Maria Grazia Chiuri, sola, per la prima di una donna da Dior, orma, in terra di Francia, del nostro stivale: prima di lei solo Ferré.
Sì perché Chiuri con Pierpaolo Piccioli, dai tempi della loro formazione allo IED di Roma, hanno sempre lavorato insieme nell'esperienza eclettica e fortunata di maison quali Fendi e Valentino, partendo dagli accessori e dai dettagli che hanno costruito la loro fortuna, lasciando un'impronta indelebile nella storia del costume degli ultimi 20 anni.
Dal 1997, quando sotto la visione di Silvia Venturini Fendi realizzano la Baguette, borsa che rappresenta una svolta volumetrica ed estetica negli accessori femminili, (per proporzioni e postura ricorda la forma di pane più amata dai francesi, quella baguette da cui prende il nome), sino all'investitura della direzione creativa degli accessori per Valentino Garavani (1999) e la direzione artistica globale della Maison Valentino ottenuta nel 2008 dopo la fuoriuscita di Alessandra Facchinetti (nel 2007 Valentino si ritira dall'attività).
In questo luglio 2016, ufficialmente, si interrompe il sodalizio tra i due creativi e si da origine ad un fenomeno che sembra riguardi il nostro tempo: figure femminili approdano ai timoni di realtà sempre più di rilievo. Il passaggio dalla coppia alla scena di primo piano, in assolo, è quanto mai sintomatico di un accompagnare per mano la donna agli onori della storia, ma non in termini cavallereschi, ma di uguaglianza che si esprime come base di partenza per emersioni a ruoli importanti per qualità riconosciute al di fuori del genere.
Chiuri come Hillary Clinton?
Nulla avviene per caso.
Entrambe legate a ruoli di potere ma condiviso nei luoghi (casa o maison). Entrambe con una quota espressiva superiore alla media.
Nella condizione di coppia l'accezione al professionale pone l'uno come strumento addizionale all'altro e dei due emerge la peculiare dedizione al progetto.
Nella coppia si stabilisce il ruolo e dal ruolo le sue possibili emanazioni.
Non si esprime al netto il potenziale ma lo si fa fruttare senza spigoli.
Hillary è stata First Lady d'America e Segretario di Stato, sempre in primo piano, ma mai la testa di ponte al comando. Hillary è anche moglie e madre.
Chiuri è stata compagna di Piccioli in termini professionali e ha co-diretto sezioni di aziende e aziende nei comparti creativi e produttivi delle medesime e come Hillary è madre e moglie.
Entrambe assurgono agli onori delle cronache in termini di approdo pionieristico per incarichi potenziali o confermati, sino ad ora, accreditati solo a uomini.
La storia ha espresso la donna come “accessorio” dell'uomo. Così è ancora oggi in molte parti del globo. In Occidente si va verso una visione più meritocratica ed operativa. Non più solo colei che tira le fila nel retro di un luogo chiamato potere, ma capacità che da accessoria diviene motore del sistema esattamente come nei consumi del sistema moda gli accessori da periferici sono balzati al centro del mercato.
Può sembrare un azzardo, ma il ruolo funzionale dell'accessorio si è vestito della componente seducente dell'abito e lo ha rimpiazzato in termini di valore ed evocazione di status.
Il sistema moda di oggi vive attraverso il consumo e desiderio di accessori che definiscono ruolo e potere, un poco come la donna, nella storia, è stata metro e pretesto egemonico per scopi che sembravano altri rispetto a quelli dichiarati dall'uomo.
Parte di questa febbre, da dettaglio ricercato, nasce negli anni '90 del secolo scorso.
Chiuri e partner si cimentano nel rendere inutile la funzione contenitiva della borsa.
Lo fanno da Fendi e lo dilatano ancor più da Valentino. La borsa è il decoro, l'ornamento
compendiativo di uno spazio evidente di immaginazione e creatività. Non mortificato dalla funzione che lo limita, ma esaltato dell'esperienza estetica del corpo femminile.
La loro è una controtendenza che si esprime nei volumi contratti, ma carichi di dettagli ricercati e preziosi, dove il ruolo funzionale abdica in favore della bellezza, quasi fine a se stessa, come una sorta di gioiello contenitore.
Maria Grazia e Pierpaolo danno segno di maturazione di tale principio con la Haute Couture di Valentino, dell'Autunno Inverno 2010-11, quando tali principi si espandono sul corpo della donna: essa viene avvolta in piccoli abiti che si formulano in armonia come macro accessorio. Abiti che sono esperienza da leggere e ponderare e dove i dettagli del decoro divengono i vestiti stessi, macro rose, fiocchi giganti... , corpo maiuscolo di una realtà non più secondaria che riformula il lessico della Maison Garavani.
L'esperienza eclettica, maturata con artisti quali Celia Birtwell, Esther Stewart e Christy Belcourt innesta e cementa un moto operativo di sviluppo creativo che è la lirica del nuovo corso di Valentino. Dal 1999, anno nel quale gli affida la direzione creativa delle sue collezioni accessori, al 2008 anno nel quale gli lascia la Direzione Artistica, i passaggi hanno avuto un comune denominatore: l'esperienza nel piccolo e nel dettaglio che diviene motrice e volano della bellezza globale di una casa di moda.
Anche la donna, che la “Storia” ha voluto ingiustamente accessoria all'uomo, non è più nel tempo della remissività e della castrazione in nome di un progetto superiore legato alle velleità di genere maschile: approda ad essenza direzionale, da contenitore di idee, a gestione universale della creatività applicata al quotidiano.
Chiuri come Clinton affrontano la sfida della Storia con un bagaglio d'esperienza tutt'altro che “accessorio”.