Gianfranco Ferré ha la natura appoggiata su di sé nella grazia di un magma motorio che è della natura e che sempre si armonizza.
Ecco la base di una progettazione del gioiello che è autoriale come solo la natura sa essere.
A Palazzo Madama (fino al 19 febbraio), nella Torino Sabauda, regna la natura sovrana della “Gioia”; gioia per le gioie di Gianfranco Ferré, speleologo della vita sognata dell'uomo che da minerale diviene vegetale, animale, anfibio, mammifero e Uomo.
Ferré conosce la grafia del corpo e la associa alla sua evoluzione in potenza espressiva.
A Palazzo si enucleano volatili aerostati che sono gabbie di luce dove si diverte l'aria nella gioia del gioco con le forme che l'architetto dona all'esperibile umano nell'esperienza della copulazione con gli elementi, dove tira quel vento nobile della terra che fende e plasma le superfici facendole levitare nell'immaginazione: gioielli e semantica del viaggio terrestre verso la sezione aurea dell'immaginario.
Ferré ha potuto potenziare il linguaggio del decoro fino a renderlo abitabile. Ha fatto dell'altorilievo per il corpo la sua alta esegesi del senso nobile dell'appartenenza alle radici.
Etnico e aulico passando per quella posa che in natura le forme assumono nel loro divenire.
Rovinosa è l'apparenza dell'evoluzione della crosta terrestre per ciò che essa accoglie, ma la visione creativa legge, nelle sue espressioni motorie, quel franante motore che raccoglie e omogenizza le superfici assumenti forme di traiettorie o tuffi nella materia da materia che tracciano il derma terrestre, così come i gioielli di Ferré disseminano il corpo di una linfa luminescente che si inerpica o frana sulle forme dell'armonia creata.
A Palazzo Madama, nella costruzione perfetta e fastosa di una Torino aristocratica si crea una frattura e la gioia diviene travolgente e franante tra colonne ed affreschi marmi e trabeazioni... frana di luce che si libera dalla gabbia ed entra nella postura del costume della nobiltà umana in tutte le sue più variabili espressioni.
Il gioco si allunga sulle fasce muscolari e si dilata nel nervo ottico per i corpi epidermici e quelli tramati. La “Ferré-a” legge dell'immagine salta gli arti per l'arte e ogni pezzo si collega alla gerarchia tribale della bellezza.
Minerale, vegetale, animale... tutto d'un fiato per un lungo respiro ingabbiati di luce dalle profondità marine, al cuore del suolo, alla corona di ferro... anzi di Ferré.
Gianfranco Ferré sotto un'altra luce. Gioielli e Ornamenti