La parassitosi è un problema che tutt’oggi permane e viene poco considerato. I parassiti, soprattutto i più conosciuti quali gli ossiuri (Enterobius vermicularis), che sovente si trovano essere ospitati dai bambini piccoli, vengono purtroppo sottovalutati o sopravalutati come ospiti commensali in grado al massimo di creare prurito anale o vaginale e qualche scarica diarroica. Spesso problematiche legate ad un organo come la pelle, la vescica, la testa con l’emicrania, l’insonnia ed altre manifestazioni che elencherò in seguito, sono da considerarsi il risultato di una parassitosi intestinale.
I parassiti, appartengono a due categorie unicellulari (protozoi)o pluricellulari (vermi): i primi si replicano per duplicazione diretta, i secondi per deposizione delle uova da cui poi sono in grado di riprodursi. La riproduzione avviene ogni quarto di luna e le punte massime durante luna piena e luna nuova: la vita media varia da specie a specie, dalle condizioni di salute della persona e soprattutto dalla capacità di fronteggiare l’invasione.
Quando nel loro ciclo vitale muoiono, liberano i Coxsackievirus che sono “parassiti del parassita”: questi virus, di cui si sa ben poco, partecipano sia biologicamente, sia informaticamente alle disavventure cliniche dell’organismo ospitante. (cit. Dott. Urbano Baldari).
Le procedure di ricerca sono limitate alla ricerca delle uova nelle feci ma come mi raccontò una cara collega biologa, una volta mi disse: “I parassiti non sono di certo lì che aspettano noi biologi…”. Soprattutto perché con lo Scotch test, uno dei metodi utilizzati, la lettura della presenza di una parassitosi dovrebbe avvenire entro poche ore… e non è mai così scontato e così immediato.
Stando così, il proprio medico lungimirante può richiedere una conta degli eosinofili oppure passare a test di biorisonanza frequenziale o test kinesiologico, non considerati come metodo scientifico dimostrato, comunque di valido aiuto per scovare il tipo di parassiti e il luogo dell’infestazione. Personalmente mi è risultato utile il secondo metodo dopo diversi anni di problematiche multi-organo.
Quali sono i fattori che determinano un’infestazione?
Uno dei veicoli può essere l’acqua inquinata, carni (Tenia solium o saginata)o pesce crudi o poco cotti (Anisakis), gli animali domestici (baciarsi con il proprio animale non è proprio un atteggiamento sano visto che loro si lavano un po' dappertutto).
I gatti cominciano la toilette dall’ano e poi andando sul manto e poi noi umani accarezzandoli possiamo inavvertitamente portarci le mani alla bocca; i cani annusano le feci, in questo modo inalano uova di parassiti che entrano nell’albero respiratorio, dal naso alla bocca.
Possibile un rischio anche per il lavoro nell’orto o giocare con la terra tipico atteggiamento dei bambini: in genere le uova rimangono sotto il bordo ungueale, occorre quindi insaponare e spazzolare con cura.
La via d’ingresso è il circuito oro-fecale: dal momento in cui si ingeriscono le uova, le stesse attivano il loro percorso all’interno del corpo: in linea di massima arrivano nel duodeno e solitamente molto diffusa è la colonizzazione dell’appendice dove spesso si prova dolore.
Un’altra via è quella intestinale-retrogada: risale lungo le vie bilio-pancreatiche fino alla cistifellea, fegato e pancreas; la via ematica e linfatica, l’albero respiratorio e le vie urinarie. Problematiche quindi lontane dal sito di colonizzazione primaria (intestino).
I disturbi sono disparati e non sempre collegabili ad una parassitosi: a seconda del tipo di parassita si avranno diverse manifestazioni.
