Sono caratteristiche qualificanti, sconosciute ai prodotti similari, quelle che contraddistinguono la miscela di caffè verde selezionata e resa disponibile dall'Istituto di Medicina Olistica ed Ecologia Comportamentale San Lorenzo in Lodi. Da tempo abituati all'originalità delle sue proposte non ci stupiscono neanche queste ultime, relative a tale utilizzo, pur sorprendenti nella loro peculiarità.
La scelta di quella miscela è il risultato di un lungo lavoro reso possibile solo dalla padronanza di due dei capisaldi su cui si fonda la Metodologia Clinica dell'Istituto San Lorenzo: le Medicine Non Convenzionali e la Chinesiologia Applicata.
Siamo da sempre abituati ad entrare in un bar per consumare caffè tostato oppure ad acquistarne un pacco al supermercato per prepararlo nella moka di casa o ancora a ordinarne delle cialde da inserire nell'apposita macchinetta. Non ci meravigliamo perciò, conoscendolo bene, che il caffè tostato agisca come un farmaco stimolante, possa provocare insonnia o nervosismo oppure, ma questa caratteristica non è poi così conosciuta, faccia ingrassare.
Più recente è l'utilizzo del caffè crudo, usato cioè ancor prima di tostarlo, quando conserva il colore naturale del suo chicco che è verde. Non è infatti ancora diventato un prodotto da bar sebbene sia sempre più presente in alcuni locali selezionati. Malgrado tale relativa novità è già corposo il bagaglio di conoscenze che abbiamo di questo alimento e quindi nemmeno ci stupiamo di saperlo adatto ad essere consumato la sera prima di andare a dormire e in generale con proprietà opposte e simmetriche al caffè "normale".
Tale consapevolezza nasce dal lavoro di studio svolto dall'Istituto San Lorenzo che l'ha repertorizzato secondo la dietetica tradizionale cinese e catalogato come alimento Yang quando invece la tostatura conferisce qualità Yin. Questo è il primo argomento concreto aggiunto a quel bagaglio di conoscenze ormai comuni sul caffè verde. Il secondo aspetto è di averlo sottoposto a indagine semeiotica mediante la Chinesiologia Applicata e confrontato con prodotti analoghi scoprendo che è perfettamente tollerato, diversamente da ciò che accade con gli altri. Questo è a suo modo garanzia che non contenga metalli né altri contaminanti vari. La ricerca di conferme strumentali ai suddetti riscontri è all'origine del terzo elemento qualificante e deriva dall'averlo fatto analizzare presso un laboratorio di analisi specializzato ottenendo la certificazione di un contenuto di acido clorogenico molto elevato. Il quarto e ultimo (per il momento) aspetto è di aver messo a punto una metodica di infusione molto semplice che consenta di mantenere le sue proprietà antiossidanti: temperatura dell'acqua non troppo elevata, tempi di infusione non superiori ai cinque minuti, protezione dalla luce.
Non rispettare rigorosamente queste pur semplici modalità significa far ossidare l'infuso che diventa verde. Tale viraggio è segno della perdita delle suddette proprietà. Il messaggio finale è perciò semplice e chiaro: l'infuso di caffè verde non deve diventare verde!!! Non è solo un fattore estetico ma sostanziale.