“Arrivo dall’Accademia di Belle Arti di Brera, disegno e dipingo donne e nudi femminili, da quando avevo sei anni. La moda è uno dei mille canali di comunicare una forma d’arte. La donna Venusvidi potrebbe essere una delle bagnanti dei meravigliosi quadri di Jean-Auguste-Dominique Ingres. Le donne di schiena, le trovo di una sensualità disarmante. Da lì nascono i dettagli in corda che attraversano la schiena. La riservatezza, l’intimità e la femminilità che trasmettono le sue donne, le sento molto mie.” Fiammingo nella stesura, individualista e naturalista nel disegno, volto all’antico per congenialità e idealista per ragionamento, Ingres era noto per il suo stile immutabile e personale, che si manifestava soprattutto nelle opere dedicate al tema del nudo femminile. Le sue abili capacità di disegnatore, i suoi contorni netti e precisi e l’eleganza con la quale impiegava le linee sinuose per delimitare le aree dove andava steso il colore, lo resero uno dei maestri indiscussi del Neoclassicismo in pittura.
Allo stesso modo, Sabrina di Gennaro, stylist di alcuni dei più importanti magazine di moda e ad oggi designer al suo debutto per la presentazione della prima linea di costumi da bagno, Venusvidi, utilizza solo pochi centimetri di tessuto e una corda per creare una collezione ispirata alla grazia del corpo femminile, visto come una vera e propria opera d’arte. “Venusvidi vuole raccontare una donna eclettica, indipendente, con forte carattere e personalità, ma allo stesso tempo con uno spirito libero e innovativo. Una donna istintiva, in sintonia con la sua intimità, capace di apprezzare il bello ed il sublime, vivendo come un lupo in semplicità”.
Ispirate dal semplice amore per la natura, il mare e l’arte, le creazioni di Sabrina cavalcano l’onda dei favolosi anni Ottanta, caratterizzandosi per l’essenzialità dei tagli, la precisione delle linee e la ricercatezza dei materiali: “Ho fatto diverse fiere e ricerche per trovare un tessuto che mi ispirasse. Volevo un tessuto che parlasse da solo e che potesse reggere ed enfatizzare i piccoli e semplici tagli. Ero in fiera a Cannes, e dopo tanti giri nei vari padiglioni, sono stata attratta dalla luminosità e morbidezza dei velluti. Subito ho pensato dovessi però intervenire con dei dettagli in altro materiale, per alleggerire la sua ricchezza. Rientrata a Milano ho cominciato a pensare a mille materiali, di quelli poco usati nei settori, e che potesse piacermi. Inizia così la ricerca delle corde”.
Presente in quasi tutti i modelli come elemento naturale e richiamo alla natura, la corda viene tinta a mano per ottenere una tonalità calda che contrasta i colori a volte freddi dei velluti, smorzando la ricca ostentazione dei materiali, utilizzati con un risultato armonico e naturale. Come Ingres riusciva a realizzare composizioni unitarie, in un equilibrio generale di forme e colori, dove nella sintesi e nella relazione tra le parti, la figura trovava la sua perfezione, allo stesso modo Sabrina gioca sulla dualità dei colori per tutti i modelli della prima stagione, a parte due in tinta unita, riuscendo sapientemente ad esaltare la luminosità dei velluti, tessuti di pregio morbidissimi e leggerissimi.
Ocra, magenta, fuxia, verde, blu e grigio sono i colori proposti per i sette modelli di questa collezione, nata da una grande ricerca: “Sono partita da un periodo ben preciso: gli anni ’80. Da piccola impazzivo letteralmente per i bikini di mia mamma. Ne aveva due in particolare, stupendi, uno in seta rosso geranio, con reggiseno a caramella, alto non più di tre dita, l’altro in taffetà di seta bordeaux tutto plissettato. Erano essenziali nei tagli, ma meravigliosi nella loro semplicità. Così ho cominciato a guardare vecchi film, serie TV, giornali di moda e gossip, fotografi, modelle e icone del momento ecc.”.
Per una stylist cresciuta tra arte e moda è molto importante riuscire a comunicare attraverso un capo d’abbigliamento, a svelare il proprio io e a trasmettere un’emozione a coloro che indosseranno le sue creazioni: “Non mi piace l’ostentazione in tutte le sue forme. Non mi piace tutto ciò che è finto e/o poco femminile. Credo non esistano donne belle o brutte, ma solo donne interessanti e donne che lo sono meno. Ma questo non dipende affatto dalla loro bellezza esteriore, fisica. Vorrei tanto che le donne imparassero di più ad accettare ogni piccola parte di se stesse, caratteriale e fisica. Vorrei capissero che la loro missione non è dover piacere a tutti i costi agli altri. Vedo molte ragazze e donne, ingenuamente inconsapevoli della loro bellezza e delle loro potenzialità, e spesso tendono a svalutarsi o a snaturarsi. Venusvidi non ha strutture per un seno effetto push up, non ha paillettes e strass per accecare e ammaliare, non ha volants per nascondere… Ha solo tessuto morbido ed avvolgente e corde per esaltare e svelare la femminilità, omaggiando la bellezza della donna per eccellenza, la Venere”.