La Malattia di Alzheimer è la più comune causa di demenza e colpisce prevalentemente le persone oltre i 65 anni. In Italia, i malati di Alzheimer sono diventati ormai circa un milione. La patologia purtroppo non ha ancora una cura, ma nell’ultimo decennio si sono avute sempre più evidenze sull’efficacia in questa patologia di approcci non farmacologici quali musicoterapia, pet-therapy, arteterapia, riabilitazione cognitiva etc.
In questo ambito una recente acquisizione è la cosiddetta “Museoterapia”. Circa venti anni fa il neuroscienziato Semir Zeki ha sostenuto l’avvio di un nuovo tipo di ricerca neuroscientifica chiamata “Neuroestetica” per investigare i meccanismi biologici dell’apprezzamento estetico. Di fronte a un’opera d’arte ogni individuo ha un’esperienza estetica dissimile: i sentimenti e i ricordi che l’opera rievoca hanno un forte carattere individuale. Tuttavia, le aree cerebrali che si attivano quando si guarda lo stesso soggetto sono le stesse in tutti gli esseri umani.
Le evidenze scientifiche sugli effetti benefici dell’arte sui malati di Alzheimer sono una realtà: affiancarla alla cura farmacologica aiuta il paziente a ritrovare quel 'ponte' perduto tra il mondo interiore e il mondo esteriore. Il MoMA, Museum of Modern Art di New York, è stato il primo nel 2006 a intuire che il museo potesse rappresentare un ‘luogo terapeutico’ sia per le persone affette da Malattia di Alzheimer sia per i familiari. I risultati sono stati immediati e sorprendenti e da allora tale iniziativa è diventata parte integrante dell’offerta educativa del Museo sotto il nome di MoMA Alzheimer Project.
Con l'obiettivo di favorire la replicabilità del progetto anche in altri contesti, il Dipartimento educativo del MoMA, con il sostegno della MetLife Foundation, ha contestualmente promosso - in collaborazione con musei e istituzioni culturali - giornate di studio finalizzate a offrire un'occasione di formazione e confronto agli operatori museali e del settore socio-sanitario, interessati a riproporre specifiche attività rivolte ai malati di Alzheimer. Il 21 ottobre 2010. Amir Parsa e Laurel Humble, del Dipartimento educativo del Museo americano, hanno illustrato tali attività presso la Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma, in una conferenza seguita da un workshop. Da questa esperienza è nato il progetto “Memoria del Bello” che ha aperto le porte della Galleria a pazienti affetti da Malattia di Alzheimer e alle loro famiglie ed è diventato negli anni una realtà consolidata del museo romano. Al momento l’iniziativa è in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Roma, l’Opera Don Guanella di Roma e l’Istituto S. Giovanni di Dio-Fatebenefratelli di Genzano di Roma.
Le visite museali per i pazienti affetti da demenza non hanno ovviamente le caratteristiche delle visite guidate canoniche, in cui sono presenti molte informazioni di carattere didattico sugli autori, le correnti artistiche e i criteri espositivi della struttura, ma sono dei veri e propri percorsi riabilitativi appositamente studiati con l’intento di favorire e incrementare il benessere psicofisico. Il paziente può, ed è altamente consigliabile, essere accompagnato dal familiare.
I percorsi prevedono la visione/commento di 4 o 5 opere d’arte (opere pittoriche e/o scultoree) legate da un ‘filo conduttore’, una tematica comune (ad esempio: la mamma, la guerra, il colore, etc.) con l’accortezza scegliere opere ben illuminate ed esposte in ambienti non eccessivamente rumorosi per favorire l’attenzione e la comunicazione.
Tale attività ha dimostrato negli anni di avere potenziali benefici sia sulle funzioni cognitive che sul comportamento degli ammalati ed è al momento oggetto di studio. L’arte e la creatività appartengono ancestralmente al patrimonio collettivo del genere umano, da secoli si è a conoscenza dei loro effetti positivi su chi ne fruisce e di quanto agevolino l’espressione delle emozioni e dell’intelligenza. È probabile che in un futuro non lontano il Museo, luogo del “bello” per eccellenza, possa diventare definitivamente luogo di cura e benessere per tante persone afflitte da questa inarrestabile patologia.
Bibliografia
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Fasanaro A.M., Colucci L., Musella O., Grossi D., L’arte visiva migliora la percezione di sé nei pazienti con Malattia di Alzheimer: uno studio caso controllo, in Psicogeriatria, 2010, I, pp. 3–4.
Kandel E.R., L’età dell’inconscio. Arte mente e cervello dalla grande Vienna ai nostri giorni, Raffaello Cortina Editore, Milano 2012.
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Zeki S., La visione dall’interno, arte e cervello, Bollati Boringhieri, Torino 2007.