nel giardino di un ricco mandarino cinese dal famoso giardiniere ed esploratore scozzese Robert Fortune, il “cacciatore di piante”, colui al quale dobbiamo la grande diffusione del tè nel mondo occidentale.
Dalla Cina, dov’era in missione per conto della Compagnia britannica delle Indie Orientali, importò oltre centoventi specie botaniche, come il gelsomino, le forsizie, le azalee, oltre a camelie e, appunto, rose Double Yellow, che si diffusero in tutta Europa, Merano compresa. In quello stesso periodo, iniziò la fortuna della città come meta turistica.
“Buttate pure via ogni opera in versi o in prosa,
nessuno mai è riuscito a dire cos’è,
nella sua essenza, una rosa”.(Giorgio Caproni)