Il mio primo Yoga teacher training (YTT) è finito. Sembra ieri, poco più di un anno fa, che iniziavo ufficialmente il primo weekend intensivo di lezioni e te ne parlavo proprio qui. Nei due precedenti articoli abbiamo visto le domande chiave da porsi e gli aspetti da prendere in considerazione per affrontare al meglio la scelta. Ora sono felice di condividere ulteriori suggerimenti a posteriori, ovvero a YTT appena concluso!
Una delle cose più interessanti successe a fine corso è stato il confronto tra i partecipanti su vari aspetti del percorso fatto insieme e in particolare sugli aspetti trasformativi di questa esperienza. In particolare ci è stato chiesto se avremmo consigliato uno YTT ad altri e una delle risposte è stata:
No, non lo raccomanderei a meno che l'obbiettivo non sia propriamente quello di diventare un insegnante di yoga. Se invece l'obbiettivo è quello di affrontare un viaggio alla scoperta di se stessi dal mio punto di vista esistono percorsi diversi, meno intensivi sulle asana e sull'anatomia, ma più approfonditi sugli aspetti più sottili e spirituali che possono essere più adatti a chi ha bisogno di ritrovare la connessione con se stesso.
La risposta mi ha stupito, ma soprattutto ho trovato molto interessante il modo di porre questa distinzione, fatta da una delle persone che hanno partecipato. Era senza dubbio uno dei punti che avevamo analizzato, ovvero sondare la differenza tra “insegnamento e approfondimento personale”. La scorsa volta il focus era fare un po' di autoanalisi sulle proprie aspettative per assicurarsi di ritrovarsi in un gruppo di “lavoro” che avesse obbiettivi comuni. In questa ottica ribadisco: non rinunciare mai al colloquio preliminare. Chiedere, chiedere, chiedere, prima! Se però l'obbiettivo è l'insegnamento sii consapevole che la pratica quotidiana diventerà imprescindibile. Per quanto appassionati non è detto però che si riesca o voglia investire tanto tempo in questo senso, quindi meglio porsi prima il problema. Facendo poi un passo in più, alla luce dell'osservazione qui riportata, se l'obbiettivo invece è più proiettato verso un percorso di crescita personale allora potresti valutare anche altri tipi di formazione. Non lasciare nulla al caso, sonda varie proposte e sentiti libero di cambiare idea in corsa. Forse ti sei avvicinato all'idea di uno YTT per fascino, ma potresti riscoprirti più adatto a seguire un corso per insegnanti di meditazione o di qualche specifico tipo di yoga meno intenso a livello di pratica fisica (Yoga Nidra, Yin Yoga...)
Ci sono però ulteriori osservazioni che aggiungerei a festa finita quindi ecco qui tutti i miei personalissimi pro e contro per te.
I tre motivi per cui ti raccomanderei uno YTT
YTT significa crescere nella pratica. Ovvio dirai tu, ma non scontato. Nel senso che per migliorare è necessario solo praticare con costanza e niente di meglio di uno YTT può essere motivante per approfondire e perfezionare dettagli che nelle classi di tutti i giorni non c'è tempo di analizzare. Chiedi prima se si lavorerà anche sugli aggiustamenti, un tassello chiave per imparare a correggere se stessi oltre che gli altri.
YTT significa mettersi in gioco, e tanto!
Scoprirai aspetti di te impensati, ti ritroverai ad affrontare piccole sfide impreviste, magari ti chiederanno di improvvisare una lezione o di metterti dall'altra parte del tappetino quando ancora non ti senti pronto. Ti ritroverai a confrontarti con gli altri e a mettere in discussione continuamente il tuo punto di vista, perché ti arriveranno nuovi input e nuovi sguardi da fuori che non ti appartengono. In questo senso, ovvio che sarà anche una fonte di crescita importante a livello personale.
YTT significa fare incontri speciali. Se sei fortunato, e difficile che non accada, incontrerai e selezionerai in modo istintivo e naturale persone a te molto affini che ti insegneranno tanto, grazie al loro personale modo di affrontare le sfide, persone che ti faranno da guida, persone in cui riconoscerai doti speciali che magari senti di non avere e su cui potresti ritrovarti a lavorare! Insomma ti si spalancheranno porte inaspettate. Questo te lo posso garantire.
I tre motivi per cui non te lo raccomanderei
YTT non è per tutti. Devi volerlo, sentire una sorta di chiamata, un trillo che ti fa dire: “Mmmm che curiosità” come minimo, perché sappi che il percorso non è da poco, richiede molto impegno, molto studio e più spesso nella vita frenetica che facciamo, tornare a studiare, dedicarsi tempo e lavorare costantemente sulla pratica non è esattamente facile. Quindi o la motivazione è alta o sospenderei un attimo il giudizio in attesa di testare scuole, stili, maestri, iniziando a leggere per conto tuo i testi fondamentali, in modo da sondarti anche in termini di ricerca personale.
YTT è, come tutto ormai in questo mondo, anche business! Per cui farei molta attenzione alla scelta che si fa. Se ancora non sai che lo yoga in Occidente è per lo più un'offerta del mercato indirizzata a un target mediamente d'élite o comunque ben-benestante lo capirai presto facendo i conti con i costi che richiede questo primo investimento. Sottolineo primo, perché una volta entrati nel girone non se ne esce più. La formazione yoga è strategicamente pensata per essere continuativa. Non a caso si è instaurata nel nostro modello economico capitalista che come tale ovviamente persegue i suoi obbiettivi. Mi fermo qua prima di essere radiata ancora prima di iniziare a insegnare, però è giusto fare una riflessione credo su questo aspetto, prima di incappare in “delusioni d'amore”. Questo poi può non voler dire rinunciarvi in assoluto, ma imparare a scegliere con maggiore consapevolezza e spirito critico. Visto che in questo mercato ci siamo, per quanto piaccia o meno, come consumatori credo sia nostro diritto imprescindibile almeno imparare a scegliere cosa meglio per noi.
YTT no, se non sei disposto a un confronto tra “religioni”. Nel senso che, se anche lo Yoga non è una religione come sappiamo, è anche vero che arriva da una tradizione culturale millenaria “altra” che indaga e di fatto si fonda sul rapporto dell'uomo con la spiritualità. Quindi o si è disposti ad ascoltare, confrontarsi con un altro modello culturale o si rischia di sentirsi a disagio rispetto magari a proprie convinzioni più o meno radicali. Sarebbe come pretendere di fare un viaggio in Tibet senza incontrare monaci. Non necessariamente diventerai un monaco, ma ovvio che lì ti trovi e potrebbe essere faticoso trovare la propria misura su questioni personali intime e delicate come le proprie credenze culturali, spirituali e religiose. In ogni caso non tutti gli YTT approfondiscono più di tanto certi aspetti come l'anatomia sottile, il rapporto con la spiritualità etc., quindi nel caso avrai sempre la possibilità di cercare YTT più focalizzati sulla disciplina prettamente fisica.