Il “populismo”, inteso come l’attenzione al pensiero comune, che viene enfatizzato come portatore di verità, rappresenta oggi un’esplicita via di consenso.
Si può analizzare il fenomeno così, per quello che di fatto è, etichettarlo e passare oltre, con un atteggiamento di superiorità. Al contrario, si può decidere di abbracciare in pieno questa posizione e le sue istanze di lotta e di rivolta. Esiste tuttavia una terza possibilità, che è forse più psicologica che politica e che qui vi propongo.
Se noi consideriamo una data congiuntura storica negativa, stagnante, bloccata, economicamente definita come critica, notiamo che esiste una reazione positiva, una leva di rivolta, di esaltazione, che dà respiro agli animi. Infatti, per quella ciclicità di hegeliana memoria, emerge una volontà di reazione, un movimento dello spirito che ha nell’affermazione del nuovo e del positivo la sua naturale evoluzione. Tale è lo schema di ogni processo della realtà e della storia: a una tesi segue un’antitesi per poi giungere a una sintesi. Vi propongo quindi di considerare l’attuale populismo come un momento che stimola le coscienze e spinge a una reazione attiva, positiva, successiva al momento presente.
È funzionale, nella situazione attuale che stiamo vivendo, non perdersi d’animo, non permettere che nelle nostre giornate entri in gioco lo scoraggiamento, atteggiamento sostanzialmente improduttivo e foriero di ulteriore negatività. Lo scoraggiamento “porta sfortuna”, nel senso che ostacola i processi di reazione, bloccando un flusso, ostacolando il divenire delle cose: quindi, di conseguenza, stimola l’avvio di un percorso negativo, dove non vi è spazio per la speranza, per la ripresa, per il recupero. Lo scoraggiamento crea una situazione in cui non vi è alcuno spazio di miglioramento.
Quello che serve invece in questo momento è l’ottimismo, l’apertura, la reazione. Occorre alzare la testa, guardare oltre il presente, puntare più avanti. Al motto di “keep calm and carry on”, slogan britannico che nel ’39 stimolava la popolazione a non perdersi d’animo, anche oggi siamo chiamati a reagire da questo strumento sociale, definito populismo, che di fatto permette agli animi di rialzarsi, se non altro per opporsi. Non importa infatti quale sia la posizione politica di ognuno, quello che conta è che sappiamo cogliere l’aspetto positivo del momento, per fare nostro un atteggiamento attivo, una reazione alla stasi e all’abbattimento.
Tralasciando e bypassando una lettura politica, se ci concentriamo su una lettura puramente economica possiamo affermare che il saper cogliere gli aspetti positivi di una possibile reazione attiva non può che far bene anche all’economia, ambito nel quale la vivacità è implicitamente espressione di movimento positivo. Vi invito a considerare la situazione presente come un’occasione per affermare le vostre idee, per fare proposte, per far partire iniziative. Questo è il momento del dinamismo, dell’essere attivi, questa è un’occasione di produttività mentale e fisica.
Allo stesso modo, nella psicoterapia non convenzionale si va a stimolare nel paziente la voglia di reagire, di stare meglio, si fa visualizzare l’obiettivo, si stimolano tutte le sue possibili risorse, quelle attuali ma anche quelle potenziali, per superare tutti i momenti di stasi, di abbassamento del tono dell’umore, di difficoltà a guardare oltre.