E’ il “Tondo” per eccellenza della storia dell’arte. L’unica pittura certa di Michelangelo. Il capolavoro che diede il via, per citare Giorgio Vasari, alla “maniera moderna”: così venne definita quella fase dell’arte fiorentina che tanto segnò il nostro Rinascimento. Il Tondo Doni ha cambiato casa. Ha lasciato la celebre Sala 25 degli Uffizi, a Firenze, per traslocare poco più in là, alla 35. Un passaggio dettato non solo da ragioni logistiche e che scrive un nuovo capitolo per la museologia.
Nella nuova stanza, dalle pareti rosse come tutte quelle dedicate al Cinquecento del primo piano della galleria, ha attorno le tavole dei maestri che a Firenze diedero vita alle due principali scuole pittoriche di allora: a sinistra la scuola di San Marco e a destra la scuola dell’Annunziata. Al centro della sala, l’Arianna addormentata: la statua monumentale venne inserita dal Vasari tra i marmi ellenistici che, a suo dire, condizionarono con il suo fascino il corso dell’arte, dando il via appunto alla “maniera moderna”. Fascino che la bella dormiente esercitò di certo su Michelangelo. Basta un colpo d’occhio alla scultura e al dipinto, ora finalmente riuniti dopo tanti secoli di lontananza, per rendersene conto. “Se la Cappella Sistina si può paragonare a una sinfonia, il Tondo Doni, per quel che rappresenta nella storia dell’arte, è l’ouverture” ha chiosato la soprintendente del polo museale fiorentino Cristina Acidini, alla presentazione del nuovo allestimento.
Le grandi manovre della Sala 35, ora Sala di Michelangelo, erano cominciate un paio di mesi fa con lo spettacolare arrivo agli Uffizi dell’immensa statua dell’Arianna. La soprintendenza archeologica aveva consentito lo spostamento della scultura del peso di due tonnellate: il trasporto da Villa Corsini, edificio barocco a nord di Firenze e l’arrivo in piazza della Signoria dove in una speciale gabbia era stata sollevata con una gru fino a 30 metri, all’altezza della Loggia dei Lanzi, e da lì fatta entrare in Galleria. L’ultimo atto a fine gennaio con il trasferimento del Tondo Doni, a museo chiuso, da una stanza all’altra, nella collocazione definitiva.
Un lungo peregrinare quello del dipinto. Realizzato per il mercante Agnolo Doni, in occasione del suo matrimonio con Maddalena Strozzi o alla nascita dei suoi figli, fu terminato con certezza entro il 1508 quando Michelangelo partì per Roma. Fu collocato in almeno due camere da letto, passò da Pitti agli Uffizi. Lasciò il museo durante la seconda guerra mondiale, per tornare a conflitto terminato e quindi essere trasferito dal corridoio di levante a quello di ponente. Infine i 60 anni trascorsi nella stanza 25 e ora la nuova casa.
“Un’opera di tale importanza aveva bisogno di una visione più riposata. Cosa che nella precedente collocazione non era possibile", ha sottolineato il direttore degli Uffizi Antonio Natali. Chi voleva soffermarsi ad ammirare il lavoro di Michelangelo, doveva fare lo slalom tra le teste dei visitatori. In un ambiente più grande non solo è aumentata la fruizione, ma soprattutto si è riunita nella stessa stanza tutta la storia della “maniera moderna”. Quindi Michelangelo al centro, Fra’ Bartolomeo e Mariotto Albertinelli della scuola di San Marco alla sinistra, Andrea Del Sarto e Franciabigio della scuola dell’Annunziata a destra. Di fronte l’Arianna addormentata, vero perno della rivoluzione che scosse il mondo dell’arte rinascimentale. “Il risultato è un allestimento innovativo e coinvolgente” come ha sottolineato ancora Cristina Acidini.
Un risultato ottenuto, però, grazie allo sforzo dei privati. Nell’intervento condotto a Firenze è stato determinante il ruolo degli Amici degli Uffizi che con i Friends of the Uffizi Gallery hanno raccolto i 130.000 euro necessari per il completo riassetto della sala: dalla coloritura delle pareti alla ristrutturazione del grande lucernario, dagli impianti di sicurezza al vetro protettivo e antiriflesso del Tondo Doni, dalla nuova illuminazione all’intervento conservativo del pavimento marmoreo originale e il trasporto dei quadri. Le sfide non sono finite per gli Amici degli Uffizi e i Friends of the Uffizi Gallery: “Il prossimo obiettivo è la sala di Leonardo” ha concluso la presidente dell’associazione Maria Vittoria Rimbotti. L’avventura Nuovi Uffizi va avanti.