Il digiuno è un sistema innato di autoterapia ancora presente nell’istinto di bambini e animali. Il digiuno è il migliore sistema di naturopatia intesa principalmente come atto di prevenzione delle patologie e della degenerazione psicofisica. Digiunare è un’arte terapeutica che richiede:
- precise informazioni, non improvvisazioni o salta-pasti occasionali
- conoscenza dei tempi di preparazione e di ripresa, di astinenza dal cibo solido che può variare da poche ore a numerosi giorni
- un'attenta valutazione delle proprie condizioni di salute e costituzionali. Se vi sono in corso patologie con utilizzi di farmaci non digiunate se non vi siete consultati con un medico o confrontati con un esperto conduttore di digiuno (chiaramente la doppia specializzazione è ottimale)
- l’utilizzo di metodiche di disintossicazione psicofisica, vedi la tradizione dello yoga, dell’ayurveda e delle scuole di igienismo occidentali
- l’integrazione di prodotti fitoterapici mirati alla stimolazione degli organi emuntori e al sostegno della eliminazione dei cataboliti
- l’accordarsi con i ritmi circadiani e stagionali
- una piena sintonia con la motivazione del digiunare
- un equilibrato rapporto con il cibo: non digiunate se siete in conflitto con il vostro corpo e gli alimenti, digiunare non deve né favorire, né nascondere disarmonie interiori
- l’eliminazione di spinte competitive o di “prestazione”: sono più sani brevi digiuni (vedi prossime indicazioni secondo l’ayurveda) ma ripetuti nel tempo con cadenza ritmata, che digiuni lunghi e debilitanti. Eventualmente, una volta all’anno, in condizioni ottimali di tempo, luogo e assistenza, un digiuno più esteso.

Motivazione

Non digiunate perché adesso va di moda, perché tutti ne parlano, perché c’è anche l’avallo della scienza: la motivazione per un digiuno deve nascere dal desiderio di un accudimento affettuoso, dalla ricerca di una occasione utile per osservarsi e conoscersi, dalla esigenza di una pausa rigenerante dallo stress. Una forma di digiuno breve, ad esempio quello di una giornata intera, (una volta a settimana o ogni dieci giorni), è correttamente applicabile solo se avete del tempo da dedicarvi. Secondo l’esperienza personale, digiunare è anzitutto FERMARSI. Non digiunate continuando a lavorare o a correre secondo i soliti ritmi, ma riposate in un luogo tranquillo, dove leggete un bel libro, dove potete dormire (che sonni rigeneranti durante i digiuni!) se potete permettervelo, digiunando di computer, di telefonino, di televisione o in silenzio, che è il digiuno della parola e il nutrimento dello spirito. L’integrazione di una metodica di rilassamento e di meditazione, permetterà un digiuno purificante da pensieri inquinanti e parassitari, dando spazio alla positività interiore.

Paura

Uno dei più grandi ostacoli, ma anche una delle più importanti conquiste del digiuno è la paura. Non digiunate se avete paura. Non digiunate pensando che vivrete egoisticamente più a lungo, se poi interiormente permane una profonda paura della morte o l’ansia di qualche malattia incurabile. Digiunare è una favorevole occasione per guardare e comunicare con le proprie paure. La paura è lo stato d’animo più intossicante, non solo per la mente, ma per la stessa coscienza delle vostre cellule. Digiunare con il pensiero di non farcela, di svenire, di essere agonizzanti senza forze nel letto è una sorta di autointossicazione sottile. Una strategia anti paura (in particolar modo per i principianti) potrebbe essere quella di digiunare in coppia, in gruppo e assistiti da un esperto di digiuno, dove, vi assicuro per lunga esperienza, tra i partecipanti si instaura rapidamente un intenso scambio di ricette e rassicuranti promesse di un prossimo pasto conviviale a celebrazione della prova superata!

Ansia e cibo

La funzione del cibo come antiansia, placante le nostre insicurezze e paure me lo ricorda un istruttivo aneddoto avvenuto in uno dei primi gruppi di digiuno (iniziati già dal 1989) dove una partecipante si presentò al residenziale con un capiente zaino militare che accompagnava il suo normale bagaglio. Cogliendo il mio pensiero interrogativo, mi mostrò il contenuto: pacchi di biscotti, scatolette di tonno, razioni K, gallette, barrette iper-proteiche… quanto era sufficiente per sfamare l’appetito di un robusto muratore al pieno della sua attività per almeno un mese. La cambusa ambulante venne sistemata sotto il letto per assicurare sonni tranquilli per tutta la permanenza, ma senza essere minimamente utilizzata. Ecco alcuni riferimenti pratici fondamentali per la conduzione di buon digiuno.

La pulizia intestinale

Il digiuno si accompagna sempre a un intestino pulito, anche quello breve di un solo giorno. Si possono utilizzare alcune specifiche tecniche yoga, alcune piante lassative (non purgative) o prendere confidenza con il vecchio classico (e sempre funzionale) enteroclisma. Un gradevole metodo preparatorio di pulizia intestinale sono i biscotti lassativi di S. Ildergarda allo zenzero, liquirizia, artemisia e succo di euforbia.

