L'estate è la stagione indicata per visitare i giardini botanici di montagna, ricchi di piccole piante deliziose, robustissime e capaci di sopravvivere a condizioni ambientali estreme, e inoltre immersi in paesaggi meravigliosi, che di per sé meritano una passeggiata.
Rispetto agli orti botanici di pianura, per la maggior parte molto antichi e fondati nei pressi delle università più importanti (i primi sono quello di Pisa, aperto nel 1543 ma poi spostato di sede, e quello di Padova, risalente al 1545 e ancora situato nello stesso luogo), quelli d’altura sono nati, tranne uno, nel corso del Novecento.
Di conseguenza, essendo stati concepiti con un taglio più moderno, accanto alla panoramica di specie botaniche, tipica degli orti botanici antichi, mostrano quasi tutti anche la ricostruzione dei diversi ambienti naturalistici che si trovano sulle montagne.
In base all’altitudine, molti di loro sono coperti di neve e, dunque, chiusi per molti mesi all’anno; la stagione di fioritura è compresa fra maggio e settembre, ma in genere il periodo migliore per osservare quanti più fiori possibili, è fra giugno e luglio.
Cominciamo a scoprire i più importanti orti botanici distribuiti sulle nostre Alpi e Prealpi, per poi proseguire il mese prossimo con quelli appenninici.
In Valle d'Aosta, sono ben quattro i giardini botanici d'alta quota, da raggiungere con facili camminate: Paradisia, a Cogne, nel Parco del Gran Paradiso; Sassurea, al Pavillon, sopra Courmayeur; Castel Savoia, a Gressoney-St. Jean; e infine Chanousia, sul colle del Piccolo San Bernardo.
Il Giardino botanico Paradisia si estende nel cuore del Parco Nazionale Gran Paradiso, a 1700 metri di altitudine, per circa un ettaro, in cui crescono oltre mille specie appartenenti soprattutto alla flora delle nostre Alpi, compreso il raro astragalo maggiore (Astragalus alopecurus) e il giglio di monte (Paradisea liliastrum), diffuso nei pascoli circostanti, che dà il nome alla struttura. Comprende inoltre una collezione di licheni unica nel suo genere e riproduce alcuni ambienti naturali montani, fra cui pseudo-steppa, torbiera, morena, detriti calcarei, ognuno con pannelli esplicativi per evidenziarne le caratteristiche, e un insolito “giardino delle farfalle di montagna”.
Il Giardino botanico alpino Saussurea, situato a 2.175 metri di altitudine, sulle pendici del Monte Bianco, prende il nome da Saussurea alpina, pianta rara dei pascoli pietrosi dedicata a Horace Bénédict de Saussure, promotore della prima salita al Monte Bianco, nel 1786. Vi sono raccolte specie valdostane, alpine occidentali, nordamericane, spagnole, euroasiatiche e piante officinali.
Il Giardino botanico alpino Castel Savoia si trova nel parco del Castel Savoia, che apparteneva alla regina Margherita di Savoia, appassionata di montagna e alpinismo, a 1350 m di altitudine. Si sviluppa in aiuole rocciose, che riproducono l’ambiente alpino, con specie botaniche italiane, ma anche ibridi e cultivar di specie provenienti da varie parti del mondo, scelte per il loro aspetto ornamentale.
Chanousia, che sorge in prossimità del confine italo-francese sul Colle del Piccolo San Bernardo, a 2170 m di altitudine, è il più antico giardino botanico alpino d’Italia: fu infatti fondato nel 1897 dall’abate valdostano Pierre Chanoux, naturalista appassionato che chiedeva ai turisti e agli alpinisti di non raccogliere troppi fiori dalle montagne. Distrutto durante la Seconda guerra mondiale è stato ricostruito soltanto nel 1976. Il suo simbolo è la Campanula thyrsoides, che cresce solo in queste zone e nel giardino, accompagnata da molte altre specie, fra cui la primula irsuta (Primula hirsuta), la sassifraga dai due fiori (Saxifraga biflora) e la sassifraga a foglie opposte (Saxifraga oppositifolia), il ranuncolo acquatico (Ranunculus aquatilis), l’achillea erba-rotta (Achillea moschata) e la carice ricurva (Carex curvula).
In “valle”, c’è un’altra chicca da non perdere: l’interessante Giardino Sperimentale di Piante Officinali annesso alla farmacia del dott. Nicola, ad Aosta, dedita alla ricerca di rimedi naturali, prodotti di fitocosmesi e integratori basati su erbe e fiori a "chilometro zero”, come il timo varico e la stella alpina, oggi coltivata a questo scopo in Val Ferret.
