È soprannominato il “Balcone del Friuli”, ma anche il “paese degli spiriti”. È circondato da verdi valli e corsi d'acqua limpidissimi, quasi caraibici. Ha dato i natali alla famiglia di Giacomo Rizzolatti, lo scienziato che ha individuato i neuroni specchio. Vanta chilometri di boschi incontaminati e le grotte di Pradis visitate da turisti di tutto il mondo.
Benvenuti a Clauzetto: in friulano Clausiet, meta imperdibile che si raggiunge comodamente in autostrada fino a Sequals per poi salire con una serie di tornanti facilmente percorribili. Clauzetto domina la valle e regala un panorama mozzafiato che spazia dal Tagliamento alla Laguna di Marano fino a far intravvedere nelle giornate più terse il mare di Lignano Sabbiadoro, il profilo dell’Istria e a Ovest in lontananza il profilo dei colli Euganei. Dai monti al mare, tutto in un'ora potrebbe essere lo slogan di questa località incastonata nello splendore naturale, paesaggistico, artistico e architettonico del Friuli. A raccontarci le bellezze, ma anche le scoperte inedite, che hanno interessato Clauzetto è Vieri Dei Rossi, studioso di storia locale e anima della pagina Facebook “Sei di Clauzetto se...”
“Clauzetto si sviluppa sulle Prealpi e consente la visuale di un panorama a 180 gradi scendendo dalle montagne alle valli e dalle valli al mare. Ha una ricchezza incredibile di corsi d'acqua: l'Arzino, il Cosa, che nei secoli ha scavato le Grotte di Pradis, creando delle sculture naturali incredibilmente suggestive. Come la Grotta Verde dove a Natale si svolge la Santa Messa di mezzanotte, un colpo d'occhio di straordinaria bellezza. Il paese" – spiega ancora Dei Rossi che abita in una delle case più antiche di Clauzetto – "è caratterizzato dalla presenza di secolari insediamenti che si sono sviluppati tra il comune di Clauzetto con le borgate di Dominisia, Triviat e Pradis di sotto e di sopra e il comune di Vito d'Asio con le borgate di Anduins, Pielungo e San Francesco dove si possono ammirare le trasparenti cascate dell'Arzino. Su tutto domina il monte Pala che sovrasta Clauzetto e dal quale, la notte, si può ammirare una suggestiva croce illuminata. Nel centro di Clauzetto troneggia sopraelevata la chiesa di San Giacomo e il suo splendido campanile con orologio. San Giacomo divenne sede del pievano ed è citata per la prima volta in un documento del 1417. Venne ampliata dal pievano Giovanni di Arba e nei primi del cinquecento fu affiancata da un cimitero”.
La Chiesa di San Giacomo a Clauzetto custodisce la reliquia del Preziosissimo sangue di Gesù, una reliquia proveniente dalla Terra Santa custodita da una famiglia di Clauzetto che l'aveva ricevuta, a sua volta, da una famiglia nobile veneziana. “La chiesa di San Giacomo fu considerata santuario del Preziosissimo Sangue per via di una reliquia, un lembo di tessuto intriso del sangue della Passione di Cristo, che sarebbe stata donata da un illustre patrizio veneziano, ambasciatore a Costantinopoli, a un clauzettano di nome Cescutti. "Alla reliquia" – spiega Dei Rossi - "fu conferita la patente di autenticità dal patriarca Foscari il 28 maggio del 1755. All'epoca, si pensò che la reliquia avesse poteri taumaturgici e questo andò a favorire pratiche di esorcismo e un pellegrinaggio annuale dei cosiddetti 'spiritaz', indemoniati e spiritati, che accorrevano a Clauzetto per essere guariti. La tradizione vuole che una volta l'anno i posseduti andassero alla messa del Perdòn celebrata la domenica precedente la festa dell'Ascensione. Da qui nei secoli Clauzetto assunse anche il soprannome di 'paese degli spiriti'. All'interno della chiesa di San Giacomo fu realizzato dal noto scultore Giovanni Antonio da Carona, detto il Pilacorte nel 1523, un'ancona in pietra scolpita, colorata e dorata, con figure di varia dimensione. Del perduto altare è da poco stato ritrovato un frammento scolpito che raffigura un angelo inginocchiato affiancato da una decorazione a candelabra di eccezionale fattura, vi è la firma dell'artista accanto a quella del figlio Alvise che evidentemente collaborava col padre".
