Dopo aver parlato delle risorse utili per affrontare al meglio le asana più difficili per noi entriamo nel vivo del nostro percorso. Le prossime lezioni saranno la chiave di volta per capire quale è lo scopo ultimo dello yoga. Non una semplice pratica fisico-sportiva, ma una grande risorsa a livello mentale che può fare la differenza anche in percorsi di crescita personale. A partire dai temi specifici che affronteremo si capirà come praticare yoga ci possa aiutare a maturare a livello psico-emotivo nella nostra vita quotidiana.
How the body changes the mind & Vice Versa.
Ci conosciamo per quello che siamo da sempre, per come abbiamo imparato a riconoscerci negli anni e la nostra mente in questo ci assiste per permetterci di ritrovarci davanti allo specchio ogni mattina senza un senso di smarrimento, riconfermando a noi stessi la nostra identità. Se non fosse per il senso del continuum che interiormente il nostro sistema biologico ci aiuta a mantenere saremmo, bene che vada, degli sbandati fuori controllo. I problemi sorgono quando impariamo a riconoscerci allo specchio per le nostre caratteristiche disfunzionali. E anche quando riuscissimo a riconoscerle tali caratteristiche (cosa per niente facile e scontata) e volessimo mai metterci mano, sarebbe realisticamente fattibile decidere di sbarazzarci all'improvviso di queste parti “scomode” di noi?
Personalmente ho passato anni a cercare di porre rimedio a quegli aspetti di me che poco amavo e che volevo cambiare per uscire magari da dinamiche autolesioniste, amori sbagliati, amicizie tossiche, atteggiamenti mentali negativi… Ho fatto diete, ho cambiato stile di vita, abitudini, ho cercato di migliorare il mio modo di rapportarmi alle persone, ho testato corsi, metodi e suggestioni da rivista di ogni genere. Sono stati tanti i momenti di entusiasmo quando iniziavo la mia nuova impresa, un nuovo obbiettivo, una nuova abitudine, un nuovo corso, ma tanti anche i momenti di frustrazione e delusione quando non riuscivo a implementare il mio nuovo assetto, il nuovo cambiamento tanto desiderato e, inevitabilmente tornavo sui miei passi e mi ritrovavo nelle mie vecchie abitudini, in modo peraltro del tutto naturale. Una storia già sentita vero?
Perché allora una volta deciso per il cambiamento risulta tanto difficile metterlo in atto e diventare le persone che vorremmo essere?
Alla fine di un periodo pesante, non praticavo da giorni, mi sentivo fuori forma e mi rendevo conto che mentalmente stavo tornando ai miei soliti schemi mentali conflittuali: “questo non va bene, così non va, devo trovare una soluzione a questo, cambiare quest’altro...”. Insomma una torturatrice provetta. Vado a lezione più disillusa che mai, pensando chissà che fatica farò. Inizia la pratica e a seguire una meditazione specifica sulla mente negativa e gli stati depressivi. Esattamente lo stato in cui mi sentivo. All’improvviso nel silenzio, lì seduta, finalmente sedata, come se fosse la cosa più naturale del mondo penso: “è un problema come un altro, cambierà, e se non cambia chi se ne…”. Insomma in un momento preciso e folgorante sento con tutte le mie budella, come direbbe Pretty Woman, che quello su cui mi stavo arrovellando da giorni in realtà non era poi così importante. O meglio la questione era sì importante trattandosi della mia vita, ma era il mio punto di vista su di essa ad essere disfunzionale. All’improvviso capì che non avevo più bisogno di stare nel conflitto. - E dici poco! - Che potevo osservare la situazione a distanza, aspettare l’evolversi degli eventi, che certamente avrebbero modificato la situazione per forza di cose o comunque che potevo continuare ad agire nella direzione del mio obbiettivo, ma senza pretendere che si realizzasse tutto e subito. Ho iniziato ad accettare la situazione in cui mi trovavo per quella che era e quindi a non darle troppo peso. Fateci caso, la mente cerca sempre soluzioni a breve termine e se non le trova ecco che più spesso inizia un dialogo interiore fatto di contrasti e atti di accusa. Come sarebbe invece se cominciassimo a dire: “Sono qui ed è abbastanza?” “Quello che ho è abbastanza”. Cosa succederebbe se diventasse la nostra voce interiore, il nostro nuovo mantra?
Potrebbe essere questo un primo passo verso il cambiamento?
Di sicuro posso dirvi che, tanto per cominciare, quando arrivi a sentire che del conflitto non hai più bisogno o che comunque puoi decidere di farne a meno, beh Signori miei, quello è proprio un gran giorno. È un giorno in cui vuoi urlare al mondo la tua scoperta e ti senti come Dio che ha liberato l’umanità da tutti i mali del mondo. Ok mi calmo, per il momento mi basta essere la para guru di me stessa, sul resto ci stiamo lavorando…