-Io non sono mai stata a Vienna.
-Ah, le piacerebbe! È come Parigi. Senza i francesi.(da Frost/Nixon-Il duello)
Abbandonate i clichés turistici che prevedono di visitare l'Austria in inverno, dimenticate i mercatini di natalo e il punch.
Io vi consiglio di andarvene a Vienna d’estate, lasciandovi alle spalle spiagge sovraffollate e prezzi gonfiati come canotti in procinto di esplodere che rendono le vacanze di agosto un trauma: andate a fare un tuffo nel Danubio e a visitare la città più vivibile d’Europa.
Vienna è una città bellissima in ogni stagione soprattutto se, schivate le attrazioni turistiche più scontate, ci si immerge nelle tante diverse atmosfere che questa città offre.
Per essere la capitale di uno stato piccino e scarsamente popolato come l’Austria, la dimensione monumentale potrà sembrarvi un po’ eccessiva: non dimenticate che fino a un secolo fa questa era la capitale di un impero multietnico di 680.000 chilometri quadrati, nel 1910 la città contava più di due milioni di abitanti, era quindi una delle città più grandi d’Europa. Dopo aver avuto la pessima idea di scatenare e perdere una guerra mondiale, l'impero si dissolse e l'Austria si ridusse ad essere lo staterello di appena 83.879 quadrati, e meno di nove milioni di abitanti.
La popolazione a Vienna scese al suo minimo storico tra gli anni ’80 fino all'inizio del nuovo millennio arrivando a un milione e mezzo scarsi e solo recentemente grazie agli immigrati che vi si sono stabiliti Vienna è ritornata ad essere una città dinamica e cosmopolita e a raggiungere nuovamente lo stesso numero di abitanti che aveva un secolo fa.
Per respirare un po’ del fascino della Vienna Asburgica, vi propongo un itinerario Imperiale, la sera, mentre il tramonto cede il palco alla notte e si accendono i lampioni.
Prendete la metro fino a Volksteater, da lì attraversate la strada e vi incamminate verso i due musei - storia naturale e storia dell'arte - attraversate Maria Theresien Platz, passando sotto l’enorme statua di una grassissima Maria Teresa.
Proseguite entrando a Heldenplatz, la piazza degli eroi, costruita da Francesco Giuseppe: vi state muovendo in quel meraviglioso pasticcio architettonico chiamato Hofburg. I vostri piedi stanno calpestando lo stesso suolo dei regnanti dell’Impero, in quello che potrebbe essere il set cinematografico di uno dei film sulla principessa Sissi che in questi palazzi ha vissuto (e sì: Romy Schneider è nata a Vienna).
Uscite sulla Michaelerplatz, una piazza in cui la storia si sovrappone: al centro rovine romane mescolate a ruderi medievali circondati da due fontane di fine '800, la chiesa romanica che da il nome alla piazza e e quello straordinario capolavoro che è la Loos Haus, frutto del genio rivoluzionario di Adolf Loos che all’inizio del ‘900 mentre lo Jugendstil furoreggiava rifiutava qualsiasi tipo di decorazione e inventava l’architettura moderna.
Proseguite per la Herrengasse e arrivate a Palais Ferstel, così chiamato dal nome dell'architetto che lo ha costruito, Heinrich von Ferstel. Heinrich portava una barba bizzarra anche per l'epoca, costruiva in stile decisamente eclettico (sue sono anche la Votivkirche e l'Università) e qui si era lasciato ispirare dal rinascimento italiano. Al piano terra trovate il Cafè Central, rappresentazione perfetta dell'essenza del caffè viennese: camerieri in gilet e papillon, ambiente sontuoso ma non spocchioso e dalle 17 alle 22 un pianista che conosce l'antica arte del pianobar e suona un vero Bösendorfer. I dolci del Cafè Central sono favolosi e - oh - magnifici da guardare. Sedetevi e assorbite l'atmosfera che vi circonda: prima di voi, qui si sono seduti Freud, Arthur Schnitzler, Loos, Hugo Von Hofmannsthal, e pure Hitler e Lenin.
È quasi ora di cena: proseguite pochi metri per Herrengasse e entrate nel Freyung passage, una galleria di una bellezza tale che viene da chiedersi se ci sia da pagare il biglietto e se sia consentito ai comuni mortali di entrarci perché è tutto così magnificamente lussuoso e magico... che vi suggerisco caldamente di portarvi dietro un bel vestito e indossarlo per onorare tutta questa bellezza in cui vi andrete a immergere.
