I ragni sono creature alquanto bizzarre, che hanno da sempre suscitato diverse sensazioni nell’uomo: paura, repulsione, odio, ma anche fascino e incredulità, stupore e talvolta meraviglia.
Apparsi sulla Terra da 400 milioni di anni, con più di 40 mila specie descritte dalla scienza e chissà quante altre ancora da scoprire, sono accomunati da alcune caratteristiche anatomiche: corpo suddiviso in prosoma (cefalotorace) e opistosoma (addome), quattro paia di zampe, due cheliceri (appendici utilizzate per afferrare le prede e mangiare), due pedipalpi (poste dietro i cheliceri, hanno funzione sensoriale), otto occhi, ghiandole velenifere e filiere (utilizzate per tessere la tela), collegate internamente a delle ghiandole che producono la seta.
Tutti i ragni sono predatori e tessono la ragnatela proprio per catturare le prede, rappresentate da insetti e talvolta da altri ragni, ma la ragnatela non funge solo da tavola imbandita ed è utilizzata anche per il riposo e l’accoppiamento. Molte specie, invece, tendono agguati o si avvicinano di soppiatto alle prede. È il caso della famiglia dei Thomisidae, ragni che si mimetizzano sui fiori assumendone i medesimi colori, appostandosi immobili su di essi in attesa di piombarsi sulla preda. Circa 50 specie sono presenti in Europa, e in Italia una delle più note è la Misumena vatia, noto con il nome comune di granchio dei fiori per la forma simile a quella del crostaceo. Di colore bianco, giallo o rosa, mostra la peculiarità di modificare la propria colorazione in base al colore del fiore su cui si posa, capacità esclusiva della femmina, derivata dall’immagazzinamento del pigmento colorato nello strato di cellule più esterno del corpo.
Ad esempio, se il ragno trascorre molto tempo su un fiore bianco dopo essere stato su un fiore giallo, il pigmento giallo viene espulso con le feci, ma se poi il ragno decide di ritornare su un fiore giallo, la successiva colorazione dal bianco al giallo richiede un certo periodo di tempo. Predatore efficace, inietta un veleno letale per le sue vittime, tra le quali spiccano anche farfalle e api, organismi generalmente più grossi del ragno. Le femmine misurano sino a 1 cm di larghezza mentre i maschi non superano i 5 mm. Altra specie di Thomisidae rintracciabile nei nostri prati è la Ebrechtella tricuspidata, il cui corpo di colore verde-giallo mostra sull’opistosoma un disegno con tre macchie di colore rossiccio disposte a stella.
Alla famiglia Araneidae appartengono le specie di ragni più note, riconoscibili per le loro tipiche ragnatele orbicolari di forma molto regolare. L’Araneus diadematus (ragno crociato) è sicuramente uno dei più noti, chiamato così per il tipico disegno a forma di croce sull’addome. A differenza di altri ragni, gli esemplari trascorrono la maggior parte della giornata al centro della ragnatela senza costruirsi un apposito rifugio.
Una specie particolarmente interessante, che non può lasciare indifferente il più curioso osservatore, è l’Argiope bruennichi o ragno vespa, le cui femmine possono raggiungere anche i 5 cm di lunghezza con le zampe. Chiamato così per la presenza di bande alternate gialle e nere, (tipiche delle femmine) proprio come le vespe, sono presenti nel periodo più caldo dell’anno (luglio, agosto), tra gli arbusti, i rovi e spesso anche negli orti dove vivono attaccati a ragnatele talvolta invisibili, con uno stabilimentum (filo o gruppi di filo di seta) a zigzag. Se disturbato, questo ragno inizia a oscillare velocemente facendo ondeggiare tutta la tela con il risultato di un effetto visivo a strisce chiaro-scure sfuocate. Generalmente, dopo l’accoppiamento, il maschio fugge prima di finire preda della femmina, ma molto spesso quest’ultima è più veloce e lo divora in pochi istanti.
L’Argiope lobata, presente nel bacino Mediterraneo in luoghi assolati e asciutti, a differenza dell’altra Argiope, presenta un opistosoma appiattito con bordi smussati e costruisce una tela molto grande che può raggiungere anche il metro di diametro. Come la cugina bruennichi, il ragno sta appostato al centro della tela ma, mostrando il ventre, si mimetizza perfettamente con l’ambiente circostante, risultando pertanto spesso invisibile.
