Se, fra i vostri sogni, avete quello di un piccolo stagno, nel quale coltivare ninfee e fiori di loto, ma vi manca il giardino, potete stare tranquilli: potete realizzarlo su scala ridotta, adatta a un terrazzo o anche a un balconcino, purché ben soleggiato. Un laghetto, anche se in miniatura, deve infatti ricevere 5-6 ore di sole al giorno, affinché le piante fioriscano bene.
Creare un mini laghetto è molto facile: vi occorre innanzitutto una tinozza di legno (all’interno catramata), oppure di plastica, di zinco o di ferro, largo almeno 50-60 centimetri e alto 50, meglio se con una forma svasata, perché offre una maggiore superficie di contatto acqua-aria. Alcuni vivai specializzati in piante acquatiche, come Arborea Farm, Eta Beta, Hydrophyllum e Water Nursery offrono in vendita contenitori meravigliosi, in resina colorata o in legno di rovere il primo, in corten inciso il secondo.
Poi vi serviranno un po’ di ghiaia, alcuni mattoni e ovviamente le piante acquatiche di dimensioni contenute. Soffermiamoci un poco su di loro: chiamate anche idrofite, sono specie che sono adattate a vivere nell’acqua. Comprendono specie vascolari (cioè dotate di tessuti di conduzione della linfa), sia angiosperme (dotate di fiori e semi) sia alcune felci (che invece producono spore, come i funghi. Le alghe, prive di tessuti di conduzione veri e propri, non sono perciò considerate “acquatiche”.
A causa dell’ambiente particolare che hanno colonizzato, le idrofite hanno sviluppato una serie di importanti adattamenti: sono prive di importanti tessuti di sostegno, perché sono sostenute dalla spinta idrostatica dell'acqua; hanno radici particolarmente efficaci nell’assorbire l’ossigeno e, nel fusto e nelle foglie, possiedono speciali tessuti che li fanno galleggiare. Inoltre la cuticola (il rivestimento di cere e presente sulla parte esterna delle cellule dell'epidermide di foglie e fusti, che li rende impermeabili e impedisce la perdita d'acqua) è molto sottile o assente. Infine gli stomi hanno le cellule di guardia per lo più inattive, per cui restano aperti (gli stomi sono strutture distribuite sulle parti erbacee delle piante, ma in particolare sulla pagina inferiore delle foglie, formati da due cellule a forma di mezzaluna, dette cellule di guardia, che possono modificare la propria forma e dimensione e così chiudersi o aprirsi, allo scopo di consentire lo scambio gassoso fra interno ed esterno del vegetale, in particolare l'entrata di anidride carbonica e l’uscita dell’ossigeno).
Le piante acquatiche si distinguono in immerse (quando hanno le radici e i fusti in acqua ma foglie e fiori galleggianti, come le ninfee) e sommerse, che vivono interamente nell’acqua. Queste ultime sono fondamentali in uno stagno o laghetto, perché assicurano la limpidezza dell’acqua: dette anche “ossigenanti” liberano durante il giorno grosse quantità di ossigeno, che serve a tutti gli organismi presenti e senza il quale si sviluppano alghe e marciumi; inoltre, offrono rifugio e alimento ai pesciolini appena nati.
Poi vi sono le galleggianti, forse le più curiose: ondeggiano liberamente sul pelo dell’acqua, grazie alle foglie che contengono microbollicine d’aria; le radici non sono ancorate al terreno bensì fluttuano, assorbendo i sali minerali disciolti nell’acqua. Sono quindi ottimi depuratori biologici: riducono l’inquinamento organico ed evitano che l’acqua si intorbidi. Alcune, come la lenticchia d’acqua sono rustiche, cioè molto resistenti al gelo invernale, mentre altre, di origine tropicale vanno ritirate in una serra riscaldata ogni autunno.
Infine, ci sono le palustri, come giunchi e tife: crescono con le radici immerse in acqua, lungo fossi, stagni, paludi e laghi. Anch’esse svolgono un’importante azione fitodepuratrice.
Torniamo, quindi, alla preparazione del nostro mini laghetto: sicuramente non vi farete mancare una piccola ninfea, alle quali dovete aggiungere una ossigenante e una manciata di una specie galleggiante, per conservare l’acqua pulita. Poi magari potete aggiungere un paio di palustri che si sviluppino in altezza, per dare verticalità. Potete usare l'acqua di rubinetto per riempire la tinozza, ma prima di utilizzarla è opportuno lasciarla riposare almeno ventiquattro ore, affinché il cloro si volatilizzi.
