Dislocata a poco più di un’ora di un volo dal Italia, Malta sembra potersi catalogare come meta del turista vacanziero per eccellenza, potendogli proporre sole, mare, movida diurna e notturna. In un’isola di piccole dimensioni dove i locali di intrattenimento per turisti la fanno da padrone, stupisce la presenza capillare di numerosi e importanti luoghi di culto, in un rapporto rispetto al territorio secondo solo alla città di Roma. Investigando nella storia però si recepisce il motivo della presenza di oltre 360 tra chiese e cappellette dislocate su tutte le isole: in questi luoghi approdò San Paolo nel 60 d.c., prigioniero e poi naufrago sulla via dell’Europa.
I maltesi possono definirsi come uno dei popoli della più antica tradizione cristiana, orgogliosamente esibita con le centinaia di cupole e campanili che si ergono talvolta maestosi nel paesaggio di bassi edifici che compongono paesini o sviluppate cittadine. La skyline della stessa capitale Valletta è dominata proprio dalla mastodontica cupola della Chiesa dei Carmelitani, ricostruita nel 1958 in sostituzione dell’originale, distrutta dai bombardamenti tedeschi nella Seconda guerra mondiale. Pur trovandosi a fare da ponte tra sud Europa e nord Africa, l’anima di Malta è sempre stata inglese e non a caso la corona britannica amava definirla come la propria portaerei nel Mediterraneo. Non deve stupire quindi la presenza, a poca distanza dal cupolone sopracitato, della cattedrale anglicana dedicata a San Paolo, sormontata da un imponente campanile di 65 metri e costruita a seguito della visita della Regina Adelaide nel 1839.
Tra la miriade chiese cattoliche presenti nella capitale il ruolo più rilevante lo svolge la concattedrale di San Giovanni, posta proprio al centro del centro abitato quasi a rivendicare anche geograficamente la propria importanza. L’edificio viene completato nel 1577 su desiderio dei Cavalieri di Malta, suoi patroni originari che qui hanno riposto numerose loro pietre tombali, e dall’ingegno dell’architetto militare maltese Girolamo Cassar per la parte strutturale, coadiuvato dall’italiano Mattia Preti che si occupò dei decori nelle volte del soffitto e nelle pareti delle cappelle, dedicate alle otto Lingue dell'Ordine di S. Giovanni che non seguivano una caratterizzazione geografica data dagli stati nazionali, bensì una logica derivante dalle lingue dell'Europa occidentale (lingua italiana, di Germania, Francia, Provenza, Anglo bavarese, Avergnia, Aragona, Castiglia). Affreschi, sculture e stucchi in stile alto barocco di cui è adornata la cattedrale vengono poi offuscati dall’imponente presenza di un'opera del Caravaggio: La decollazione di San Giovanni.
Se a Valletta le chiese popolano ogni via, anche nella vicina isola di Gozo non passano inosservate, tanto più trovandosi dislocate in contesti molto panoramici. La cattedrale progettata da Lorenzo Gafa si trova all’interno della Cittadella, bastione fortificato utilizzato come ultima risorsa difensiva per gli abitanti, posta sul sito dove in tempi remoti era presente il tempio romano dedicato a Giunone e che domina tutta l'isola, lasciando intravedere in lontananza altri edifici di culto che si ergono con i loro imponenti campanili su uno stuolo di edifici dalle ridotte dimensioni.
Se le costruzioni più rilevanti dal punto di vista artistico o storico sono imperdibili, altrettanto interessante può risultare la visita alla miriade di chiese minori in quartieri più turistici, strette tra ristoranti, alberghi e porticcioli, custodendo ognuna una propria storia particolare. Come nel movimentato quartiere di S. Julian’s, dove si ritaglia spazio di fronte alla baia di Balluta la recente chiesa in stile pseudo gotico che custodisce la statua della Madonna del Carmine, giunta a Malta nel 1780 da Napoli e riposta qui nella prima cappella nel 1858 dai confratelli della comunità carmelitana della Valletta. Come pure è particolare, ma difficilmente visitabile fuori dall'orario delle funzioni, la chiesa dedicata alla Madonna di Pompei che spicca nel paesino costiero di Marsaxlokk, solitaria in una piazza circondata da stuoli di ristoranti di pesce.
Perdersi per le strette vie dei centri abitati maltesi può dunque regalare un nuovo tipo di caccia al tesoro, scoprendo edifici religiosi magari non famosi ma di sicuro interesse: una valida integrazione culturale alla classica vacanza di sole e di mare.