Introduce la Primavera di Cinema Orientale 2018, nell’ultima settimana di marzo, il Florence Korea Film Fest, alla 16/ma edizione. Quest’anno presenta, al Cinema La Compagnia, oltre 40 titoli tra corti e lungometraggi, la maggior parte in anteprima italiana ed europea. Si articola in quattro sezioni tematiche: Orizzonti Coreani, dedicata ai grandi nomi del cinema del paese, con titoli campioni d’incassi in patria e premiati nei festival di tutto il mondo; Independent Korea, sezione che ospita lavori di giovani e talentuosi registi che non trovano spazio nella grande distribuzione; la Notte Horror, consueto appuntamento per gli amanti del genere; Corto, Corti, spazio dedicato ai cortometraggi. Il pubblico in sala può valutare le opere delle due prime sezioni, per conferire al più votato l’Asiana Airlines Audience Award.
Novità di quest’anno è il focus K-South North, 5 pellicole che, attraverso diversi generi esplorano il difficile rapporto tra Corea del Sud e Corea del Nord, con opere che spaziano dal documentario al dramma sportivo fino alla commedia. As one, un film del 2012, è di stretta attualità, dal momento che descrive un fatto vero, accaduto nel 1991, anno in cui, per far fronte alla crisi internazionale fra le due Coree, le due parti giungono all’accordo di unificare la nazionale di tennis da tavolo in un’unica nazione, Korea, per i mondiali che si tengono a Chiba. I film saranno in grado di avvicinarci ancor di più a questa nazione, già protagonista di due sfilate di giovani designer a Pitti Uomo quest’inverno, nonché teatro delle Olimpiadi invernali 2018.
Ci aiuta a capire le profonde trasformazioni della società coreana una mostra fotografica che si tiene a Villa Bardini, in Costa san Giorgio 2, durante il Festival. È composta da 125 fotografie di splendida potenza in termini di documentazione, arte, e vita. Con prospettive diverse, 7 fotografi dipingono potenti raffigurazioni di incantevoli paesaggi, scene di vita in palazzi reali, in templi, in siti storici, in zone demilitarizzate. Ritraggono i tempi in cui cultura e tradizione coreana, basati sull’agricoltura, erano al loro massimo splendore. Le fotografie esposte, in una dimensione preservata e intatta, distanti dalle strade luminose, dai grattacieli, dalle industrie hightech e dai centri commerciali che solitamente rappresentano la grande metropoli di Seul, ci danno la possibilità di vedere immagini della Corea che gli Europei vedono per la prima volta, dotate di profonda poeticità. Immagini catturate dagli anni Settanta ad oggi. “Questa mostra, radicata nella storia, nella cultura e nel popolo, contempla le tradizioni, la cultura e la trasformazione della Corea nel tempo...” – dice il curatore Seok Jaehyun.
Apre l’edizione 2018 del festival un film storico, The Fortress del regista e sceneggiatore Hwang Dong-hyuk. Il film, ambientato nel XVII secolo, si è aggiudicato 5 premi alla 37esima edizione del Korean Film Critics Award e premio come miglior sceneggiatura nella 38esima edizione del Blue Dragon Film Awards. Presente in sala il regista. Già conosciamo dai precedenti anni la straordinaria tecnica impiegata nei film d’azione dai cineasti coreani. Aspettiamo con curiosità, invece, le descrizioni di figure femminili, oggetto di tre differenti film che sono stati scelti dagli organizzatori: Jane; Mothers e Microhabitat.
Ospite speciale è quest’anno l’attore Ha Jung-Woo, cui il Comune vuole rendere omaggio consegnandogli le chiavi della città e che è presente alla proiezione del suo ultimo film Along with the Gods: The Two Worlds, una pellicola ambiziosa ambientata nell’aldilà, diretta da Kim Yong-hwa, che viene proiettata a Firenze in prima europea. Affascinante, sorprendente, eclettico, Ha Jung-Woo è il volto simbolo del cinema coreano contemporaneo. Quarantenne, lavora come attore dal 2005 e si è anche cimentato come regista in due film. Il Florence Korea Film Fest lo omaggia quest’anno con sei fra le sue più interessanti pellicole, per mostrare il suo talento multiforme.
Il film di chiusura è Room No.7 di Lee Jong-Seung, commedia noir, in cui i protagonisti, per sbarcare il lunario, vivono di espedienti. Il film gioca con esilaranti gag unite abilmente alla suspense di un thriller Anche per questo film è presente il regista. Al Cinema La Compagnia, durante il Festival, è possibile provare gli abiti tradizionali hanbock, il tipico abito coreano da cerimonia, e, volendo, farsi fotografare mentre si indossano. Il giorno dopo, una performance di danza coreana viene eseguita, per chiudere il Festival, al ritmo di musiche caratteristiche suonate con gli strumenti della tradizione.