Un ponte verso l'Urbe, verso la Roma antica è oggi un ponte verso un viaggio che non può non affascinare e coinvolgere: fascinosa Rieti che si specchia nelle acque del Velino.
Le calme acque del fiume Velino si fanno consapevoli testimoni del segreto di cui sono depositarie e riflettono, tra le sfumature più intense del verde, le case della parte antica della città. Il cuore di Rieti è medievale: strade strette lastricate di pietra su cui si affacciano edifici dello stesso materiale. I segni della modernità non sono invadenti: le vetrine dei negozi e le varie attività commerciali non hanno intaccato l'antica realtà armonizzandosi a essa. Rieti vanta di collocarsi perfettamente a metà del Paese, tanto che viene comunemente definita “l’ombelico d’Italia”.
L'antica Reate era capitale del territorio sabino, ma sono pervenute poche informazioni legate alle sue vere origini; la leggenda del Ratto delle Sabine è uno dei primi episodi di cui siamo a conoscenza e che pone in primo piano questa realtà. La civiltà sabina è stata relativamente poco indagata: la morfologia del territorio, erboso e alberato, non consente di definire neppure dei chiari confini alla regione e la vicinanza con Roma offre spunti particolari di interesse nel valutare l’incontro e l’intersezione tra le due civiltà, ma non aiuta a focalizzare l’attenzione solo su quella sabina. Proprio in questo periodo per sopperire a ciò, si stanno svolgendo degli scavi archeologici a cura del prof. Carlo Virili e della sua equipe in un sito già precedentemente visionato, il campo reatino. Le tombe che gli archeologi stanno portando alla luce riescono a risolvere uno degli enigmi che più sta a cuore agli studiosi: nella regione vi è stata una continuità o una discontinuità della vita? Grazie agli scavi si conferma l’ipotesi della continuità almeno a partire dal 1000 a. C. fino al III secolo d.C. Divenuta romana nel 290 a. C. Rieti subì bonifiche e rimaneggiamenti del territorio al fine di migliorare le possibilità agricole della zona. Per avere un'idea delle modifiche apportate al corso del Velino basti pensare che le stesse hanno contribuito alla formazione delle cascate delle Marmore!
Oltre al fascino della leggenda esistono tracce e reperti archeologici risalenti al Paleolitico, ma la storia della città si fa più certa solo a partire dal Medioevo, sul cui borgo è poi sorta la città moderna. Rieti non smette di stupire, dopo aver raggiunto il centro avendo costeggiato le mura medievali e avendo passeggiato tra le strade in pietra che tanto la caratterizzano, si può scoprire un nuovo volto di questa città del centro Italia, un volto fatto di luci soffuse e ombre: la Rieti sotterranea.
Sorta per rispondere all’esigenza di una via di comunicazione che la collegasse direttamente a Roma per gli scambi commerciali, la Rieti sotterranea è uno dei vanti della provincia laziale. Sul suo tracciato (che si imbocca lungo il corso del fiume Velino) è possibile vedere la strada su cui sono rimasti impressi i segni delle ruote dei carri che la percorrevano, gli architravi che rinforzavano la struttura e hanno reso possibile la conservazione dell’opera fino a oggi. Una realizzazione di ingegneria che non può lasciare indifferenti mentre lo stupore per il progetto lascia spazio alla fantasia in un gioco di luci e ombre che la rendono un itinerario unico e imperdibile.