L’antico “Leone degli Appennini”, ultimo baluardo dello Stato Pontificio ai confini con il regno di Napoli, domina dai suoi quasi mille metri la valle del Corno, immerso nel parco naturale Coscierno-Aspra.
L’importanza archeologica di una zona abitata sin da tempi remoti, si materializza nella biga ritrovata poco lontano dal paese, fortemente voluta dagli abitanti e attualmente conservata al Metropolitan Museum di New York. Con una storia importante alle spalle, oggi Monteleone è un centro turistico privilegiato, grazie alle tradizioni, ai prodotti tipici e ai paesaggi naturali splendidi fatti di imponenti montagne divise da aspre e verdissime vallate.
La zona di Monteleone di Spoleto (978 m s.l.m. , 636 abitanti) è abitata sin da tempi molto antichi, come testimoniano i resti rinvenuti in questi luoghi. La successiva colonizzazione si deve ai Romani, che si stabilirono su queste montagne e fondarono la frazione di Trivio, anche se la nascita dell’insediamento di Monteleone è successiva alla caduta dell’impero. Il barbaro Attone fondò infatti il castello di Brufa nell’880, il quale venne successivamente distrutto, riedificato più volte e donato al feudo di Spoleto. Dopo diversi secoli di guerre, i monteleonesi rivendicarono e ottennero la propria indipendenza e, nel 1535, stilarono lo statuto della Repubblica Montis Leonis.
Spoleto tentò di riconquistare Monteleone negli anni successivi ma una grande resistenza degli abitanti e un aiuto da parte dello Stato Pontificio impedì alle truppe nemiche di penetrare. Proprio allo stato della Chiesa venne così annesso Monteleone, sotto il controllo diretto di Perugia. Nei due secoli successivi la zona conobbe un periodo di florido sviluppo, fino al devastante terremoto del 1703, che causò molte vittime oltre alla deviazione del fiume Corno con conseguente impoverimento della zona. Nel 1860 Monteleone di Spoleto venne annessa al regno d’Italia con un plebiscito, assieme ad alcuni dei comuni circostanti.
Luoghi di interesse
Convento e chiesa di san Francesco: questo importante complesso si trova nell’antica Piazza del Mercato e venne fondato dalla comunità francescana di Monteleone durante il XIV secolo e restaurato in seguito al terremoto. Le modifiche effettuate sono visibili all’interno della chiesa a due navate sistemate su diverse altezze. L’edificio assume l’aspetto di costruzione fortificata per la presenza di possenti contrafforti sulla fiancata. All’interno del chiostro sono sistemati alcuni resti archeologici ritrovati nelle zone circostanti.
Torre dell’orologio: la torre che sormonta l’ingresso alla cinta muraria interna è ampiamente visibile da quasi tutti i punti di osservazione e rappresenta uno dei simboli del borgo. Si tratta di un edificio costruito sopra l’antica porta di accesso del castello ed offre un magnifico colpo d’occhio quando si arriva da corso Vittorio Emanuele.
Museo della biga: agli inizi del Novecento fu ritrovata presso gli scavi di Colle del Capitano, una preziosa biga decorata, successivamente trasferita al Metropolitan Museum di New York. In attesa degli esiti degli sforzi volti a riportarla ai suoi luoghi di origine, è stata realizzata una copia custodita in un museo che offre ai visitatori spiegazioni sulla storia della zona.
Chiese: il piccolo paese di Monteleone è estremamente ricco di edifici religiosi, alcuni dei quali di alto valore storico e artistico: la chiesa di San Nicola, di origine quattrocentesca, la chiesa di San Giovanni, presso l’omonima porta d’ingresso, l’ex monastero di Santa Caterina, la chiesa di San Gilberto, ex sede della Confraternita dei Bianchi sono le più significative e importanti.
Mura castellane: tre diverse cinte murarie sono state edificate in concomitanza con l’espansione della città. Nel XIII, XIV e XV secolo.
Porte e baluardi: le porte di ingresso situate sui vari lati della città fanno parte delle fortificazioni assieme ai baluardi difensivi che hanno garantito per secoli una protezione importante per i monteleonesi. ⁃
Nei dintorni
Gavelli: questo piccolo e caratteristico borgo si trova a 1150 metri di altezza lungo la strada che porta a S. Anatolia di Narco e offre una vista spettacolare sulla vallata sottostante. Nel paese si trova una chiesa dedicata a San Michele che contiene alcuni affreschi di Giovanni di Pietro, meglio conosciuto come “Lo Spagna” risalenti al 1492.
Caso: proseguendo sulla stessa strada, pochi chilometri dopo Gavelli, il villaggio di Caso appare splendidamente arroccato in una posizione quasi surreale. Il colpo d’occhio generale che si gode dalla strada, con il gruppetto di case immerse in una valle idilliaca, è uno spettacolo imperdibile se si sta visitando la zona. Entrando nel borgo ci si cala in un’epoca differente, con i vicoli che celano arnesi da lavoro antichi, segno di una vita ancora fortemente legata alle tradizioni.