Per uscire da uno stato d’animo negativo e raggiungere l’equilibrio interiore, spesso può bastare un piccolo passo nella direzione giusta. Andare in Natura, ad esempio, consente a ciascuno di noi di diventare terapeuta della propria anima e di curare se stesso, attraverso le sinergie positive dei fiori, delle gemme, delle erbe, del paesaggio, del vento e dell’acqua, eliminando schemi di comportamento dannosi e allo stesso tempo sviluppando una migliore conoscenza della propria mente cuore. Scopo del curarsi con la Natura attraverso i bagni di bosco, è il ristabilimento dell’armonia spirituale che è la premessa per raggiungere la massima espansione e stabilità interiore. Ne consegue indirettamente una maggiore capacità di resistenza nei confronti dei disturbi fisici legati alla condizione interiore che può essere allenata anche attraverso la meditazione e l’ascolto profondo.
L’idea da cui prende le mosse il viaggio in Natura arricchito da pratiche di meditazione, è che il mondo materiale (il livello della personalità con i suoi conflitti) e il mondo spirituale (anima, Io Superiore) si compenetrano senza sosta, si condizionano a vicenda, come fanno l’inspirazione e l’espirazione, il giorno e la notte. Alla base del benessere psicofisico individuale, c’è dunque l’omeostasi, l’equilibrio tra i due mondi. Un eccesso in uno dei due genera una mancanza nell’altro. Per dirla con Edward Bach, padre dell’omonimo metodo di floriterapia, un’attenzione scarsa al mondo materiale della personalità (Clematis) che si traduce, ad esempio, in poco sonno, poco cibo, scarso calore, impedisce il contatto con l’Io Superiore esattamente come la concentrazione eccessiva sul piano materiale dell’esistenza quotidiana (Crab Apple). Là dove si crea o si cristallizza uno squilibrio forzato, è inevitabile che insorga una crisi o una malattia: questa, infatti, crea il caos necessario per impedirne il movimento e far scaturire una nuova vitalità, che consente di fare un altro passo nell’itinerario della vita. Gli impulsi ordinatori e armonizzatori che provengono dal mondo della Natura contengono un messaggio lieto che ci ricorda che “esistono anche altre possibilità” e ci persuadono di questa verità grazie all’esperienza corrispondente: spaziano oltre il nostro campo visivo, offrendoci una prospettiva più ampia.
Questa opera di armonizzazione si instaura in modo del tutto naturale e senza alcun intervento umano. Tutto accade senza la minima forzatura, in modo quasi impercettibile, e si realizza soltanto ciò che è davvero necessario e possibile in quel momento.
La pratica del bagno di bosco ci porta sempre più in sintonia con la natura esterna e interna e risveglia l’amore e la comprensione per tutto il creato, facendocene sentire parte e capaci di tornare a parlare la lingua del Mondo.
In Natura, la percezione della nostra responsabilità personale aumenta, per cui diventiamo più adulti nel senso migliore del termine. Un simile cambiamento apre le porte a notevoli ripercussioni anche negli altri ambienti del nostro vivere: dalla famiglia all’ambiente di lavoro, tutto viene sollecitato e solleticato da un nuovo, intimo e genuino contatto con lo spirito Verde delle cose. Si può quindi dire che la pratica del bagno di bosco che incontra la meditazione, offre un sostanziale contributo al benessere generale, al miglioramento del clima spirituale della persona e delle sue relazioni. Ma non solo: la terapia della Natura offre anche una risposta a quella che sembra essere la sindrome collettiva più diffusa del nostro tempo, cioè la perdita dell’orientamento interiore e dell’equilibrio spirituale. Spesso il bagaglio di esperienze della generazione dei nostri genitori non è più attuale.
Modelli sociali e morali non rappresentano più un valido punto di riferimento individuale. Alla luce dei ritmi accelerati e dei costanti cambiamenti in tutti gli ambiti della nostra vita, è diventato impossibile fare progetti esistenziali a lunga gittata. In queste circostanze, il bagno di bosco e la meditazione offrono ottimi strumenti terapeutici a due livelli dell’esistenza umana:
- a livello spirituale – spesso trascurato – offrendo l’opportunità di tornare a intercettare senso e valori in un quotidiano che sembra esserne sprovvisto. Si tratta di tornare a parlare la lingua del Mondo, incontrando un sistema di riferimento superiore, che esula dai confini della personalità umana individuale e raggiunge una dimensione universale;
- a livello materiale, la pratica costante della meditazione aiuta a entrare in intimità con i propri meccanismi di pensiero e azione, andando a intercettare le sacche di reattività svuotandole dei contenuti difensivi, rabbiosi, escludenti che queste spesso hanno. Questo finisce con il risvegliare un principio di responsabilità individuale secondo cui ciascuno reca in sé i mezzi per la propria guarigione e non deve avere paura della malattia.
Invece di seguire esclusivamente i metodi del materialismo, credo che la scienza abbia bisogno di arricchirsi di metodi fondati sulla bellezza, sull’armonia e sulla proporzione, e orientati sulle stesse leggi divine del nostro essere. L’arte della guarigione dovrebbe a mio avviso passare dall’ambito dei metodi terapeutici puramente fisici, a quelli del risanamento spirituale e mentale. Soltanto un ristabilimento dell’armonia fra anima ed emotività è in grado di eliminare la causa prima della malattia riservando l’uso dei rimedi farmacologici al completamento della guarigione del corpo. Da questo punto di vista, credo che i terapeuti abbiano due grandi finalità. Da una lato quella di assistere il paziente e aiutarlo a conoscere se stesso e gli errori nei quali può incorrere. Per farlo, questi dovrà necessariamente progredire nello studio delle leggi spirituali che regolano l’esistenza dell’uomo, oltre a occuparsi degli aspetti della natura umana grazie ai quali potrà riconoscere i fattori scatenanti del conflitto fra anima e personalità. Dall’altro lato, il terapeuta dovrebbe essere in grado di prescrivere presidi terapeutici che aiutino il corpo materiale ad acquistare forza e lo spirito a conquistare la pace, ad ampliare i propri orizzonti e a ristabilire la pace e l’armonia in tutta la personalità.