Dentro la galleria c'è il delizioso Beaulieu, bistrot francese. Probabilmente, come è capitato a me, vi immaginerete un menu con dei prezzi simili a quelli del Caffè Florian a Venezia, la bellezza e l'esclusività si pagano a caro prezzo, costerà 50 euro solo prendere il menu in mano! E invece no, siamo a Vienna, dove i biglietti dell'Opera possono costare varie centinaia di euro, ma ci sono sempre anche dei posti che costano 5 euro. Questa città crede che tutti debbano avere il diritto di fruire della bellezza.
Finita la cena, ritornate a Herrenstrasse e scendete fino all'Albertina, un edificio barocco pure lui nato come residenza Asburgica e ora uno dei musei più visitati di Vienna. La nuova entrata, il tetto ad ala e il caffè ultimati nel 2003 sono opera di un altro architetto viennese che ha avuto un ruolo importantissimo nell'architettura del XX secolo, Hans Hollein. Ma è tardi ed il museo è chiuso, non vi resta che girare attorno all'edificio e raggiungere il mio parco preferito, il Burg Garten, e uno dei miei bar preferiti: la Palmenhaus, la casa delle palme. Vienna è una città che è in perenne trasformazione, e dove i posti cambiano destinazione d'uso con facilità. Questa meravigliosa costruzione Jugenstil è passata da essere una serra a ospitare un bar ristorante. Se il ritrovarvi immersi in tutto questo liberty tropicale vi ha fatto venire una vaga nostalgia dei sapori di casa, ordinate un Negroni sbagliato. Giuro, lo fanno.
Conclusa la parte dedicata a alla Vienna monumentale, entriamo in quella delle cose piccole.
Se siete degli appassionati di architettura lo saprete già: c'è un altro bar che da sé vale il viaggio per arrivare fino a Vienna: l'American Bar, aperto come Gentleman's club nel 1908, creato dal nostro amico Adolf Loos. È minuscolo ed è il bar più bello del mondo. Andateci appena apre, prima che si riempia di gente. Il Loos bar è un'esperienza che richiede tempo e spazio, sedetevi in silenzio e guardate ogni dettaglio di questo luogo incredibile, è un miscuglio di poesia e intelligenza. Gustatene la perfezione di colori e proporzioni, immergetevi nel prodigioso equilibrio di materiali e forme, commuovetevi. Questo posto vale ben una lacrima.
Andando a Vienna non si può non andare al Naschmarkt: anche se è effettivamente oramai è una attrazione turistica, il mercato rimane mercato e vi racconterà cose che vi aiuteranno a capire dove siete. Partite dalla Secession (e andateci a vedere l’affresco di Klimt) e tenete d'occhio i palazzi sulla vostra destra, Vienna è una città da girare col naso per aria. Mentre vi riempite le narici del profumo di cibi e spezie, riempitevi gli occhi delle molte meraviglie degli edifici del Wienzeile.
Quando vi troverete di fronte alla casa delle Maioliche di Otto Wagner, altro architetto a cui il genio non mancava, dopo aver guardato la facciata con la bocca aperta e una oooooh di stupore dipinta sulle labbra e le lacrime agli occhi pieni di cotanta bellezza, se guardate al piano terra troverete una porticina e due tavolini piccini fuori e otto sgabelli dentro: un microscopico, fantastico, imperdibile ristorante giapponese, Kuishimbo. Non fa sushi, fa vera cucina giapponese. Kuishimbo è una esperienza per il palato, ordinate piccole cose, spiate nei piatti degli altri, fatevi ispirare e fatevi consigliare dalla gentilissima proprietaria.
E per finire, un altro posto in cui le misure molto ridotte sono inversamente proporzionali all’intensità di quello che vi succede: ZWE, locale di musica dal vivo, epicentro della scena jazz della capitale, sede delle più intense jam sessions e di ottimi concerti. Ci potete trovare molti dei migliori musicisti della scena mittleuropea e internazionale, assieme alla nuova generazione di giovani musicisti che è approdata a Vienna per studiare jazz, capendo ben presto che una buona parte della formazione di un musicista non passa attraverso le aule scolastiche ma su un palco.
Piccolissimo, caloroso e informale, la forza e il cuore di questo locale sono la musica e la comunicazione tra le persone che lo frequentano. Come ogni vero jazz club che si rispetti, la frequentazione non è solo internazionale e multietnica ma anche generazionalmente trasversale, quindi, c'è posto per tutti dai 15 ai 90 anni.
Benvenuti a Vienna!