Quando siete pronti, versate sul fondo uno strato di ghiaia alto 5 centimetri, poi inserite le piante, lasciandole nei loro appositi cestelli forati, riempiti con terra argillosa mista a sabbia di fiume e humus di foglie. Appoggiate la ninfea sul fondo della tinozza e mettetele accanto la pianta ossigenante. Contro il bordo impilate i mattoni, fino a ottenere un'altezza tale che il vaso o i vasi contenenti le piante palustri si trovi a trovare 5-10 centimetri sotto il pelo dell'acqua. Il laghetto è pronto!
Lasciare le piante nei loro cestelli è una comodità, perché facilita la preparazione e la manutenzione successiva, tenendone a bada la crescita: basterà estrarle, per poi svasarle e dividerle quando sarà necessario. Nel caso delle ninfee rustiche, inserite il vaso contro la parete della tinozza, con l'apice vegetativo, cioè il punto dove spuntano le foglie, rivolto verso il centro e non ricoperto di terra. Per le ninfee tropicali (adatte solo ai climi molto caldi) il vaso va invece piantato al centro.
In un laghetto, per piccino che sia, è opportuno inserire anche qualche pesciolino, per evitare lo sviluppo delle larve di zanzara. Ma prima di farlo, aspettate una decina di giorni, affinché si sviluppi la fauna batterica in grado di decomporre i loro prodotti di rifiuto in sali minerali. La manutenzione è facile: non cambiate mai l’acqua, ma rabboccatela man mano che evapora. Togliete le eventuali foglie gialle e un paio di volte all’anno date una manciata di osmocote, che è un concime a lenta cessione controllata. In inverno proteggete il vostro laghetto dal gelo avvolgendolo e coprendolo con del nylon trasparente o una stuoia ed eventualmente rompete lo strato di ghiaccio nel caso si formi.
Animali per mini laghetti
Carassius auratus: è il classico pesce rosso. Non smuove il fondo e non sradica le piante, vive in gruppi e si nutre di tutto quello che trova. I “Cometa” e i “Sarasa” sono sue selezioni con corpo bianco e rosso e pinne posteriori lunghe anche quanto il loro corpo. “Shubunkin” ha scaglie traslucide e multicolori.
Gambusia affinis: pesciolino di origine americana, importato in Italia nel 1920 per bonificare le paludi dove proliferavano le zanzare portatrici di malaria, si è diffuso in tutta la penisola. Gran divoratore di larve di zanzara è ovoviviparo, cioè la schiusa delle uova è interna e gli avannotti vengono partoriti già formati e autosufficienti.
Anodonta cygnea: è un mollusco bivalve chiamato anche cozza d'acqua dolce. Filtra l'acqua e la depura, nutrendosi di tutte le sostanze che la intorbidiscono, comprese le microalghe verdi.
Planorbis corneus: è una lumaca dalla forma piatta e perfettamente spiralata; è un buon indicatore di buona qualità dell'acqua, poiché è molto sensibile all’inquinamento organico troppo elevato se vi sono troppo pesci o troppe poche piante.
Ninfee per mini laghetti
Nymphaea candida: piccola specie nordeuropea e nordasiatica a fiore bianco può crescere in acque più fredde di tutte le altre.
Nymphaea candida odorata ‘Alba’: piccola ninfea bianca.
Nymphaea candida odorata var. minor, nordamericana, ha un piccolo fiore stellato bianco con centro giallo.
Nymphaea candida mexicana, specie nativa di Florida e Messico, ha fiori giallo canarino, emergenti.
Chrysanta: il primo giorno il fiore è giallo crema poi si scurisce fino a diventare rosso-rame.
Indiana: fiore nei toni dell’autunno, molto fiorifera.
Froebeli: molto fiorifera, corolla rosso sangue, il più bello tra le piccole.
Madame Maurice Laydeker: fiore arrotondato rosso su fondo bianco.
Pygmaea Alba: la più piccola ninfea bianca.
Pygmaea Helvola: molto fiorifera con foglie marmorizzate, corolle giallo limone.
Pygmaea Rosea: piccola ninfea con fiori rosa confetto.
Pygmaea Rubra: piccola ninfea con fiori rosa quasi rosso.
