Un articolo pubblicato sulla rivista Scientific Reports descrive una ricerca sulle conseguenze di forti cambiamenti ambientali sulle specie vegetali e animali che lo abitano. Il dottor Giovanni Strona del Joint Research Centre (JRC) della Commissione Europea e il professor Corey J. A. Bradshaw della Flinders University hanno provato a simulare vari scenari ottenendo come risultato una sorta di effetto domino nelle estinzioni. Questo fenomeno è chiamato coestinzione e avviene quando gli organismi consumatori si estinguono a causa dell'esaurimento delle risorse portando alla crisi di un ecosistema dove viene a mancare una sufficiente biodiversità.
Modelli riguardanti l'evoluzione di un ecosistema in seguito a cambiamenti ambientali sono diventati sempre più sofisticati, grazie anche allo studio di eventi del passato remoto come le estinzioni di massa. Essi possono essere utili per cercare di capire cosa succederà agli ecosistemi di tutto il mondo in seguito ai cambiamenti che stanno avvenendo ora e quali sono le prospettive per moltissime specie minacciate o già a rischio di estinzione.
In un ecosistema ci sono tante interconnessioni tra diverse specie di organismi e in particolare tra piante e animali. Alcune specie possono essere particolarmente importanti e la loro scomparsa può destabilizzare un ecosistema. In ogni caso, ci sono vari livelli gerarchici per cui il calo di risorse al livello più basso può innescare una sorta di effetto domino.
In parole semplici, se certe piante cominciano a scarseggiare gli animali che se ne nutrono hanno meno cibo e la loro popolazione comincia a diminuire con conseguenze sui carnivori che a loro volta cominciano a faticare a trovare prede. Se quel tipo di situazione diventa grave si può arrivare a una coestinzione con la scomparsa di piante, erbivori e carnivori.
Il dottor Giovanni Strona e il professor Corey Bradshaw hanno provato a creare 2.000 simulazioni diverse per cercare di capire le conseguenze di diversi possibili cambiamenti ambientali. Non hanno testato solo le possibilità legate ai cambiamenti climatici che stiamo vivendo oggi ma anche il loro aggravamento e scenari catastrofici come una guerra atomica e l'impatto di un grosso asteroide.
Un riscaldamento globale come quello che sta avvenendo potrebbe causare un fenomeno di coestinzione generando effetti perfino peggiori di quelli predetti da altri modelli che non tengono conto a sufficienza dell'interdipendenza delle varie specie e dell'effetto domino che comincerebbe in un ecosistema nel caso in cui cominciasse a esserci una scarsità di risorse.
Ciò significa tra le altre cose che gli sforzi di conservazione ecologica non possono essere concentrati su una specie singola ma devono tener conto delle interconnessioni esistenti all'interno del suo ecosistema. La valutazione della perdita di una specie va effettuata pensando alle conseguenze sul suo ecosistema.
I modelli riguardanti il riscaldamento globale mostrano che uno scenario con un aumento di 5-6° Celsius di media condurrebbe all'estinzione della maggior parte delle forme di vita. Tutti i modelli hanno dei limiti ma nei casi in cui ci sono prove empiriche le previsioni sono coerenti con i fatti perciò i risultati devono essere considerati seriamente.
Un tale aumento di temperatura è un caso abbastanza estremo ma l'interesse nei confronti di questo problema finora non è stato sufficiente a prendere misure che facciano pensare a un'inversione di tendenza. Stiamo già vivendo in un mondo in cui i deserti si stanno espandendo e gli oceani non solo si stanno scaldando ma sono sempre più inquinati, si stanno anche acidificando e in molte aree l'ossigeno sta diventando scarso, con tutta una serie di conseguenze sugli organismi che li abitano.
Un articolo pubblicato sulla rivista Science descrive una ricerca sulle cause della peggior estinzione della storia della Terra, che circa 252 milioni di anni fa portò alla sparizione di circa il 95% delle specie marine e del 70% di quelle terrestri. È solo l'ultima ricerca sull'argomento e conferma che anche allora vi fu un riscaldamento globale, in quel caso causato da un'attività vulcanica senza precedenti in Siberia. Ci sono alcune similitudini con la situazione odierna che sono davvero inquietanti ma oggi siamo noi a poter scegliere se continuare a devastare il pianeta o prendercene cura.