I Lycosidae, noti con il nome di ragno lupo, sono presenti in Europa con circa 90 specie e in tutto il mondo contano circa 2400 specie (dato aggiornato a luglio 2017). Si tratta di ragni robusti dotati di quattro ocelli (piccoli occhi) ravvicinati in una fila sulla zona frontale, due grandi occhi disposti più indietro e altri due un po’ meno grandi a formare un trapezio con quelli precedenti. Le femmine presentano la caratteristica di trasportare il sacco con le uova sotto le proprie filiere riuscendo tuttavia a cacciare. I piccoli verranno successivamente trasportati sul dorso della madre essendo così tra le uniche specie di ragni a prestare cure parentali. Il genere Pardosa, pressoché cosmopolita, conta più di 500 specie, e in Italia, una delle più diffuse è la Pardosa lugubris, le cui femmine mostrano un epigino (placca chitinosa presente sull’orifizio genitale) a forma di ancora.
Ai Lycosidae appartiene la Lycosa tarentula, nota con il nome di tarantola, che non ha niente a che vedere con le cosiddette tarantole del continente americano, conosciute più giustamente con il nome di migali e appartenenti a un’altra famiglia. La Lycosa tarentula è un lycosidae piuttosto grande, raggiungendo i 3 cm nella femmina, prevalentemente notturno e che trascorre la giornata rintanato sotto terra. Viene erroneamente temuto dall’uomo per il suo morso che, pur essendo velenoso, non lo è più di quello di una vespa. La credenza popolare della sua pericolosità viene spesso confusa con quella della malmignatta (falsa vedova nera) un ragno molto piccolo e con un morso decisamente più potente. Il nome tarantola deriva dalla città di Taranto, dove il ragno è spesso molto presente, mentre negli Stati Uniti viene spesso associato ai ragni della famiglia Theraphosidae in quanto gli immigrati provenienti dall’Europa, quando videro questi ragni per la prima volta, credettero di avere a che fare con gli stessi grossi ragni conosciuti nei loro paesi di origine.
La famiglia dei Salticidae è costituita da piccoli ragni che, come dice il nome, si muovono saltellando, ed è una delle famiglie più ricche in termini di specie (circa 5900). Altra peculiarità di questi ragni è la presenza di due occhi telescopici disposti frontalmente come fari, posti in mezzo ad altri due occhi più piccoli laterali, e altri quattro ancora più piccoli posti sul capo. I due occhi telescopici si possono considerare come due teleobiettivi le cui retine possono essere spostate avanti e indietro generando un’immagine a fuoco dell’oggetto guardato. Inoltre, essendo mobili anche lateralmente, il ragno può modificare la direzione dello sguardo senza muovere il corpo. Una specie di salticidae tra le più diffuse in Europa è la Salticus scenicus (ragno arlecchino o zebra back spider, in inglese) molto presente negli edifici, su pareti di stanze, facciate o davanzali, dotato di bande trasversali bianche su un opistosoma di colore bruno scuro. I cheliceri del maschio sono molto sviluppati e orientati diagonalmente in avanti.
Altro salticidae è il Philaeus chrysops, che con il suo corpo di 7-12 mm è il più grande presente in Europa, molto diffuso nelle regioni meridionali, in luoghi caldi, asciutti e assolati. I due sessi sono molto diversi tra loro, tanto da renderne difficoltosa l’appartenenza alla stessa specie quando incontrati per la prima volta. Il maschio, infatti, presenta un prosoma nero pece e un opistosoma rosso sangue con una striscia nera dorsale. La femmina, invece, ha un opistosoma marrone, in genere con due bande bianche. Tuttavia, avendo un areale di diffusione davvero molto vasto, in Europa meridionale è possibile incontrare esemplari con livree molto diverse da luogo a luogo (femmine con opistosoma giallo-rosso e maschi con disegno bianco molto esteso).
Con più di 100 famiglie e 46.700 specie, i ragni rappresentano un pezzo importante della biodiversità, un gruppo di animali dalle caratteristiche uniche e inimitabili. Antichi abitanti della Terra, vanno studiati e conosciuti a fondo per poterci rivelare le incredibili capacità che la Natura ha da offrirci.