Una grande casa bianca, la festa è sul prato verde all'inglese, d'altronde si è in Tanzania, ex colonia e quindi per coerenza culturale i camerieri sono rigorosamente di colore, giacche bianche con bottoni dorati che così c'è un bel contrasto, i cani sono chiusi nelle gabbie li liberiamo a festa finita, per adesso ci accontentiamo di guardie armate nascoste che curano il perimetro con i fucili che poi non ci si sente comunque mai sicuri con questa gente, gli dai il pane, un lavoro, gli rendi civile questo pezzo d'Africa che altrimenti sarebbero ancora lì con le lance e le frecce e loro ti guardano di traverso con 'sti occhi gialli insanguinati, l'unica cosa bella che hanno sono i denti e certe donne che a me mi attizzano e confesso che di tanto in tanto un giretto con una servetta me lo farei volentieri ma niente sesso con i dipendenti anche perché ho paura delle malattie e questa gente non si lava mica troppo anche se in casa nostra li costringiamo ma mi fanno sempre comunque un po' impressione, hanno la pelle brufolosa che poi i brufoli dei neri mi fanno più schifo di quelli dei bianchi e l'interno delle loro labbra è rosso, non potrei mai baciarla una loro donna per non parlare di quel che hanno in mezzo alle gambe, le tette ecco le tette mi piacciono un sacco anche nere, che poi quando son giovani le hanno dure come il marmo, comunque ora pensiamo alla festa, ci sarà anche l'ambasciatore d'Olanda, d'Olanda caro mio, Angelicus VanBanster, mica niente voglio dire e poi il presidente della Ford che cerca di fare affari qui sin dal '61 quando questo posto si chiamava ancora Tanganica per via del lago credo e Zanzibar era un isola di straccioni speziati che stava per conto suo, poi è arrivato Nverere, li ha messi insieme e hanno cominciato a fare i comunisti ma intanto adesso che son passati neanche vent'anni hanno bisogno di noi per fare a botte con i vicini di casa e noi eccoci qui che due fucili non si negano a nessuno.
Com'è che si dice? Italiani brava gente. Tende bianche che svolazzano, una bella piscina, un po' di torce accese in giro e questa casa tutta bianca e ben costruita che era di due inglesi che nel '60 se la sono vista brutta, la fifa faceva novanta e in quei giorni se non avevi le palle era meglio se sparivi e così hanno fatto, abbandonando tutto e io mi son comprato la loro casa con due soldi e adesso che questi qui hanno la loro guerra con l'Uganda eccomi qui, presente.
L'orchestra non c'è ancora, dovrebbero già essere qui, tra poco arriva la gente, il presidente mi ha promesso la Nuta jazz band, il massimo, suonano rumba tanzaniana che ti prende anche le viscere è musica nata per far ballare e quando la senti se non balli è perché sei morto. Eccoli finalmente, qualcuno vada a far star zitti i cani che si sentono sin qui, ogni volta che c'è gente si mettono a ululare e mettono paura agli ospiti, dategli da mangiare, razione doppia che almeno la smettono e tu, dove diavolo stai andando con quel fucile in mano non devi farti vedere capito? Sbrigati vai lungo il muro di cinta e stai dietro un albero, ci manca solo che arrivi l'ambasciatore e ti veda armato, le armi sono un'altra faccenda ne parliamo a tarda sera ma senza vederle che porta male. Tutto a posto, guarda che bella moglie che ho, Gloria, sei scesa finalmente, mi stavo preoccupando, che dici, ti piace? Tutto a posto direi, fiori sui tavoli, buffet, champagne nei cestelli col ghiaccio, piatti piattini e posate d'argento bello? Dimmi qualcosa, allora?
- Mi fa cagare -.
Come sarebbe a dire e poi non è il modo di parlare va bene che ti ho trovata dove ti ho trovata ma... occhio! È arrivato l'ingegner Dolcini. Signora, ma che bella bambina come ti chiami piccolina, Carlotta ma che bel nome, ecco qua mia moglie Gloria, si è occupata lei di tutto sì, preziosa ma tanto timida su tesoro di' qualcosa, benvenuti oh! Scusate vi lascio con Gloria, ambasciatore how are you venga venga che le presento l'ingegner Dolcini della Oto Melera, italiani, artisti, prego prego scusate ma chi c'è qua, il mio vecchio amico Dan, Dan Pittersen ma non ci posso credere, sei riuscito a venire, accidenti questa festa è benedetta, proprio benedetta, a proposito di benedizioni, scusami Dan ma sta arrivando, l’Arcivescovo,‘sto culattone, con l'amichetto, che schifo, gli devo anche baciare l'anello. Quale onore averla tra noi eminenza abbiamo tutti bisogno di lei noi peccatori, piacere, che bel giovanotto, suo cugino, fantastico venite, bella festa sì grazie ecco la musica sta andando, siate felici, divertitevi e tu Gloria è inutile che mi segua come una giraffa, di' qualcosa, parla con gli ospiti che non mi viene neanche da presentarti se fai così ma sì va bene vai in casa a controllare la servitù ma non fermarti troppo ho bisogno che tu sia presente, devi capire che si tratta di un affare veramente grosso, tra poco sarà qui anche il presidente e tu ci devi essere, capito, ci devi essere anzi non ti muovere che è già qui. Presidente, quale onore, mi permetta di annunciare il suo arrivo. Quattro passi sino al palco un segnale ai musicisti e il microfono in mano. Ho l'onore e il piacere di presentarvi il presidente Mumbareghe, l'uomo più illuminato del paese ovviamente insieme all'arcivescovo di Dar es Saalam, sua eminenza Klaus Mortwork uomo pio e saggio evviva! Adesso un bel brindisi e forza con la musica, voglio vedervi tutti ballare.
Gloria è già entrata in casa, meglio così tanto non serve a niente, bella e di rappresentanza pensavo quando l'ho vista in quel bar di Amsterdam ma nonostante si muovesse bene non aveva educazione e non ha mai imparato i modi è chiaro che non le interessa, sfrutta la situazione e basta ma non va lontano senza di me, in ogni caso da domani un calcio nel culo e filare, se ne torna da dove è venuta che mica l’ho sposata sul serio, lei non lo sa ma i documenti son tarocchi. Buon giorno caro dottore, baciamano alla bella signora e poi, sussurrato nell'orecchio, caro dottore ottima scelta una donna splendida, sì mia moglie è qui certo, un tesoro, attenta alla servitù, si occupa di tutto, impagabile, se non ci fosse stata lei... cosa vuole dottore... non è certo il mio mestiere, ci occupiamo di altre cose come ben sa, se mi vuol perdonare, dottore... benvenuti, benvenuti...
Gloria è in una camera degli ospiti al primo piano, i rumori della festa giungono ovattati, le tende sono chiuse, la lampada spenta e la luce filtra come una lama dalla finestra, è inginocchiata e sta succhiando l'enorme cazzo di un cameriere che per quelle labbra sta rischiando la vita e lo sa bene e per questo la vuole tutta e anche lei lo sa e lo vuole tutto. Lentamente si solleva e poggiandosi al divano gli si offre. Quando lo sente spingere per entrare si morde le labbra per non gridare che un affare così grosso non lo aveva preso mai.