L'imponente industrializzazione della produzione alimentare degli ultimi cento anni ci ha abituati a comprare prodotti raffinati che troviamo comodamente al supermercato. Ma il nostro corpo non è cambiato e anche le nostre risposte comportamentali come la paura, il senso di pericolo, l'affetto sono rimaste governate da meccanismi primordiali. La ricerca più avanzata ha dimostrato che vivere in un ambiente che cambia a velocità supersonica crea disadattamento, le capacità del DNA di adeguarsi ai cambiamenti non vanno di pari passo con questa velocità, e così siamo stressati, stanchi e finisce che ci ammaliamo.
Per scoprire quali sono le regole da mettere in pratica per migliorare il nostro stile di vita e vivere un'esistenza sana e piena, ne parliamo con il Dottor Filippo Ongaro, considerato uno dei pionieri europei della medicina funzionale e anti-aging. Il Dottor Ongaro ha iniziato la sua carriera come medico degli astronauti presso l'Agenzia Spaziale Europea ( ESA), ha collaborato con la NASA e con l'agenzia spaziale russa allo sviluppo di metodologie preventive per contrastare l'invecchiamento accelerato a cui sono sottoposti gli astronauti in orbita, è vice- presidente dell'Associazione Italiana Medici Anti-Aging, nonché Direttore Scientifico dell'Istituto di Medicina Rigenerativa e Anti-Aging.
Dottor Ongaro, come è diventato medico degli astronauti?
Mi sono appassionato al fatto che le agenzie spaziali richiedono un atteggiamento raro nel mondo della medicina di oggi, che fonde teoria, pratica e una visione globale del paziente.
Dottor Ongaro, quali sono le cause principali che indeboliscono l'organismo e provocano invecchiamento precoce?
Sono fondamentalmente l’infiammazione, lo stress ossidativo, la glicazione (il danno causato dagli zuccheri) e la perdita di massa muscolare dovuta all’estrema sedentarietà. Un certo logorio è inevitabile con il passare del tempo, ma possiamo rallentare o accelerare questo processo a seconda delle scelte che facciamo… l’epigenetica studia proprio questo: come il nostro stile di vita incide sull’espressione dei nostri geni accendendo o spegnendo quelli migliori o quelli peggiori.
Come possiamo difendere, migliorare, preservare il funzionamento ottimale del nostro organismo?
Io parlo di 4 fondamenti di una vita sana che sono la nutrizione, l’integrazione alimentare, l’allenamento fisico e la gestione della sfera mentale. Penso che se ognuno di noi facesse qualcosa in queste aree potrebbe ottenere risultati straordinari. Non esistono miracoli, ma una meticolosa gestione di noi stessi.
Dottor Ongaro, cos'è la nutrigenomica?
In pratica vuol dire: nutri i tuoi geni. È una disciplina che studia come i nutrienti regolano l’attività dei nostri geni. È un ramo dell’epigenetica da cui sono emersi in questi ultimi anni molti spunti interessanti sugli effetti del cibo sulla nostra salute e sulla funzionalità delle nostre cellule. La nutrigenomica parte dal presupposto che il cibo manda infiniti messaggi al nostro corpo. Far sì che questi messaggi portino salute e non malattia dipende dalle nostre scelte nutrizionali. In pratica, senza un corretto apporto di nutrienti il nostro corpo si ammala, perché diminuisce la capacità riparativa del DNA.
Quali sono i fondamenti che emergono dal suo ultimo libro Vivere a pieno?
Per introdurre l'argomento propongo un paio di riflessioni, la prima è che nessuno vorrebbe mettere della sabbia nel serbatoio della propria auto, e la seconda è che tutti sappiamo che i broccoli fanno meglio delle patatine fritte e che fare ginnastica è più salutare che guardare la televisione, ma in pochissimi riescono a cambiare davvero. Come è possibile? È vero che viviamo più a lungo, ma ci ammaliamo prima e in molti casi la nostra esistenza non è né felice né piena di energia: solo più lunga. Sfruttando la mia esperienza di medico, la formazione come coach e il lavoro svolto nel mondo dell'alta prestazione, ho pensato di offrire un sistema completo di strumenti, riflessioni e pratiche per potenziare la salute e raggiungere un grado più elevato di soddisfazione personale, benessere e prestazione psicofisica. Un approccio che uso da tempo nella pratica clinica e che unisce le strategie di cambiamento personale con le conoscenze scientifiche più recenti nelle neuroscienze e nella psicologia dei comportamenti.
Siamo in estate, cosa consiglierebbe per mettere in pratica il cambiamento?
Di fare una riflessione con se stessi che riguarda i propri obiettivi e il proprio concetto di vivere a pieno e poi di costruire una strategia per raggiungerli. Bastano pochi cambiamenti nella propria vita portati avanti nel tempo per creare una trasformazione. Quello che sembra impossibile all’inizio diventa facile con un po’ di pratica. Vale la pena prendersi un po’ più cura di se stessi!