Liquidi

Un buon digiuno, breve o lungo che sia, è... annacquato. Bevete abbondantemente. La migliore acqua da utilizzare durante un digiuno sarebbe l’acqua piovana, la “acqua celeste” degli alchimisti, mineralmente leggera ed energizzata dalle cariche bioelettriche atmosferiche, ma il “sarebbe” è la mesta constatazione di quanto le moderne precipitazioni pluviali siano intrise di inquinanti altamente tossici. Bevete acqua leggera, minerale, leggermente scaldata a piccoli sorsi. Secondo i dettami della naturopatia di S.Ildergarda, già citata, ottime bevande per il digiuno sono: thè di finocchio e il caffè di farro tostato. I suoi preziosi insegnamenti sono tuttora seguiti da naturopati e medici che gestiscono delle cliniche specializzate di digiuno terapeutico che possono assicurare una assistenza giornaliera specializzata. Tra gli ausili suggeriti dalla badessa di Bingen abbiamo la “minestra” del digiunante particolarmente consigliata per lunghi digiuni, composta da un brodo di farro, legumi, sedano e finocchi, filtrata e aromatizzata con galanga, timo, radice di piretro.

Se volete, potete beneficiare di una antica ricetta di Rodolfo il Medico dove troviamo tutti gli elementi salutari più importanti: acqua, sole, argilla e piante: Riempite una scodella di acqua sorgiva e scioglietevi un cucchiaio di argilla, sminuzzate una piccola manciata di foglie di basilico, di rosmarino e di menta. Lasciate per mezza giornata al sole, mescolando numerose volte. Quando l’acqua è scaldata dal sole, si filtra e si beve durante il digiuno o un’ora prima del pasto principale durante l’alimentazione corrente. Un’altra ottima bevanda pro-digiuno è l’acqua con un po’ di miele, cibo solare e depurativo, che eviterà, inoltre, spiacevoli cadute glicemiche.

La ripresa

La ripresa post-digiuno è una fase importante e delicata da rispettare con progressione e attenzione. Seguite la regola: tempo di ripresa pari al tempo del digiuno. Questa norma è obbligatoria in particolar modo per i digiuni lunghi.

I tempi

Quando digiunare? Possiamo seguire i cambi di stagione, le fasi lunari, una o due domeniche al mese, ma ricordate che non mangiare quando non si ha fame è già un piccolo digiuno o una restrizione calorica. Mangiare quando si ha veramente fame e non per abitudine, perché è ora o per noia: prendendo confidenza con il digiuno ricominciamo a distinguere nettamente la differenza tra vera fame, appetito e riempirsi lo stomaco senza consapevolezza. Dopo tre giorni di digiuno una semplice mela succosa è una esperienza veramente istruttiva.

Digiuni mitigati

Se optate per un digiuno mitigato di sola frutta, orientatevi con il consumo di un solo tipo di frutta: ottima la scelta delle mele o dell’ampeloterapia: non spaventatevi... è l’antica ed efficace cura dell’uva consumata intera o a succo fresco. La cura è particolarmente adatta nel cambio di stagione autunnale, che ci depura e ci prepara per l’inverno . Ancora una antica ricetta con le mele, ma sempre attuale, di Orazio, in autunno, o quando lo si desidera, un giorno alla settimana, procedendo così:
Mattino: una mela cotta in latte di pecora-o di capra
Mezzogiorno: due mele di qualità diversa tagliate finemente con poco vino rosso
Sera: una mela cotta in poca acqua salata insieme a due foglie di alloro.

Uno strumento di grande utilità durante un digiuno è un estrattore per avere succhi freschi di frutta e ortaggi: un giorno di digiuno a succo fresco di carote e/o mele-o altri vegetali e frutti è un vero toccasana per la nostra salute. Inutile sottolineare che tutti gli ingredienti citati e utilizzati per un digiuno devono essere di origine biologica o biodinamica. Un’efficace valutazione dell’andamento del digiuno è la osservazione della lingua: ricordiamoci che è un organo emuntore, come il fegato e i reni, deputato alla eliminazione dei cataboliti corporei. Non potete immaginare che lingue patinose durante i digiuni, in particolar modo in organismi intossicati. Pulitela frequentemente con gli appositi netta lingua o con uno spazzolino leggero. Alcune scuole di digiuno asseriscono che il digiuno termina solo quando la lingua si presenta pulita! La lingua è la primaria via di assorbimento del prana contenuto nel cibo, da qui l’importanza di masticare a lungo, di deglutire solo quando il cibo non ha più sapore, il rasa secondo l’ayurveda. Ricordare, dunque, il noto consiglio di mangiare i liquidi e bere il cibo solido! E di conseguenza mangiare lentamente e masticare a lungo.

A tal proposito un altro importante organo che aiuta l’organismo nella depurazione è la pelle. Spazzolate, strofinate, eseguite spugnature e fate seguire, o precedere, un digiuno dalle splendide metodologie depurative della sauna e del bagno di vapore.

Continua il 23 Agosto.

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