Solfatare: fiore giallo pallido il primo giorno, poi arancio e rosso.
Altre piante per mini laghetti
Galleggianti:
Azolla carolinana: felce galleggiante nordamericana, molto graziosa, si moltiplica velocemente in pieno sole e sopravvive anche in caso di gelate; un’ottima funzione anti-alghe.
Lemna minor: detta “lenticchia d’acqua”, molto piccola e a unica radice unica, predilige temperature tra i 20 e i 28°.
Pistia stratiotes: detta “lattuga d’acqua” o “cavolo del Nilo”, è robusta, rapida a moltiplicarsi ed efficace nell’ombreggiare l’acqua e nell’evitare la proliferazione delle alghe; tuttavia non è rustica e quindi va posta al riparo in inverno.
Salvinia natans: è una felce, dalle foglie disposte a lisca di pesce, ottima anti-alghe, ombreggia bene la superficie dell’acqua, impedendone il surriscaldamento. Le sue radici sono un buon rifugio e nutrimento per i piccoli pesci. Però non è rustica e in inverno va ritirata.
Ossigenanti:
Elodea canadensis: nordamericana, presenta 3 piccole foglie lunghe 1 centimetro per ogni internodo. In estate produce dei minuscoli fiorellini bianco-rosati che arrivano al pelo dell'acqua. Molto efficace nel depurare l’acqua, è molto rustica.
Egeria densa: sudamericana, a crescita veloce, presenta 4 foglie lunghe circa 2 centimetri per ogni internodo. In estate produce piccoli fiorellini bianchi che arrivano al pelo dell'acqua. Molto efficace nel tenere pulita l’acqua. Molto rustica.
Ceratophyllum demersum: nordmaericana, a crescita veloce, non ha vere e proprie radici, ma assorbe tutto il suo nutrimento dagli steli e dalle foglie. Si butta in acqua senza bisogno di ancorarla o invasarla, per laghetti profondi al massimo un metro. Molto rustica ed efficace.
Palustri:
Acorus calamus ‘Variegatus’: pianta perenne dalle lunghe foglie verde brillante variegate di bianco panna. A fine primavera produce soffici spighe verdastre, bianche alla maturità.
Anemopsis californica: piccola perenne per terreno umido, dai grandi fiori bianchi.
Butomus umbellatus: detto giunco fiorito, è una specie autoctona europea, rustico fino a -25 °C. Alto 50-150 centimetri, ha un piccolo rizoma, foglie spadiformi e fiori rosa riuniti in ombrelle, in luglio.
Equisetum hyemale: autoctona in gran parte dell'Italia, è rizomatosa e sempreverde, con fusti eretti tubulosi alti 90-120 centimetri.
Equisetum scirpoides: piccola specie perenne molto rustica.
Euphorbia palustris: piccola specie perenne rustica.
Hibiscus moscheutos ‘Luna Pink Swirl’: varietà nana dai grandi fiori in estate-autunno, bianchi i sfumati rosa. Da coltivare sia in piena terra sia con le radici immerse nell’acqua per qualche centimetro.
Hibiscus moscheutos ‘Rosy Red’: piccola varietà dai fiori molto grandi, rosso scarlatto, da coltivare sia in piena terra sia con le radici immerse nell’acqua per qualche centimetro.
Iris ensata e varietà: iris giapponese dai grandi fiori in varietà tonalità.
Iris leavigata: deliziosi fiori blu violetti.
Iris lousiana: deliziosi fiori blu.
Iris tetra versiana: grandi fiori viola porpora.
Physostegia leptophylla: specie rustica nordamericana, ha foglie verde brillante e tanti fiori estivi rosa scuro.
Sagittaria australis: pianta perenne bulbosa, dalle belle foglie e, in estate, dai produce fiori color bianco. Alta 30-40 centimetri, in inverno va in riposo. È rustica fino a -18 °C. La sua varietà ‘Benni’ ha foglie sfumate di porpora, molto ornamentali.
Typha gracilis: alta 70 centimetri, forma un cespo compatto da cui spuntano brevi spighe compatte di colore marrone.
Typha minima: alta 50 centimetri, ha foglie verdi e infiorescenza a pannocchia, compatta, color marrone.
Zantedeschia aethiopica: pianta perenne rizomatosa sempreverde, semirustica, dai grandi fiori bianchi. Ne esistono varietà più piccole, a fiore rosa, giallo, rosso.