Spostiamoci in Piemonte, dove, in alta Val Pellice, al Colle Barant (nel comune di Bobbio Pellice), si può raggiungere il Giardino botanico alpino Bruno Peyronel - dedicato al botanico e naturalista originario del luogo - in un'ora e mezza di marcia partendo dal Rifugio Barbara (Comba dei Carbonieri) e dal Rifugio Jervis (Conca del Prà): ricco di specie alpine locali, riproduce anche diversi ambienti naturali montani tra cui pascoli, margini lacustri e arbusteti subalpini.
A Terme di Valdieri, in alta Valle Gesso, in provincia di Cuneo, a 1400 metri di altitudine, quasi si nasconde il Giardino botanico Valderia, che prende il nome dalla Viola valdeira, scoperta nella zona nel 1780 dal botanico Carlo Allioni. Oggi il giardino, che offre una panoramica completa dell’intero mondo vegetale delle Alpi Marittime, vanta la presenza di 500 specie, suddivise in 14 ambienti, tra cui il lariceto, la torbiera, le roccere calcaree, l’abetina mista.
Sulle alture piemontesi del Lago Maggiore, nella frazione di Alpino, tra i comuni di Stresa e Gignese, si annida il Giardino botanico Alpinia: istituito nel 1934, quando questa zona era ancora meta di aristocratici europei ed artisti, in cerca di pace e ispirazione, racchiude pregiate specie botaniche provenienti dal piano alpino e subalpino, dal Caucaso, dalla Cina e dal Giappone, compresa una ricca flora acquatica. Con meno di un’ora di cammino si raggiunge il Monte Mottarone, affacciato sullo splendido panorama del lago.
In Lombardia, in cima alla Valcava, splendida forra incontaminata sopra Madesimo, vi attende il Giardino alpino Valcava, creato da poco con l’intento di proteggere la flora alpina, sperimentare erbe foraggere adatte ad arricchire i magri pascoli e le specie forestali esotiche adatte al rimboschimento; all’interno vi sono stato ricostruiti dieci ambienti naturali, percorribili attraverso i numerosi sentieri.
In Alta Valtellina, all’interno del Parco dello Stelvio, il Giardino alpino Rezia, a 1350 metri di quota, custodisce oltre 500 alpine di tutto il mondo, suddivise secondo le loro caratteristiche ecologiche o di utilità.
Sempre all’interno del Parco Nazionale dello Stelvio, ma nella parte di pertinenza del Trentino-Alto Adige, vale la pena andare a visitare il giardino botanico dell’Azienda agricola biocertificata Olga Casanova, in Val di Luce (imperdibile in autunno, per l’incredibile colore dei fogliami), che vi coltiva le erbe e le piante delle aree montane, officinali e non solo, accuratamente descritte mediante cartellinatura, utilizzate per la preparazione delle proprie tisane e altri preparati, come la melissa, la menta, il fiordaliso, la malva, l’achillea, il ribes, la cicerbita alpina, l’asparago di monte; è aperto al pubblico, con la possibilità di visite guidate, lungo un comodo percorso.
Nell’Altopiano di Folgaria, a Rovereto (TN), a 1600 metri di altitudine, vi aspetta il Giardino botanico alpino di Passo Coe, che raccoglie la vegetazione spontanea trentina, suddivisa in boschi, prati, rocce e pascoli.
A una trentina di minuti d’auto da Trento, a 1500 metri di altitudine, si trova il Giardino botanico alpino Viote di Monte Bondone, uno dei più antichi e grandi delle Alpi: istituito nel 1938, si estende per dieci ettari, abitati da oltre duemila specie appartenenti alla vegetazione alpina, suddivise in base ai grandi areali di origine, fra cui moltissime specie officinali e specie in via di estinzione, i cui semi sono raccolti al fine di potere essere distribuiti alla rete internazionale dei giardini botanici.
Da non perdere, infine, a Bulla, tra Ortisei in Val Gardena e l’Alpe di Siusi, a 1600 metri di quota, il roseto più alto d’Europa: Rosarium Uhrerhof, aperto nel 1812 dalla famiglia Zemmer: ospita circa 5000 rose, appartenenti a 150 varietà diverse, disposte su un pendio accanto allo Charme Hotel Uhrerhof; meglio visitarlo fra luglio e settembre, periodo in cui si concentrano le fioriture.
