La conoscenza avviene per gradi diversi, attraverso esperienze dirette o indirette, ma certamente la migliore via per conoscere è quella dell’esperienza diretta.
Le sensazioni che l’esperienza diretta trasmette, infatti, sono in grado di superare la conoscenza intellettiva, bypassando il canale della razionalità, che risente dell’influenza delle parole sentite e dei giudizi altrui.
Ecco, per sensazioni vive, tutto quello che ho trovato in Romania:
- Accoglienza rispettosa. La sensazione di essere arrivati a casa, un incontro con cose familiari, antiche, eterne. Un legame con qualcosa di ancestrale, in grado di risvegliare il senso di vicinanza e di appartenenza ad un tutto universale. Questo si trova arrivando in un Paese che apre all’incontro con l’altro in un modo naturale, non forzato, mai esagerato.
- Moderazione. Appunto la via di mezzo, la saggia mediazione tra gli opposti, tra le esagerazioni chiassose ed estreme, la modulazione: ciò che fa di un’esperienza la naturale espressione dell’animo, la morbidezza dolce che porta l’anima al benessere autentico.
- Tranquillità. I toni contenuti, i suoni modulati, la costante accettazione del limite che impone a ciascuno di non invadere mai il campo e lo spazio di azione dell’altro, tutto quello che circonda porta la mente ed il corpo al recupero dei ritmi naturali, delle modalità fisiologiche che inducono l’organismo a ricercare ciò che fa bene, ciò che fa stare bene. La fisiologia, la salute fisica e mentale che fa da medicina per le patologie dell’eccesso, per la frenesia del mondo è infatti un balsamo in grado di lenire le contraddizioni a cui ci ha abituati l’orientamento costante alla performance.
- Profondità emotiva. A dispetto della moderazione e della mediazione costante tra gli opposti, si incontra una capacità di contatto con le radici di umanità e con l’emozione pura e autentica. La moderazione ed il rispetto dell’altro non devono, infatti, essere confusi con la chiusura o peggio ancora con la freddezza d’animo. Anzi, il livello di umanità e di profondità emotiva è proprio alla base del rispetto dell’altro, della sua umanità e delle sue caratteristiche. L’altro da sé viene accettato e accolto con un profondo senso di rispettosa umanità, con un calore umano che non appare mai chiassoso.
- Tradizione. Il profondo rispetto per l’altro è anche un profondo rispetto per le origini, per la storia, per tutto il passato che ci ha formati e che ci unisce tutti in un unico grande respiro. Questa reverenza per il passato traspare dalla ritualità sacra, dall’architettura, dalla cucina, dai tessuti, dagli abiti.
- Apertura internazionale. Insieme alla tradizione si incontra un deciso movimento di apertura al mondo, alla cultura diversa, alla compresenza dei popoli, alla tolleranza. Un grande amore per l’apertura all’Europa, come concetto mentale prima ancora che come organismo socio-politico, accompagna l’animo e la vita quotidiana, ancora una volta come atteggiamento naturale, fisiologico.
- Vivacità intellettuale. Per finire, ma non certo meno importante, il fermento. Il movimento intellettivo ed intellettuale, frutto dell’apertura al mondo, genera la produzione di cultura. Una cultura di fermento, vivace, originale, decisamente giovane. Il futuro dei giovani passa da uno studio aperto, vivace, in movimento, in fermento appunto.
Tutto questo, anzi tutto questo e ancora di più, ho trovato oggi in Romania, precisamente a Cluj-Napoca, città universitaria che avvolge e stimola l’anima a vivere al meglio.