Quattro giorni di sfilate, esposizioni e progetti culturali che animano la Capitale, all’insegna della moda giovane con tocchi di tradizione couture e valorizzazione del made in Italy. Anche quest’anno AltaRoma ha confermato la sua vocazione internazionale per la promozione dei talenti, con la chiara volontà di valorizzare la città di Roma attraverso la riscoperta di luoghi storici, oggi distretti urbani dove l’arte è sempre più la protagonista indiscussa, per fa sì che il passato possa trasformarsi in futuro. Attraverso un viaggio urbano che sceglie come nuovo quartier generale per le passerelle il Guido Reni District, facendolo diventare laboratorio di idee e talenti, situato a due passi dal Maxxi, e tra maison storiche e ritorni inattesi, nuove proposte, tributi all’arte contemporanea e alla fotografia, il mondo del fashion ha avuto l’opportunità di assistere all’incontro di esperienze multisensoriali dove i due mondi si intrecciano in un unico contenitore, la città di Roma.
La moda nella Capitale è dunque un viaggio affascinante, tra ricami e drappeggi, sete e organza, arazzi, design e arte contemporanea, un felice ritorno della moda laddove era partita. Ispirato da Marcel Proust “Se sognare un po’ è pericoloso, il rimedio non è sognare di meno ma sognare di più, sognare tutto il tempo” Guillermo Mariotto per Gattinoni Couture con la Collezione The Dream fa sfilare ad AltaRoma una collezione dedicata a teenager romantiche, con una testimonial d’eccezione, Vanessa Hessler, presentando l'evento nel casale cinquecentesco dove visse Papa Pio V, che ora ospita la Link Campus University; la sua è un'ispirazione al Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare per un immaginifico Eden, regno onirico di adolescenti che si rincorrono giocando sulle note della Fata confetto dello Schiaccianoci di Tchaikovsky. Il designer di casa Gattinoni si ispira alle nuvole riproducendone la consistenza soffice e il volume con lavorazioni di alta sartoria, creando trame e orditi, attraverso una sofisticata ricerca dell’antica tecnica dei punti smock. Camicie over in organza, dallo sparato rubato al guardaroba maschile con effetto matelassè, si indossano su gonne dalle pieghe severe, unite tra loro da piccoli fiocchi di tessuto con effetto origami. “Per questa collezione ho voluto giocare sui colori – sottolinea ancora Mariotto – rosa nelle sue diverse nuances, azzurro polvere, verde salvia, grigio perla, lampone, bianco e nero. Tonalità confortanti e rassicuranti, che avvolgono, coprono, drappeggiano, vestono le mie fantasie”. Come un dipinto di Renoir ecco voli di coloratissime farfalle e libellule sulla maxi t-shirt che diventa un minidress. Poi, caftani di charmeuse dipinti a mano raffigurano un paradiso terrestre colmo di rose, gelsomini e papaveri, quasi una natura rigenerata. Abiti come vestaglie da camera in azzurro polvere, illuminati da cristalli e madreperle, giochi di applicazioni, dettagli e plissé. Tulle in seta e organza satinata per i lunghi abiti che raccontano le costellazioni, sono un tripudio di micro cristalli trasparenti a forma di piccole stelle. Colli giganti lavorati accarezzano il volto di giovani donne in un’eterna stanza dei balocchi, dove il tempo è scandito da un carillon.
Da Renato Balestra trionfa la primavera con i suoi colori, in una collezione ispirata al risveglio di primavera, con i primi fiori ancora in boccio dai colori tenui come il glicine, il rosa delicato, il verde e il celeste acquamarina. La sfilata si apre con un abito arcobaleno in tutta la gamma dei colori della collezione: una Venere botticelliana dai capelli cosparsi di petali colorati, fiori e volute di piccolissimi ventagli plissé in taffettà e chiffon ornano le giacche e gli abiti da cocktail e da gran sera. La donna di Renato Balestra è romantica, raffinata e sensuale, e culmina nell'abito in tulle multicolore dal corpino impreziosito di rose ricamate in tutte le nuances: una sontuosa principessa delle favole. Infine la sposa: una regina in candido mikado e pizzo chantilly che esprime l'eleganza nell'equilibrio classico della sua linea, con i capelli adornati da una cascata di nuvole di fiori bianchi. Linee morbide e fascianti, chiffon impalpabili e pregiate organze. Immancabili gli effetti plissé soleil, le rouches e gli intarsi che creano giochi cromatici a contrasto in una collezione che nelle prime uscite sembra trovare il suo equilibrio più nell’essenzialità dei tagli e dei volumi che nell’opulenza dei ricami. È un vero trionfo della primavera, fiori e colori ispirano Renato Balestra che ha fatto sfilare le sue modelle tra architetture postindustriali, immergendo nel contesto urbano del Guido Reni District le creazioni couture per la prossima stagione.
Fra gli appuntamenti di AltaRoma l’arrivo in città de La Petite Robe di Chiara Boni, la stilista fiorentina che ha mobilitato la Roma glamour di attrici e giornalisti, che segna un passo importante nell’espansione della rete vendita mondiale del brand. La nuova boutique è stata ufficialmente inaugurata sabato 28 gennaio e presenta lo stesso innovativo concept dello store milanese sviluppato attraverso un design pulito e avvolgente; è stata l’occasione per offrire un’esperienza del marchio in una delle zone nevralgiche dello shopping capitolino: avorio e platino i colori dominanti, illuminati da giochi di luci creati per far risaltare al meglio le creazioni della collezione.
La nuova seducente fragranza Chiara Boni, dalle delicate note di fiori, lanciata lo scorso settembre, accompagnerà le clienti lungo un percorso di seduzione alla ricerca dello stile Chiara Boni La Petite Robe che presenta anche una nuova linea di accessori con clutch e mini tracolle, accompagnate da sandali e ballerine, riproponendo la scelta raffinata di jersey e jacquard che si accostano a silhouette dalle lunghezze midi con ampie t-shirt in tulle ricamate. Romanticismo nei colori per una palette che esalta i toni pastello, dal rosa cipria al quarzo, fino all’azzurro con grafismi total black. Alla serata hanno partecipato numerosi personaggi del mondo dello spettacolo.
In una insolita location, Villa Brasini sulla via Flaminia al Ponte Milvio, ispirandosi a Gianni Versace, Marina Corazziari & Friends hanno proposto una live performance che vuole essere un messaggio non banale alla moda, animando una scena surreale, complessa e scenografica, allestita dalla interior designer Gianna Tedeschini e sovrastata dall’immagine di “Medusa”, la ricerca dell’anima, un’opera di Guido Corazziari, rivisitazione in digitale della celebre opera del Caravaggio esposta agli Uffizi di Firenze. Il suo lavoro, come racconto di favola, scorre lungo il confine dell’immagine fotografica e il prospetto narrativo, è principalmente “una messa in scena” della moda, che si contamina con l’arte e il design nei tableaux vivant. Una mostra dove si scorge una grande ironia, una delicatezza che è imposta dall’arte di chi è “dietro” la macchina fotografica, capace di dare un’anima ai manichini viventi, capace di trasformarli da donne meravigliose a strumenti per parlare di noi, delle nostre suggestioni fantastiche.