Proseguiamo per il Veneto, la regione più ricca di giardini botanici alpini: imperdibile, in ogni stagione, l’Orto botanico del Monte Baldo, nel Veronese, all’interno del Parco Naturale Locale del Monte Baldo. Si sviluppa su due ettari, a circa 1200 metri di altitudine, e raccoglie centinaia di specie autoctone del Monte Baldo, disposte in microambienti ed ecosistemi che riproducono quelli originari: rocce, sottobosco di faggio, pascolo, prati, zone umide. Numerose le orchidee selvatiche e le specie endemiche presenti, sopravvissute qui durante il periodo delle glaciazioni, mentre altrove scomparivano, come Campanula petraea, Primula spectabilis, Carex baldensis, Phisoplexis comosa. La struttura, che si raggiunge attraverso un nuovo percorso fruibile anche alle persone con disabilità motoria, comprende un rifugio, in cui è possibile mangiare, e un osservatorio.
Raggiungiamo quindi l’alta Val Leogra: nel comune di Valli del Pasubio, in provincia di Vicenza, potete visitare il Giardino botanico alpino San Marco: situato a poco più di mille metri di quota, è composto da un bosco di faggi, un prato montano, una zona umida e diverse "roccere”, in cui crescono specie provenienti dalle limitrofe Piccole Dolomiti Venete e dalle Prealpi Venete.
Nella parte meridionale dell’Altopiano di Asiago, immerso fra pascoli, peccete e formazioni rocciose, il Giardino botanico alpino di Monte Corno custodisce oltre 350 specie erbacee, arbustive e arboree, appartenenti alla flora subalpina e montana, fra cui uno splendido esemplare di sorbo montano (Sorbus aria).
Scendiamo a Pieve del Grappa (TV), dove, sulle pendici meridionali del Monte Grappa, a soli 450 metri di quota, il Giardino Vegetazionale Astego propone per intero la successione degli ambienti naturali che si incontrano scendendo da una vetta delle Prealpi venete fino alla pianura: il giardino roccioso, il ghiaione fresco, il ghiaione consolidato, la prateria d'alta quota, le faggete, l'oliveto, il querceto, il bosco planiziale e le colture; vi fioriscono molte specie della flora spontanea alpina e subalpina, come felci, sassifraghe, genziane, primule, rododendri, genziane, primule, sassifraghe, orchidee ma anche a fiori di campo: proprio a fiordalisi e papaveri è dedicato un intero campo.
Sulle Prealpi Bellunesi, all’interno della Riserva naturale Monte Faverghera, potete visitare il Giardino botanico delle Alpi Orientali, che si estende per sei ettari, a 1400-1600 metri sul livello del mare: una rete di sentieri conduce fra la boscaglia subalpina, le paludi, le torbiere, i pascoli, i ghiaioni, le vallette nivali, le rupi calcaree e silicee, alla scoperta delle piante che vi abitano, fra cui piante officinali alpine, orchidee, salici e felci.
Infine, ai piedi dello scoglio dolomitico del Gruppo del Civetta, in prossimità del rifugio Vazzoler, vi aspetta il Giardino alpino Antonio Segni: facilmente raggiungibile seguendo uno dei tanti sentieri della zona (in particolare il cammino che da Listolade si addentra nella Val Corpassa), ricostruisce gli ambienti tipici delle Dolomiti Bellunesi; al suo interno, la vegetazione sfuma gradualmente dai boschi di abete rosso (Picea abies) e larice (Larix decidua), fino alle praterie alpine, per poi raggiungere i ghiaioni ai piedi delle pareti rocciose verticali. Tanti gli endemismi e le specie di pregio, presenti, fra cui raponzolo di roccia (Physoplexis comosa), la campanula della carnia (Campanula carnica), la bonarota comune (Paederota bonarota), la cinquefoglie delle dolomiti (Potentilla nitida), il rododendro nano (Rhodothamnus chamaecistus) e la sassifraga incrostata (Saxifraga crustata) il giglio di San Giovanni (Lilium bulbiferum) e il giglio martagone (Lilium martagon).
Sempre nel Bellunese, a Tambre, nel Pian del Cansiglio, potete infine visitare il piccolo ma delizioso Giardino botanico alpino Giangio Lorenzoni, che, in una cornice meravigliosa, concentra tutti gli ecosistemi e le specie botaniche presenti dai 300 metri sopra il livello del mare fino alle alte vette, offrendo inoltre laboratori e attività per i più piccoli legate al tema dell'ambiente.