Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricevendo al Quirinale la Nazionale italiana femminile di pallavolo finalista ai Mondiali 2018 in Giappone, ha augurato all’Italia sociopolitica gli stessi stilemi dell’Italia sportiva, pallavolistica in ispecie. "Il vostro modo di interpretare lo sport è coesione, fare squadra, sentirsi legati in comune - ha sottolineato il Capo dello Stato rivolgendosi alle azzurre -, e vorrei aggiungere che ciò che rende il vostro sport popolare e attraente è la correttezza che contraddistingue il gioco, il rispetto per gli avversari. Vorrei che il nostro paese avesse queste caratteristiche, questa coesione e vicendevole solidarietà e rispetto per gli avversari". "Alle atlete –ha poi aggiunto il Presidente della Repubblica - potrei dire che sono bravissime, e vi confido che da tempo seguo la pallavolo, e quando mi è possibile riesco a vedere le gare di campionato maschile e femminile. Questo, naturalmente, non fa di me un esperto, ma avete messo in mostra la miglior pallavolo del mondiale. Non avete raggiunto l'oro e so che avreste preferito vincerlo ma nel tie-break con le valorosissime serbe siete state al vertice del mondiale. Vi ringrazio per l'esempio che offrite: avete conseguito un traguardo che è anche più importante del colore della medaglia che si vince. Avete conquistato tanti concittadini, non è solo questione di orgoglio, avete sospinto molti giovani a impegnarsi nello sport, a praticarlo, li avete spinti col vostro esempio ad impegnarsi e lo vedremo nei prossimi anni". Nel corso dell’incontro è stata ricordata Sara Anzanello, la pallavolista recentemente scomparsa che per molti anni aveva rivestito la maglia della nazionale.
Da una Nazionale vincente e soprattutto sorridente e serena, a una, quella del calcio, alla quale il CT Roberto Mancini intende dare altrettanta serenità attraverso il gioco e naturalmente le vittorie. A cominciare dal prossimo impegno, in programma sabato 17 novembre allo stadio ‘Giuseppe Meazza’ di Milano dove è in programma Italia-Portogallo, la delicata e decisiva partita valida per la qualificazione alla Final Four della Nations League. Dopo il prezioso successo in casa della Polonia, gli Azzurri sono ancora in corsa per il primo posto del girone, ma per continuare a sperare nella qualificazione dalla porta principale, devono necessariamente battere il Portogallo. Nell’occasione sarà fondamentale anche la spinta dei tifosi, chiamati a sostenere la Nazionale nella città che l’ha tenuta a battesimo, visto che fu proprio Milano - all’Arena Civica nello specifico, di San Siro non c’erano ancora tracce - ad ospitare il 15 maggio 1910 la prima gara della storia calcistica degli Azzurri (che sconfissero la Francia 6-2).
Non mancherà l’incitamento dei tifosi che accorreranno allo stadio: c’è da augurarsi che non mancherà neppure l’impegno e la genialità (ancorché …pedestre, sempre di genialità si tratta) dei calciatori che il CT Roberto Mancini schiererà nell’occasione. Mancini si è detto convinto che «con il lavoro metteremo su una buona squadra, l’obiettivo rimane la qualificazione agli Europei. Se riusciremo ad arrivare primi o secondi nel girone saremo felici. Un problema, l'unico, potrebbe essere arrivare terzi perché avremmo dei problemi nel sorteggio dell’Europeo. La Nazionale ha perso prestigio con la mancata qualificazione al Mondiale. Siamo l'Italia, e dobbiamo tornare a essere tra le migliori del mondo. I ragazzi lo devono capire e quando vestono l’azzurro devono dare tutto, non basta il 70 per cento».
Il fatto è che vedendo giocare gran parte dei calciatori di casa nostra, appare fin troppo chiaro che non basta l’impegno. Serve, o almeno servirebbe, un qualcosina in più che non è solo tattica, non è solo corsa, non sono solo schemi. Servono, o servirebbero, i cosiddetti fondamentali. Chi li insegna, oggi? Vuoi vedere che tocca al nuovo presidente federale Gravina?
Rischi … olimpici
La sindaca di Torino, Chiara Appendino (Cinque stelle) ha avuto a che ridire, e neppure poco, per la decisione di candidare alle Olimpiadi invernali del 2026 Milano e Cortina e non la sua città. La presa di posizione del primo cittadino torinese ha lasciato sorpresi per l’evidente inversione di rotta del movimento fondato da Casaleggio-Grillo a proposito appunto di Giochi olimpici e organizzazione. Non più tardi di un paio d’anni or sono, come certo il lettore ricorderà, il movimento di cui Appendino è esponente era stato infatti irremovibile nel contrastare, boicottare e di fatto far naufragare l’ipotesi di un’altra candidatura olimpica, Roma, per le Olimpiadi estive in programma nel 2024. Nell’occasione il M5S buttò a mare l’ipotesi olimpiadi per il rischio – sostennero i grillini – che ci fosse, in una con l’eventuale assegnazione, una colata di malaffare, intrallazzi, inciuci e quant’altro. Dalla reazione di Chiara Appendino si deve ora arguire che qualcosa è cambiato, non sappiamo se a livello locale (Appendino meglio di Raggi?...), o nella gestione complessiva del movimento, come per altri versi sembra plausibile congetturare: la piattaforma Rousseau?, Di Maio in una delle stanze dei bottoni?, una visione diversa dell’olimpismo? O che altro?
A proposito di organizzazione e gestione economica di eventi sportivi, merita che si ricordi quanto è stato riferito nei giorni scorsi in relazione al bilancio conclusivo delle Olimpiadi invernali che si sono svolte lo scorso febbraio in Corea del Sud e che hanno fruttato un utile di 55 milioni di dollari. Lo ha rivelato Lee Hee-beom, presidente del comitato organizzatore di “PyeongChang 2018”, presentando, nel corso della sessione del Cio a Buenos Aires, il rapporto finale del Comitato. Hee-beom ha manifestato «grande soddisfazione per il surplus, frutto di una oculata gestione del denaro stanziato». E il presidente del Cio, Thomas Bach, non si è lasciato sfuggire l’occasione per congratularsi con PyeongChang per aver realizzato «Giochi olimpici invernali eccellenti, che hanno avuto un successo importante sotto tutti gli aspetti». Come riconoscimento di questo, ha concluso Bach, «il Cio assegnerà la sua parte di utili a beneficio della promozione dello sport in Corea». C’è da ricordare che, in generale, se esiste un attivo nella organizzazione dei Giochi lo si divide fra il Cio, il Comitato organizzatore e il Comitato olimpico ospitante, a beneficio dello sport e del movimento olimpico. L’estremo oriente ci dice come si fa: e noi, come le stelle, stiamo a guardare…