Solitamente un senso di agitazione ed incapacità a stare fermi, mal di testa improvvisi soprattutto la mattina, rigidità nucale, prurito zona ombelico, appendice, anale e vaginale, difficoltà a dormire tranquilli, rabbia e nervosismo sine causa, fatica cronica, dolori muscolari, infiammazioni intestinali croniche con disbiosi, cistiti e vaginiti ricorrenti, sinusiti, riniti ricorrenti, gola rossa e secca, mucosità espulsa di mattino, eruzione su polsi e caviglie, digrignare i denti la notte, prurito al naso e tremolii intensi alle palpebre, desiderio di grassi, burro, zuccheri e avversione verso le uova.
Questi sono alcuni dei disagi che apparentemente, senza la conoscenza della materia, possono essere disturbi legati ad altro o essere nella normalità: invece possono essere legati ai parassiti. I parassiti possono tuttavia essere asintomatici e nel tempo, per le tossine emanate nel corpo, causare a seconda del parassita, un indebolimento del sistema immunitario, candidosi intestinale o sistemica, permeabilità intestinale, malassorbimento, gastriti, stati simil-depressivi.
È importante potersi affidare al proprio professionista, in primis un medico che possa dare una terapia adeguata e a strumenti diagnostici validi. Per esperienza personale e professionale, si può, anzi si deve agire sia a livello nutrizionale/integrativo per scongiurare re-infestazioni e ricostruire dai danni provocati: le mucose vengono aggredite e danneggiate, come i tessuti.
Generalmente carne, uova, latticini e zuccheri vengono consigliati essendo il cibo preferito che nutre i parassiti; come aggiunta alla terapia farmacologica si possono dare delle indicazioni con l’utilizzo di Fitoterapia e Omeopatia per gestire i cicli lunari dei vermi.
A livello vibratorio con omeopatici specifici e a livello fito-chimico con piante indicate è bene continuare per un periodo consistente per tenere il “terreno” sano e forte.
Chiodi di garofano, assenzio, aglio, mallo di noce, artemisia sono alcune piante tipiche che i vermi non gradiscono come l’intento di farli morire evitando di fornire energia con gli alimenti accennati prima aggiungendo ai piatti curry e semi di zucca.
Fiori di Bach o fiori australiani scelti per agire sul piano emozionale-energetico per trasformare l’influenza del pensiero distorto e infestante.
Un altro aspetto importante è il bagaglio emotivo che si sa, essere la controparte che induce ad ammalarsi: cosa rappresenta una parassitosi in Psicosomatica?
“Sentirsi insozzati da qualcosa o qualcuno”, “avere l’impressione che qualcuno si sia approfittato di noi”, “sensazioni di essere stati invasi da qualcuno”, una sorta di indignazione verso un evento o una persona che ci ha fatto provare un senso di ripugnanza, di sporcizia. Li chiamo anche “pensieri infestanti”, quella sorta di logorio mentale, stessi argomenti, dubbi, paure, frustrazioni che si ripetono a voragine, ogni giorno senza tregua.
Per lungo tempo ho indagato sui vari significati della parassitosi senza trovare molto materiale e a mio avviso, la mia personale spiegazione l’avevo sotto il naso, anzi nella pancia.
Cosa rappresenta la pancia? È la sede dei nostri bisogni più reconditi, ciò che non vogliamo sentire, ciò che bussa alla porta come intuizione per darci quello che serve in quel momento, come le decisioni per se stessi, le scelte di vita o lavorative, la capacità di mettere “al proprio posto” eventi e persone, darsi pace, metabolizzare e lasciar andare.
Tutti questi i compiti della nostra pancia: il lasciar andare è fondamentale per non re-infestarsi simbolicamente con ciò che è stato e probabilmente non si può cambiare. Dalla pancia “esce un contatto energetico”, una sorta di corda che ci lega inevitabilmente, in primis alla madre, oppure ad altre figure dominanti.
Recidere quell’edera di pensieri o atteggiamenti che non hanno fine se non quella di strozzare la nostra evoluzione.
Ora, quando trovo delle parassitosi, oltre a seguire i protocolli terapeutici chiedo: “Cosa ti obbliga a fare e a non fare il tuo disturbo?”