C'è da dire che a Clauzetto una sorta di energia esoterica e primordiale la si respira. La si avverte attraversando i fitti boschi di carpini e abeti i cui sentieri, detti clapadorie da ‘clap’, che in friulano significa sasso, sono tratteggiati da gradini in pietra. Capita facendo la passeggiata che dal centro del paese porta alla Pieve di San Martino, in direzione di Vito d'Asio. Un sentiero affascinante e misterioso che sbocca, come per incanto, di fronte a una deliziosa pieve che risale all'XI secolo, nel retro vi sono sopravvivenze della prima pianta dalla chiesetta che risale addirittura al IX secolo, quindi si suppone d'epoca carolingia.
“La tradizione orale racconta che i primi abitanti si stabilirono a Clauzetto fuggendo dalle invasioni ungariche in Friuli, riparando sulle prime montagne attorno al paese. E il primo insediamento religioso è rappresentato proprio dalla Pieve di San Martino d'Asio. Esternamente alla chiesetta" – sottolinea lo storico - "è possibile osservare l'antica pianta di un'aula rettangolare. L'edificio fu poi ricostruito a metà del XIV secolo. Al suo interno è presente uno splendido altare realizzato sempre dal Pilacorte che rappresenta l'opera più imponente e significativa tra quelle eseguite dall'artista che ha operato moltissimo in territorio friulano. Recentemente abbiamo scoperto proprio dietro all'altare un affresco raffigurante Cristo crocefisso. Una scoperta che è stata certificata da autorevoli storici e che retrodata l'edificio a un secolo prima, ossia al XV secolo”.
La Pieve di San Martino ha recentemente ottenuto un finanziamento regionale e il prossimo anno sarà realizzato il restauro integrale degli affreschi cinquecenteschi contenuti al suo interno. Ma Clauzetto e i dintorni, con le splendide fontane di pietra e i percorsi per irregimentare le acque di antica e mirabile fattura, è terra di scalpellini e maestranze che hanno girato il mondo. Il Friuli, del resto, è terra d'emigrazione. Tuttavia permangono alcune tradizioni anche del territorio legate alla produzione di formaggi, dal saporito Asìno, ai formaggi stagionati, al piatto tipico della “Balote”, un impasto di polenta, farina e un cuore di formaggio al suo interno. Le “Balote” sono protagonista di una Festa che ad agosto attira villeggianti da tutt'Italia e anche dall'estero. Purtroppo la viticoltura, una volta fiorente, è scomparsa ma c'è chi nella zona ha preso il coraggio a due mani e ha investito sui vitigni autoctoni. “È la scommessa che è stata fatta dall'Azienda agricola Bulfon di Valeriano in comune di Pinzano a pochi chilometri da Clauzetto che ha deciso di puntare su due antiche varietà un tempo diffuse in queste terre: il Piculìt nero e il Forgiarin, due specialità da assaggiare assolutamente”.
E di cose da fare, da assaporare e da vedere a Clauzetto ce ne sono moltissime. Dal turismo montano, al cicloturismo, al canyoning che si può effettuare presso il Ristorante Al Furletto verso le grotte di Pradis a Pradis di sotto, gestito da un simpaticissimo Danese di nome Amrit che delizia con la sua cucina vegetariana e non, oppure lanciarsi in un percorso gourmet al Ristorante Ai mulinars a valle del paese o al Ristorante Albergo Corona nel centro di Clauzetto dalla cui terrazza lo sguardo spazia fino al mare dove la specialità della Balote regna sovrana. Anche l'accoglienza è assicurata grazie allo storico Albergo Corona e alla struttura dell'Albergo Diffuso del Friuli. E allora che aspettiamo? Regaliamoci una gita a Clauzetto.