Padova e l'intero nordest avranno l'occasione d' incontrare la meditazione Zen e le pratiche spirituali associate al buddismo legato a questa antica tradizione che si sviluppa nel Giappone. Ha aperto a Padova il 14 ottobre il primo tempio Zen del Triveneto dal nome emblematico “OraZen”, guidato dal maestro Carlo Tetsugen Serra che ha ricevuto la trasmissione del Dharma da un lignaggio di maestri di autentica realizzazione dopo avere trascorso molti anni in Giappone.
Il centro è stato inaugurato con la partecipazione del maestro Tetsujyo Deguchi, abate del tempio Toshoji insieme al maestro Tetsugen Serra, fondatore anche dei monasteri di Milano e Berceto (Parma). L'abate Tetsujyo Deguchi è un maestro zen giapponese, successore di Ban Tetsuguy Soin. È uno degli ultimi eredi del lignaggio del maestro Harada Daiun Sogaku e ha contribuito alla diffusione dello Zen in Italia collaborando fin dalla fondazione alle attività del monastero Il Cerchio. Nel 1983 ha ricevuto la trasmissione del Dharma (le leggi) dal maestro Tetsugyu Soin ed è attualmente abate di uno dei tre monasteri fondati dal maestro Harada.
Ho incontrato il maestro Tetsugen Serra, maestro residente del tempio OraZen per parlare di meditazione e creatività. Sono moltissimi i creativi e gli artisti che praticano il buddismo, in generale, e in particolare la tradizione Zen. La meditazione, come “metodologia spirituale”, è in grado infatti di aprire canali e prospettive di pensiero che riescono a cambiare molti comportamenti routinari permettendo di intercettare nuovi sistemi originali e inediti per condurre la propria vita. Il tempio di Padova OraZen sarà aperto a tutti coloro che vorranno avvicinarsi alla meditazione e trarne i benefici che sono ormai assodati e confermati da autorevoli ricerche scientifiche.
“La meditazione zen – spiega il maestro Tetsugen – aiuta la mente a ritrovare la calma, sviluppando la consapevolezza di quello che si sta vivendo. Quando si parla di meditazione si pensa spesso al vuoto, a pratiche tantriche e alla difficoltà di rimanere presenti senza che la mente divaghi. Per lo zen la meditazione consiste soprattutto nell'essere profondamente immersi nel 'qui e ora'. La pratica costante nel tempo aiuta le persone ad affrontare le situazioni quotidiane, siano esse di sofferenza, di disagio o di stress con maggiore consapevolezza. L'utilizzo delle frasi emblematiche, i koan, aiuta a rompere gli schemi e stimola la reattività della mente facendo venir meno il ruolo protagonista che ha il nostro ego, ossia l'io condizionato. Le frasi, unite alla meditazione, sono il mezzo attraverso cui il praticante può finalmente risvegliarsi”.
La pratica meditatativa, è stato dimostrato dalle neuroscienze, rappresenta un ottimo viatico per potenziare le capacità creative. “Sì, il cervello dei meditanti – continua il maestro di OraZen - attiva determinate aree del cervello deputate alla creatività. Attraverso la meditazione zen si decanta, si lascia andare la propria visione personale e consueta dei problemi, per far emergere e far accedere a quelle stanze nascoste (alaya nella tradizione buddista) che contengono milioni di informazioni che, normalmente, non vengono prese in considerazione o peggio neppure viste”.
Il buddismo zen è una delle molte tradizioni del buddismo, considerato la quarta religione al mondo, anche se il buddismo viene impropriamente definito religione poiché in realtà si tratta di una pratica spirituale, non essendo un culto specifico. “Il buddismo in Italia – puntualizza ancora Tetsugen Serra - viene visto come una religione, ma non lo è. Non esiste conversione al buddismo, c'è una profonda differenza tra religione e spiritualità: chiunque è un essere spirituale. E appunto il buddismo zen è una metodologia dello spirito, un percorso che insegna una pratica di liberazione. Chiunque può avvicinarsi alla meditazione zen a prescindere dal culto a cui appartenga; come dicevo non esiste conversione nel buddismo. Ci sono stati e ci sono molti religiosi cristiani che praticano la meditazione, è semplicemente mettersi alla ricerca di se stessi”.
Per comprendere la meditazione e praticarla correttamente è, dunque, necessario accettare il momento presente, rilassando la mente in moto che non salti continuamente tra passato e futuro, evitando di permanere nell'unico istante che per noi esiste, ossia il presente. “È necessario accettare ciò che sta accadendo, nel momento in cui accade. È chiaro – argomenta il maestro zen - che la prima volta che mi siedo a meditare, la mente non mi darà tregua, sarà una girandola di pensieri, ma nell'istante in cui si accetta questo, ecco che la mente comincerà come per incanto a calmarsi, e tutto inizia a cambiare”.
L'accettazione è un pilastro del buddismo, e rappresenta il primo passo sul lungo cammino che porta alla consapevolezza, alla pace interiore, alla compassione e all'equanimità e infine all'illuminazione. “Quando la mente comincia a chiarirsi e a calmarsi, inizia la strada della pratica e del cambiamento interiore ed esteriore. In poche parole: si torna a casa, in quel sé che era stato dimenticato per troppo tempo e che con voce flebile ma costante ci indica la giusta strada”.