I once was lost, but now am found
T'was blind but now I see.(dal testo di Amazing Grace)
L’emergenza Coronavirus sta dilagando nel mondo con una messe di morti che spaventa e lascia sgomenti. Farsi sopraffare dall’immane tragedia che si sta abbattendo su ognuno di noi è una tentazione a cui nessuno sfugge. Le lacrime, la rabbia e il dolore davanti alla catastrofe mondiale che sta galoppando sembrano inevitabili. Tuttavia l’unica certezza che abbiamo, in questo terribile frangente, è provare a dare un senso a tutto questo, impegnandoci a dare il nostro meglio per trasformare un’occasione di sofferenza e morte in una spinta alla trasformazione radicale del nostro modo di vivere e di pensare la vita.
Pratico lo Spaceclearing da vent’anni e chi mi conosce sa che il mio motto è: “Eliminare il superfluo per recuperare l’essenziale”. Partendo dal più piccolo cassetto, la casa ci insegna a vivere con meno cose inutili, migliori relazioni e momenti più veri. Possiamo fare a meno di tante cose, basta provarci. Fare spazio in casa diventa un cammino verso la ricerca delle cose importanti, sia in senso materiale e pratico, sia a livello personale e spirituale. Questa emergenza ci sfida e ci mostra – se le vogliamo accogliere – alcune cose importanti. Fra i tanti approcci che stanno emergendo, sono convinta che la via verso semplicità e chiarezza, ci donerà un diverso modo di intendere la vita.
È venuto il momento di abbandonare la tendenza ad ‘amare le cose’ e ‘usare le persone’ tipico della società attuale. Vorrei che ‘dopo’ questa emergenza l’essere umano avesse imparato ad amare le persone e usare le cose, soltanto quelle che servono veramente. Quando pensiamo al ‘dopo’ e lo immaginiamo come un susseguirsi di momenti e occasioni in cui ci mancherà qualcosa che possedevamo ‘prima’ avremo fallito. Impiegare risorse e mezzi per ritornare verso la vecchia ‘normalità’ porterà poco lontano. Dobbiamo andare alla ricerca di una ‘nuova vita’. Che sia migliore.
Non vanifichiamo i sacrifici di questo tempo: “Sacrificio”, dal latino ‘rendere sacro ’. Rendiamo sacre tutte queste morti, tutte queste sofferenze, tutti i sacrifici fatti, donando un senso più alto a quanto sta accadendo, affinché diventi un’occasione di risanamento per l’intera umanità. Dopo le atrocità del secondo conflitto mondiale, è nata la società democratica, la nostra Costituzione e gli organismi internazionali per evitare altre guerre e mantenere la pace. È un’utopia sperare che, da questa pandemia, nasca una nuova ‘visione’ di convivenza sociale ed economica, con al centro, quei valori che si stanno dimostrando fondamentali? Oltre alla solidarietà e alla condivisione, al rispetto dell’altro e delle regole, non sarebbe finalmente venuto il momento in cui, si metta al centro il valore della Salute, della centralità della persona nel lavoro quotidiano, della tutela dell’Ambiente e del benessere individuale, nel rispetto reciproco? Siamo sicuri che uno sviluppo basato esclusivamente sulle leggi del profitto, senza porre il Welfare dell’individuo al centro, non si stia trasformando in un costo altissimo per tutti, in termini di salute e tutela dell’ecosistema?
Uscendo dai vecchi schemi di contrapposizione, fatti di slogan per la conquista del consenso sui mass media, potrebbe essere il momento per fare spazio a nuovi stili di comunicazione, volti a motivare, rassicurare e offrire una nuova visione alle persone bloccate a casa da oltre sette settimane, nuovi messaggi comunicativi “per continuare a lottare, per continuare a sperare...”.
Se “Sacrificarsi al servizio della vita equivale a una grazia” (Einstein), da questo impegno collettivo dovrebbe nascere un nuovo approccio alla vita, la grazia di poter immaginare un mondo diverso e migliore, dove l’Italia - perché no? – possa indicare una strada, alla luce della bellezza della sua storia, del suo territorio e il calore della sua gente.
Goethe sostiene che: "Siamo capaci di fare molti sacrifici nelle cose grandi, ma di rado siamo in grado di sacrificare le piccole". Credo sia importante, anche se forse è più difficile, cominciare dalle piccole cose. Potrebbe non essere una mossa intelligente ritornare alla vita precedente. Potresti aver voglia di trasformare la tua vita eliminando l’inutile. Dicendo più spesso “ti voglio bene” a chi ti sta vicino. Facendo più attenzione ai vicini che hai conosciuto in queste settimane di lockdown. Dando una mano a chi ne ha bisogno. Donando anche solamente un sorriso. Perché si sa la gentilezza è contagiosa!
Infine, concludo con le parole di F. Schumacher:
Invece di pensare con terrore ai sacrifici che ci attendono, perché non li consideriamo un’occasione per liberarci dei falsi bisogni?